Alla vigilia della XIV° Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-25 ottobre) sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, non possiamo esimerci dal non ricordare e raccomandare ai lavori del Sinodo la famiglia dei disabili fisici e degli handicappati psichici, in genere tutto il mondo della disabilità, della sofferenza, del dolore. La famiglia è scuola di umanità che insegna a mettere il cuore nelle necessità degli altri, ad essere attenti alla vita degli altri e questo costituisce la valutazione di quella umanità che la gente attende e che si aspetta dal Sinodo.
Il Papa ha denunciato spesso i tentativi di “colonizzazione ideologica mediante l’imposizione di modelli e stili di vita anomali estranei all’identità dei popoli”, ribadendo il diritto primario dei genitori all’educazione dei figli e non a quanto si vuole insinuare con nuove modalità. E’ auspicabile una presenza della Chiesa nei riguardi di una più attiva vicinanza alla famiglia, anche seminando nei “solchi storti”, dove “anche una donna samaritana con cinque ‘non-mariti’ si scoprirà capace di testimonianza e per un giovane ricco che sente tristemente di doversi pensare ancora con calma, ci sarà un maturo pubblicano che si precipiterà giù dall’albero e si farà in quattro per i poveri ai quali fino a quel momento non aveva mai pensato”.
Ed ecco che i temi del dibattito sono di assoluta rilevanza anche sociale ed hanno attirato l’attenzione dei mass-media e del popolo cattolico per il confronto di posizioni che sembra delinearsi tra i Padri Sinodali, mentre la Famiglia è e resta, sempre, la risorsa fondamentale per il futuro. Per la difesa della Famiglia, la comunità tutta, non solo quella cristiana ma anche quella laica, anela a seguire o meditare l’insegnamento della Chiesa Cattolica su questa reale istituzione fondamentale di ogni società, dedita soprattutto, a riprodurre e dare continuità sul piano biologico ed umano per il futuro.
La famiglia dovrebbe conservare quei valori di solidarietà e di coesione tradizionale, continuando a mantenere la promessa di fedeltà reciproca nei coniugi, a farsi carico dei propri figli, ad aiutare i propri genitori anziani, curare i membri disabili fisici, handicappati psichici, malati terminali, svantaggiati, ma restando pur sempre una barriera al dilagare di una cultura sterile, individualista, silenziosa e sorda. Pur in presenza di profondi cambiamenti, sotto gli occhi di tutti, la famiglia italiana a dispetto di ogni assurdità, è ancora una istituzione che “tiene”, mentre appare certo che da qualche tempo il dibattito politico sulla famiglia sembra riguardare essenzialmente eventuali pseudo interventi posticci, promesse che spesso sono avvolte dal velo dell’ipocrisia.
Auspichiamo ed auguriamo sinceramente che le proposizioni esposte a favore della famiglia, con più umanità anche quella dei disabili, saranno accolte e valutate dal Sinodo dei Vescovi, perché anche in esse si “gioca il n/s futuro”. Con le parole del Santo Giovanni Paolo II° : “Andiamo avanti con speranza”!
Felice Previte, presidente “Cristiani per servire”