Ci sono tanti bimbi, con le famiglie intere, in compagnia del parroco don Mario Arezzi, attorno al presepe allestito nella chiesa Madonna della Fiducia di Acireale. Ad ammirare lo spettacolo della rievocazione della nascita del Gesù, con tanto amore e calore come solo il presepe sa dare.
E’ quello che, in vista del Santo Natale, la chiesa Madonna della Fiducia ha ricevuto in dono. Un artistico presepe di 20 mq, un viaggio sensoriale tra le scene di vita quotidiana, pastori, massaie, contadini, artigiani, angeli e i re Magi in arrivo con i propri doni . Il tutto incorniciato da allestimenti paesaggistici di ottima creazione, non dimenticando le nostre radici territoriali. Sullo sfondo, infatti, tra collinette ed alture, si erge la sommità del vulcano Etna.
A Siracusa il presepe più antico del mondo
Il presepe più antico del mondo di cui si abbia traccia è a Siracusa. La particolare natività è scolpita sul sarcofago che custodiva i resti di una sposa. Rinvenuto nelle catacombe di San Giovanni nelle viscere di Siracusa a pochi metri, sotto piazze e strade moderne.
Lo stesso è esposto al museo regionale Paolo Orsi, di Siracusa. Il sarcofago del IV secolo dopo la nascita del Cristo, è dedicato all’arte cristiana. Prende il nome, dalla moglie del conte Valerio, Adelfia, raffigurata con il marito in un tondo al centro del monumento di marmo. Decorato, questo, con immagini del Vecchio e del Nuovo Testamento, tra cui le prime, commoventi scene della Natività di Gesù.
Tra le immagini che lo decorano spicca anche un “presepe” con caratteristiche del tutto simili a quelli moderni. Vi è narrato il momento dell’Adorazione dei re Magi che portano i doni a Gesù bambino. I tre re indossano un copricapo su lunghi capelli, con una tunica, recando i loro doni e protendendo le mani verso Gesù. Portano una corona con una gemma a simboleggiare l’oro; le pissidi per custodire incenso e mirra.
La Madonna regge in grembo Gesù, che tende le mani verso i doni dei Magi. Nella seconda scena è raffigurata una tettoia ricoperta da tegole e ceppi che ripara il bambino Gesù. Questi, avvolto in fasce, è deposto in un cesto di vimini e scaldato dal fiato del bue e dell’asinello. Accanto alla tettoia è scolpito uno dei pastori a cui l’angelo annuncia la nascita del Creatore, mentre Maria siede su una roccia.
Il presepe di Greccio
Betlemme e Greccio, se a Betlemme si operò il mistero della divina incarnazione del Salvatore del Mondo, a Greccio, per l’opera di San Francesco di Assisi, ebbe inizio, la sua mistica rievocazione.
San Francesco andò a Greccio intorno al 1209. In quegli anni la popolazione di Greccio era esposta a grave pericolo: la zona era infestata da grossi lupi che divoravano animali e persone. Egli non abitò presso il castello di Giovanni Velita, il castellano di Greccio che aveva invitato Francesco. Ma si costruì una povera capanna sul Monte Lacerone, alto 1204 metri.
San Francesco, durante le giornate, passate a Greccio, si recava a predicare alle popolazioni delle campagne circostanti. Gli abitanti di Greccio presero ad amare Francesco e giunsero a tale punto di riconoscenza per la sua grande opera di rigenerazione, da implorarlo perché non andasse mai più via da quel luogo e si trattenesse sempre con loro.
Il 29 novembre del 1223, ebbe la gioia di avere tra le mani la regola munita di bolla pontificia. Siamo ormai alle porte dell’inverno e un pensiero dominava la mente di Francesco: l’avvicinarsi della ricorrenza della nascita del Gesù. Il Santo durante l’udienza pontificia chiese al Papa la licenza di poter rappresentare la natività. Dopo il viaggio in Palestina, Francesco, aveva conservato una speciale predilezione per il Natale e per Greccio perchè gli ricordava Betlemme.
La rappresentazione vivente della nascita di Gesù
Tornato a Fonte Colombo, mandò a chiamare Giovanni Velita, signore di Greccio, e a lui chiese: “Voglio celebrare con te la notte di Natale. Scegli una grotta dove farai costruire una mangiatoia, e portaci un bue ed un asinello, per quanto ti è possibile cerca di riprodurre la grotta di Betlemme. Questo è il mio desiderio, perché voglio vedere, almeno una volta, con i miei occhi, la nascita del Divino Gesù”. Il cavaliere Velita si prodigò per preparare quanto Francesco desiderava. Mentre, Francesco aveva convocato i frati e tutti gli abitanti di Greccio, per rievocare una rappresentazione vivente della nascita di Gesù. Dai luoghi vicini e lontani giunsero a Greccio, con torce e ceri luminosi. Giunse infine il Santo di Dio. Greccio fu così la nuova Betlemme!
Da allora il fascino della venuta sulla terra del Fanciullo di Betlemme “come Francesco diceva ogni volta che doveva nominarlo”, viene rievocato in ogni angolo della terra. La scena, della natività di Greccio è documentata in modo esemplare in un dipinto di Giotto, che si trova nella Basilica superiore di Assisi. In esso sono rappresentati con minuzia e vivace descrittività tutti i personaggi che quella notte fecero parte dell’evento. In particolare si può notare San Francesco con in mano il bambino Gesù mentre lo adagia sulla mangiatoia.
Giuseppe Lagona