Arte / Tavola rotonda sul tema della bellezza al Museo diocesano di Acireale

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Educare attraverso l’arte sacra le nuove generazioni e preservare la cultura cristiana nell’era del Transumanesimo. Questo l’avvincente tema proposto da Maria Rosa Licciardello, presidente dell’Associazione culturale Cento Campanili, nella tavola rotonda  tenutasi nel Museo diocesano di Acireale di Via Mons. Genuardi 16, lo scorso sabato 18. Presente, in qualità di relatore, Padre Vito Impellizzeri, prete e insegnante di teologia della diocesi di Mazara del Vallo, nonché responsabile diocesano della Comunicazione, della Cultura e della Nuova Evangelizzazione. A moderare l’incontro, la docente Barbara Condorelli. 

Educare alla bellezza nell’era del Transumanesimo

Il termine “transumanesimo” indica che l’uomo, così come oggi lo conosciamo, con le sue fragilità e i suoi limiti, sia ormai prossimo a una trasformazione radicale che, grazie al progresso scientifico, lo condurrà nel giro di alcuni decenni a trasformarsi in una nuova condizione, oltre l’umano. Una sorta di metamorfosi resa possibile dall’alleanza con una conoscenza scientifica sempre più capace e sofisticata: l’intelligenza artificiale. Un’umanità infinitamente più intelligente, quasi non più vulnerabile, ma dotata di capacità sensoriali estese. Un’umanità irriconoscibile e oggi inimmaginabile ma anche, proprio per questo, se così accadesse, non più umana. In grado di percepire il reale e la bellezza in modo differente. Il desiderio di migliorarsi, del resto, rappresenta una costante nella nostra storia.

Grazie alla tecnica, l’uomo ha sempre cercato di arginare la sua fragilità. Ma non per questo le nostre radici e le nostre tradizioni devono perdersi. Da queste analisi è partita l’iniziativa del Museo diocesano di Acireale di rendere accessibile attraverso progetti di PCTO le scuole, per una maggiore integrazione culturale. Come afferma Barbara Condorelli: “Viviamo ormai tutti in una superficie”. Secondo alcuni dati i ragazzi della fascia d’età compresa tra i 12 e i 19 anni sono i più facilitati ad approcciare arte e cultura grazie alle scuole che indirizzano i giovani verso la bellezza. Ma non basta: il risultato rimane spesso quello dell’indifferenza e molti di loro subiscono l’alternanza scuola lavoro senza farne tesoro.

Fede, ragione e religione: l’Antropocene 

La sensibilità, con il cambio epocale di generazioni nate con il digitale, cambia percezione. Oggi il senso di meraviglia è cambiato, seguito da nuovi legami di bellezza. L’epoca della modernità, definita binaria, si è conclusa: siamo infatti nell’Antropocene. La Chiesa nella logica trinitaria deve avviare un processo di modernizzazione. Così come è cambiata la sensibilità, anche la percezione della cristianità non è più la stessa. Per certi aspetti, le generazioni precedenti risultano obsolete. Gli ducatori di bellezza devono quindi accompagnare le nuove generazioni in questa transizione per mantenere vivo il passato nel presente per il futuro prossimo.

Trovare dunque un punto d’incontro non è facile. A questo proposito, l’iniziativa della tavola rotonda tenutasi al Museo diocesano di Acireale ha voluto ricordare ed ampliare il tema per ragionare sulla nuova questione generazionale. Non ultimo il coinvolgimento delle nuove generazioni nelle proteste contro il cambiamento climatico. I fenomeni globali di manifestazioni di massa sono d’altra parte sintomi di una società che vuole cambiare il mondo, come Mahsa Amiri (foto).

Mahsa Amiri Museo diocesano acireale bellezza

Padre Vito Impellizzeri: “la bellezza come rivolta

I cambiamenti climatici riguardano tutti noi, adulti, ragazzi e bambini, nessuno escluso. È un problema globale e come tale è necessario analizzarlo e affrontarlo in maniera integrata. Sullo stesso fronte l’uccisione di Mahsa Amini a Teheran, lo scorso 16 settembre, ha innescato in Iran una protesta popolare senza precedenti contro la teocrazia Islamica. La giovane di origine curda, il cui nome è ormai diventato un hashtag planetario, resterà per sempre nella memoria collettiva come sacrificio umano.

Padre Impellizzeri ha riflettuto infine su come la bellezza del nostro tempo stia anche in questi particolari gesti capaci di suscitare un’indignazione globale al punto di cambiare le cose. Questa nuova “umanità” sta cercando di comunicare qualcosa attraverso manifestazioni e proteste sui diritti umani e contro i cambiamenti climatici. Ma anche sacrificandosi per un destino collettivo più grande. Come l’esempio fatto in tavola rotonda da Barbara Condorelli: “la generazione del multiverso sta cercando di dirci qualcosa e spetta a noi educatori comprenderla”.

Giuliana Aglio 

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