Arte / Saru Spina, artista e genio poliedrico e inaspettato

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Saru Spina Vittorio Ugo Vicari Zelantea arte

Il patrimonio artistico acese è dominato da nomi spesso dimenticati, nonostante abbiano avuto un ruolo preminente nel panorama culturale locale. Non si può non ricordare l’operato di Saru Spina, poliedrico artista acese e autore di opere che si possono anche ammirare oggi fra le strade di Acireale. Maestro di importanti artisti del calibro di Elio Romano e dotato di una sensibilità sociale che lo ha spinto a diventare un punto di riferimento per i lavoratori acesi, Spina è stato una figura che merita approfondimento. Non solo per il suo stile artistico ma anche rispetto alla sua parabola politica e privata.

Un obiettivo che Vittorio Ugo Vicari, professore presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, si è prefisso di fare con la sua nuova opera di ricerca “Saru Spina – Opere’’, presentata recentemente nella sede dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale. Nel suo nuovo scritto, Vicari ha inserito opere inedite mai mostrate pubblicamente, accompagnate da una ricca biografia che non solo ci racconta del Saru Spina artista, ma anche del Saru Spina politico e privato, fra scoperte iconografiche e nuove scoperte documentarie presentate da Vicari stesso.

Gioventù di Saru Spina: un artista prodigio sin da giovane

Nato ad Acireale nel 1857, Saru Spina (pseudonimo di Rosario Spina) cresce sin da bambino in un ambiente dove l’arte la si mangia a bocconi. Grazie agli insegnamenti del padre Giuseppe Spina Capritti, anche lui artista, riceve una formazione di bottega attraverso cui si farà notare dal Comune di Acireale per il suo talento sin dall’età di 9 anni, spingendolo ad iscriversi alla Scuola Tecnica di Acireale. Qui si diplomerà nel 1878. Il talento di Spina junior viene ricompensato con un sussidio di 500 lire finanziato dal Comune di Acireale, con cui il giovane artista si pagherà gli studi presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli, per dedicarsi esclusivamente alla pittura.

Giuseppe Capritti Spina padre Saru Spina
”Ritratto del padre”, 1894, olio su tela (Acireale, Pinacoteca Zelantea)

In questa prima fase di formazione, dal 1879 al 1883, frequenterà una cerchia di artisti e di estimatori della Scuola Napoletana, in cui conoscerà artisti del calibro di Bernardo Celentano; riceverà un’influenza tale da permettergli di forgiare uno stile di linea verista e naturalista di macchia ed è proprio in questa fase che molti dei suoi quadri sono esposti o vincono molti premi da un punto di vista nazionale, come ad esempio Troppo Tardi del 1884, il quale sarà esposto a Torino.

Saru Spina politico: il periodo comunale

Una volta intrapresi gli studi a Napoli, nel 1884 Saru Spina decide di ritornare nella sua Acireale e di dedicarsi tanto all’arte quanto alla politica, dando vita al cosiddetto “periodo comunale’’, periodo in cui entrerà a far parte di cenacoli intellettuali prolifici e molto vivi, di un’Acireale molto viva di quel tempo. Sarà un periodo molto florido per Spina nel quadro artistico, in cui si possono collocare opere dotate di uno stile differente, ‘’privo di materia’’, del tutto differente dallo stile del periodo napoletano, come si può ammirare in Ragazza a letto.

Entra nell’agone politico acese attraverso riviste culturali locali come La Voce dell’Etna, un giornale politico letterario di cui Spina ne è l’illustratore (Acireale era molto prolifica nella stampa a quei tempi), e dibatte di politica pubblicamente, fino ad entrare nel 1889 nei Fasci dei Lavoratori di Acireale, un sindacato democratico di cui sarà presidente dal 1892, fino a quando questo viene soppresso da Crispi nel 1894 attraverso incarcerazioni e processi che indigneranno Spina a tal punto che chiederà di essere rimosso dal registro dei residenti di Acireale e si trasferirà a Catania con la moglie, Matilde Nicosia, nel palazzo di famiglia.

Periodo catanese: il circolo Verga, le prime commissioni architettoniche

Una volta trasferitosi a Catania, l’artista acese entrerà nella cerchia di Giovanni Verga, attraverso cui conoscerà personaggi come il pittore e poeta Cesare Pascarella. Da qui in poi intraprende una carriera di ritrattista dell’aristocrazia catanese e di personaggi culturali noti nel panorama culturale catanese; iniziano anche i primi lavori di committenze private e partecipa a concorsi pubblici: ad esempio nel 1901, per il centenario della nascita del compositore Vincenzo Bellini, Spina vince al concorso pubblico per realizzare immagini di propaganda dedicate alle principali opere liriche di Vincenzo Bellini.

Il nome di Saru Spina inizia a diffondersi da Acireale fino a Roma, arrivando alle orecchie di Papa Leone XIII per cui realizzerà una serie di opere pittoriche, e inoltre svolgerà vari lavori di restaurazione delle case di famiglie nobiliari, di cui ci rimangono ancora oggi i bozzetti. In essi si può intravedere uno stile Liberty compiuto, con trompé d’oeil, in cui le pareti presentano pitture di paesaggi che “danno sull’aperto”, o drappeggi sul soffitto che danno una visione meno chiusa dell’ambiente interno alla stanza.

“Autoritratto”: testamento del genio artistico colto di Saru Spina

Intorno agli anni ’30 del ‘900 Saru Spina è gravemente malato, ed è proprio in questa ultima fase della sua vita che farà i conti col tema della morte, tema impresso in quello che viene annoverato come la sua ultima opera pittorica, ovvero ‘’Autoritratto’’ del 1938.

Saru Spina autoritratto artista acese
”Autoritratto con teschi”, 1938, olio su tela (Acireale, Pinacoteca Zelantea)

In quest’opera testamentale, Saru Spina si raffigura ormai anziano e debilitato in un ambiente dove il senso della morte è preminente, incarnata nei teschi che fanno da sfondo all’intera opera. La ciliegina sulla torta è data dall’epigrafe posta sulla zona inferiore del quadro, la quale riprende l’Adelchi di Manzoni e Verdi, ovvero: ‘’Fuor della vita è il termine del lungo nostro soffrire. Addio terra, addio per sempre, addio!’’, con cui Spina incarna il dolore della consapevolezza di avvicinarsi inesorabilmente alla morte.

Rosetta Finocchiaro