Scuola / Una “fotografia” dell’educazione: un punto nevralgico, tra difficoltà e complessità di oggi

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concorso-insegnante-scuola-dinfanzia-500x349“Pronto? Sono la prof di lettere di suo figlio. La contattavo per comunicarle lo scarso rendimento scolastico: suo figlio va male a scuola. Lo sa? perché non studia?”. Il mondo della scuola é come un piccolo specchio della società. Tra burocrazie istituzionali, scopiazzature e monellerie da parte degli alunni ed episodi di violenza, il quadro generale non é per nulla rassicurante. Esiste un legame stretto tra scuola e “vita vissuta” per il quale se un allievo ha un problema fuori dalla classe, inevitabilmente lo porta a scuola. Se l’allievo ha un problema a scuola, inevitabilmente lo porterà a casa. Cosi come esiste uno stretto legame tra educazione,  comportamento, atteggiamento. Sempre irrequieti, non riescono a concentrarsi, a stare fermi, a studiare. Appaiono superficiali, come se fossero vuoti, sempre connessi ai social, leggeri come piume. Quali “problemi” hanno gli studenti di oggi? Inevitabilmente questa domanda é legata ad un’altra: quale sono i problemi educativi di oggi?
L’educazione è diventato un punto nevralgico e delicato, tanto fragile da esser come un bicchiere di vetro: bello da un lato, dall’altro debole. La fragilità, o meglio, le fragilità e le complessità sono innanzitutto da ritrovare nel contesto sociale  e nelle debolezze del sistema formativo integrato. Vediamo meglio. I contesti sociali sono diventati liquidi, direbbe Bauman, cioè privi di una struttura solida. Per via dei processi di adattamento sociale la maggior parte degli adolescenti si presentano omologati agli altri. Il sistema formativo integrato è invece l’insieme di tre agenzie educative, che sono a loro volta un sistema sul piano: sistema formale (scuola), sistema  non-formale (famiglia, enti locali, associazionismo,… ), sistema informale (mass-media, mercato, ecc). Esse dovrebbero stare in una relazione equa come quella dei lati in un triangolo equilatero. Se diamo più importanza ad una agenzia educativa piuttosto che ad un’altra non avremo più un equilatero ma un triangolo isoscele. Potremmo dire allora che le fragilità di questo sistema sono le relazioni tra le agenzie educative. La scuola, ed esempio, bisogna che comunichi con la famiglia e sia in contatto con il proprio territorio se vuole riuscire nella propria mission. Cosi come famiglia e scuola dovrebbero insegnare ai ragazzi l’intelligenza della critica verso i mass media e verso i “prodotti della società liquida”.

Riccardo Naty

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