Antisemitismo / Acireale, le riflessioni del prezioso seminario Pro Perfidis Judaeis

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Si è tenuto ad Acireale il seminario Pro Perfidis Judaeis, che ha fornito molteplici spunti di riflessione sull’antisemitismo e su tutte le forme di razzismo. Ospitato presso la Biblioteca Zelantea, nella sala “Cristoforo Cosentini”, e presentato dal MEIC, ha ospitato gli interventi di tre relatori. Don Carmelo Raspa ha dato il via alle riflessioni, seguito dal professore Ernesto De Cristofaro e concluso dalla professoressa Marinella Venera Sciuto. A condurre l’introduzione il professor Stefano Figuera, presidente del MEIC e il dottor Michelangelo Patanè, presidente dell’Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici.

Antisemitismo / Acireale, le riflessioni del prezioso seminario Pro Perfidis Judaeis

Sin dall’inizio, la quantità e qualità delle informazioni è stata decisamente alta. Introdotte alcune delle principali accuse rivolte alla comunità ebraica, provenienti dal pensiero razzista antisemita, il presidente Patanè illustra uno specifico fatto moderno. Definito come un “episodio di strano efficientismo”, l’evento avviene nel 1940 e racconta che “tra i documenti contenuti nell’Archivio Storico di Acireale si trova un documento del Commissariato di Pubblica Sicurezza [] che richiede alla Regia Questura il rinforzo per le spese di viaggio sostenute per inviare cinque cittadini stranieri [di religione ebraica] in un campo d’internamento”.

L’efficientismo è spiegato nella discrepanza tra le date degli eventi ufficiali: “Il commissariato comunica alla questura di Catania come i trasferimenti siano avvenuti giorno 1 giugno 1940. L’ordine, però, di fermare i cittadini stranieri di religione ebraica fu emanato da Roma il 15 giugno 1940. Perché mai, ad Acireale, il fermo è avvenuto con così consistente anticipo?”

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Antisemitismo / Motivi omiletici

Don Carmelo Raspa ha illustrato ampiamente il ruolo storico-religioso degli ebrei nei secoli. Ha anche spiegato il processo di traduzione del termine “perfidis”, dal quale il seminario ha preso il nome. “La traduzione volgare dell’aggettivo ‘perfidi’ non si attiene al significato proprio di ‘infedeli’, ‘increduli’ ma operando un calco del latino, che rivela peraltro una ben determinata concezione degli ebrei, tradusse appunto ‘perfidi’.

È bene specificare che Oremus et pro perfidis Judaeis è stata un preghiera della liturgia del Venerdì santo con la quale si pregava per la conversione dei giudei. Il testo è stato modificato nel 1959 a opera di Papa Giovanni XXIII. Raspa ha anche descritto le omelie di Giovanni Crisostomo, santo della Chiesa cattolica, in particolare gli scritti contro i giudei.

Antisemitismo / Seminario ad Acireale: le parole del diritto

Essenziale anche l’intervento di Ernesto De Cristofaro. Ha infatti esposto alcuni dei fatti e pubblicazioni periodiche del periodo fascista italiano che si inseriscono nella narrativa giuridica e sociale antisemita: “[La prima espressione] che ho cercato di isolare è ‘difesa della razza’. È un’espressione che in Italia significa diverse cose. [] Originariamente è il nome di un giornale [La Difesa della Razza, 5 agosto 1938]. Un giornale che sarà di fatto [] la sede divulgativa del razzismo italiano, la sede ufficiale”.

Il concetto dietro questa particolare frase nasce come azione di propaganda prima di essere un provvedimento legislativo. Ha origine dalla “convinzione, dall’idea che il fascismo vuole divulgare nella nazione, che la razza italiana sia minacciata e che si debba correre ai ripari”. Delinea, poi, un quadro che mette in luce le fasi che hanno portato all’odio razzista verso la comunità ebrea e il fatidico gesto italiano di partecipare attivamente allo sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale.

Antisemitismo / Seminario ad Acireale: a cosa serve la memoria?

Marinella Venera Sciuto ha concluso il seminario con l’intervento concettualmente più emotivo che ha avuto come tema la memoria e il ricordo. Ha parlato degli sforzi e le sofferenze delle persone coinvolte nel genocidio. Tramite la citazione di Primo Levi, sopravvissuto all’olocausto, ha descritto la possibilità di costruire dei ricordi come uno “strumento meraviglioso ma fallace”. “La memoria da sola non basta nel percorso di costruzione della nostra identità, personale e collettiva – ha osservato. – Sbaglierebbe chi invocasse più memoria [] al solo fine di rafforzare la dimensione affettiva ovvero la coesione sociale, il legame etnico-culturale della comunità e il comune sentire della nazione, ignorando quanto complesse siano le storie e le identità che quella memoria, supposta unitaria, sostiene e sostanzia”.

Ha anche indicato il ribaltamento recente del ricordo e storia nel dibattito contemporaneo, che alimenta il pensiero complottista e negazionista che tutt’ora è presente nella società globale. Pro Perfidis Judaeis ha analizzato l’antisemitismo e il razzismo seguendo una linea narrativa chiara ed efficiente. Un contributo importante per non dimenticare mai come la riflessione sui fatti e i motivi di ciò che accade nella nostra storia sia la chiave per la permanenza pacifica e duratura sulla Terra. Si tratta di un tema affrontato in diverse occasioni sul quale è sempre bene confrontarsi per una più umana convivenza.

Simone Corsaro

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