Tra le ventisei opere in concorso proiettate al multisala Margherita di Acireale durante la tre-giorni di Magma – mostra di cinema breve, ormai consueto appuntamento dedicato al corto internazionale d’autore, è stato “Gamer Girl” film d’ animazione della regista croata Irena Jukic Pranjic ad aggiudicarsi, quest’anno, il Premio Lorenzo Vecchio.
Un racconto ironico, creativo ed originale delle peripezie di una donna divisa tra famiglia e lavoro e di una storia d’amore con un inizio felice e un finale malinconico ma non inconsueto, fantasiosamente ambientata in un videogioco con caratteristiche fisse e immutabili che ricordano le norme e le limitazioni sociali e lasciano alla protagonista molte poche possibilità di scelta nella vita.
“L’ idea è nata da un discorso autobiografico – ha spiegato la registra presentando il suo film – “Dal tanto tempo trascorso a giocare ai videogiochi e poi dal progetto di creare un collegamento tra la dinamica e l’immaginario dei video games e quello che può essere la vita reale, dove anche il portare avanti un matrimonio e una famiglia con figli può divenire un’impresa complicata, come superare il livello di un videogioco”.
La giuria di questa XVI edizione di Magma, composta dalla sceneggiatrice Josella Porto e dal direttore del progetto di distribuzione basco “Kimuak” Txema Muñoz, e presieduta dal regista Paolo Civati, ha dunque deciso di premiare “Gamer Girl” per “l’originalità di aver raccontato con un linguaggio visivo preciso e sintetico, e uno sguardo autoriale aperto ed universale una dinamica conosciuta da tutti. Con intelligenza, humor e ritmo serrato il corto sostiene la narrazione senza rinunciare all’ amarezza”.
“Tutti i film erano davvero belli, la competizione è stata fantastica. Per me è stata davvero una sorpresa vincere” – ha commentato la regista croata ritirando il premio.
Raccontando il lavoro della giuria Paolo Civati ha invece spiegato la difficoltà di scegliere tra i diversi corti in concorso, vista la qualità alta e la differenza dei progetti proposti legati all’animazione, al documentario, alla narrazione e alla sperimentazione: “E’ stato un percorso molto interessante. La proposta era talmente variegata che per il premio principale si è scelto l’impatto di un film empatico, diretto, sincero in quanto frutto della vera storia dell’autrice “.
“Personalmente credo che sia stata un’ esperienza formativa” – ha aggiunto Josella Porto -” I cortometraggi sono l’embrione del cinema e della narrazione. Avere per tre giorni la possibilità di vedere così tante storie è stato un po’ un privilegio perché ti estrani da tutto per vivere soltanto di cinema”.
Altri verdetti professionali hanno riguardato poi le tre menzioni speciali che la giuria ha ritenuto opportuno assegnare, considerando la valorizzazione della messa in scena, la forza espressiva delle opere, la ricerca e l’autorialità. Una menzione speciale è andata al cortometraggio documentario “Commodity City” di Jessica Kingdon che “fotografa, come quadri espressivi convincenti, una realtà in cui l’essere umano è schiacciato e diventa esso stesso oggetto, pur di produrre denaro e non vita”. Seconda menzione “per la capacità di mettere in scena, con delicatezza, personaggi in grado di emozionare ricordandoci che esistono le seconde possibilità e vanno afferrate” alla produzione spagnola “Life on Mars”, diretta da José Manuel Carrasco.
Mentre al cortometraggio polacco “I’ ve got you” di Sebastian Drozak, presentato in sala dal direttore della fotografia Konrad Wasilewski e dalla producer Maria Anna Walchowiak, menzione speciale “per l’eleganza della messa in scena e la capacità di entrare subito nel cuore del racconto, mettendo al centro del film la relazione dei protagonisti, che si muovono in un luogo malinconico e senza tempo”.
A “Live on Mars” è andato infine anche il premio del pubblico, ricavato dalla media dei voti espressi dagli spettatori.
Monica Trovato