Spettacolo ed emozioni, questo quello che regalano gli azzurri – e non solo – ai mondiali di atletica di Budapest tra delusioni, conferme e sorprese. Vediamo perché.
Un inizio mozzafiato
L’Italia chiude il medagliere generale dei campionati mondiali di atletica leggera, che si sono svolti a Budapest dal 19 al 27 agosto scorso, con un bottino di ben 4 medaglie: un oro, due argenti e un bronzo.
Ad aprire le danze tricolori a Budapest ci pensa Leonardo Fabbri. Il ventiseienne fiorentino conquista un argento nel getto del peso maschile già nella prima giornata di gare con un fantastico 22,34 che lo rende il secondo italiano di sempre. L’azzurro alla vigilia della gara si era detto “finalmente pronto mentalmente, fisicamente e tecnicamente” non delude le aspettative e porta a casa la prima medaglia della spedizione azzurra. Queste le sue parole al termine della gara nella quale vince la sua prima medaglia mondiale.
“È il momento che sogno da tutta la vita. Sono contentissimo − poi racconta −. Prima della gara mi sono caricato guardando alcuni commenti negativi alle mie prestazioni su Facebook. Avevo detto che valevo 22 alto e oggi l’ho dimostrato”.
Un lavoro fisico ma anche mentale, quindi, quello del vicecampione del mondo nel lancio del peso. Fabbri ha usato gli attacchi dagli haters per caricarsi e dimostrare, prima a sé stesso e poi agli altri, quanto vale. Un lavoro mentale è anche quello dell’atleta che regala all’Italia la seconda medaglia iridata nel secondo giorno di gare: Antonella Palmisano. La campionessa olimpica di Tokyo è infatti medaglia di bronzo nella 20 km di marcia che chiude in 1h27’26”. L’azzurra, durante la sua gara, oltre ad un durissimo lavoro fisico, ha dovuto fare anche un enorme sforzo mentale soprattutto dopo la prima metà gara quando, all’11esimo km cade e rischia di dover alzare bandiera bianca. Ma la Palmisano ..
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