In questi giorni la politica sta occupando larghi spazi nell’informazione. Le vicende interne al PD, ma anche quelle che riguardano le altre formazioni partitiche o di movimenti continuano ad occupare ampi spazi di giornali, telegiornali e talk show. Non so con quali risultati. Di certo non sono entusiasmato nel seguire queste vicende, non solo per lo stile urlato e da insulto che caratterizza i dibattiti, ma anche per la scarsità di idee e proposte che affrontino i temi reali del nostro Paese.
Francamente non è che ci abbia capito molto di questo dibattito interno al Pd, di scissione o non scissione. Di che cosa stanno discutendo? Su quali idee e progetti si dibatte? Cosa vogliono i vari D’Alema, Emiliano, Bersani? Non ho capito niente dai loro interventi nell’Assemblea di domenica scorsa. Mi sembra che al di là di un esasperato personalismo non si vada, senza che emerga alcunché che possa interessare l’opinione pubblica e possa giovare alla crescita dell’Italia.
Lo stesso si può dire anche degli altri partiti. Nasce una formazione a sinistra del Pd e nasce già divisa. Dai resoconti giornalistici non riesco a capire perché. Lo stesso vale per le continue gemmazioni della destra, mentre il dispotismo assoluto della Rete (o di Grillo e Casaleggio) cerca di mantenere unito quello che si chiama “Movimento 5 Stelle” che di movimento risulta avere poco, considerato lo scarso dibattito interno, oppure per la Lega monopolizzata da Salvini. Stiamo assistendo un una frammentazione sempre più accentuata della politica. Ma la cosa più tragica a mio modesto avviso è che non emerga alcuna idealità e che il Paese stia andando alla deriva con governi che navigano a vista senza alcun progetto degno di questo nome.
Di fatto, nonostante le vicende dei partiti occupino ampi spazi dell’informazione, la gente poco si interessa. Emerge solo una lotta personalistica non fondata sulle idee ma sull’affermazione di sé.
La continua scoperta poi della corruzione che coinvolge politici e amministratori a tutti i livelli, gli elevati stipendi e vitalizi, i privilegi di cui la classe dirigente non sa privarsi, hanno portato ad un disprezzo generalizzato dei cittadini verso i politici dai quali non si sentono per nulla rappresentati, giustificando, dal loro cattivo esempio, comportamenti incivili quando non disonesti che trascinano la società verso un progressivo degrado della convivenza sociale.
Condivido molto le parole pronunciate dalla Presidente della Camera Laura Boldrini che ha parlato a margine del congresso di Sinistra Italiana delle divisioni che attraversano i partiti: “La scissione più pericolosa è quella dei partiti dai cittadini”. “Mi auguro che i bisogni delle persone diventino la priorità dell’agenda politica. Se non lo si fa, credo sia la politica ad allontanarsi dai cittadini e non viceversa”. Poi non meravigliamoci se la gente, nauseata da questa classe dirigente, invoca l’uomo forte al comando oppure non va a votare.
Giuseppe Rabita