L’idea dell’obbligo vaccinale avanza in Europa, ma in ordine sparso. Il progredire della variante Omicron rende gli Stati sempre più preoccupati. L’Austria è stata la prima a sciogliere il nodo sull’obbligo vaccinale, seguita dalla Grecia. Andiamo a vedere nello specifico le misure che questi Paesi hanno intenzione di adottare per arginare il virus, che sta lacerando momentaneamente l’Europa, travolta da una quarta ondata vigorosa.
Austria verso l’obbligo vaccinale, misura simile alla Grecia
Il governo austriaco ha imposto l’obbligo con contro il Covid-19 a partire dal 1° febbraio in Austria, con annesse multe salatissime per chi decida di non sottoporsi all’immunizzazione. È quando prevede la bozza preliminare del disegno di legge sulla campagna vaccinale. I No vax potrebbero rischiare una multa da 3.600 euro, che sarà raddoppiata (arrivando quindi a 7,2mila euro) se proseguirà l’inottemperanza. Secondo il ministro alla salute Wolfgang Mueckstein si tratta di un provvedimento “senza alternative”. E come ha precisato la ministra per gli Affari europei e costituzionali, Karoline Edtstad, le somme potrebbero essere ancora ritoccati al rialzo perché non è escluso possa essere introdotta la specifica sulla situazione economica del singolo
In Grecia obbligo vaccinale per le persone con più di 60 anni
In Grecia la vaccinazione contro il coronavirus sarà obbligatoria per le persone con più di 60 anni: dovranno prenotare la prima dose entro il 16 gennaio. Lo ha annunciato il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, dicendo che chi si rifiuterà nonostante l’obbligo dovrà pagare una multa di 100 euro al mese a partire da metà gennaio, che sarà aggiunta alle tasse. L’importo sarà depositato in un fondo speciale che finanzierà gli ospedali. La misura dovrà essere votata dal Parlamento per entrare in vigore, ma ci si aspetta che sarà approvata con una larga maggioranza.
Da cosa è dipeso in Grecia e in Austria l’obbligo vaccinale?
In sostanza a far suonare l’allarme ad Atene sono quattro fattori: il fatto che 9 decessi su 10 colpiscono cittadini di età superiore ai 60 anni; il fatto che 7 pazienti su 10 intubati hanno più di 60 anni; il dato che 8 pazienti su 10 intubati non sono vaccinati. Infine, la proiezione giunta da Danimarca e Portogallo dove, avendo vaccinato il 99% dei sessantenni, si hanno numeri di contagiati e morti 10 volte inferiore a quelli della Grecia. Tanto è vero che, il premier ha detto in un messaggio al paese: “D’ora in poi, la loro vaccinazione diventa obbligatoria. Non è una punizione, ma un prezzo per la salute e un atto di giustizia per i molto più vaccinati “.
Ha anche annunciato la decisione di fornire dal 6 al 12 dicembre un autotest gratuito a qualsiasi adulto, vaccinato e no, per identificare possibili portatori asintomatici del virus prima di Natale. La misura verrà poi replicata dal 3 al 7 gennaio per valutare la tendenza durante le vacanze natalizie, in cui ci saranno molti incontri tra familiari e amici. In Austria invece è stata proposta questa misura perché il tasso di vaccinazioni anti Coronavirus è ancora basso: arriva solo al 70 per cento. La somministrazione non sarà obbligatoria solo per i bambini delle elementari, oltre che per le persone che non possono essere immunizzate per motivi medici.
Perché la vaccinazione è importante? Austria e Grecia l’hanno capito
Un evento epidemico finisce quando una popolazione si immunizza a causa della malattia o del vaccino. La fine dell’epidemia è dovuta al fatto che scarseggiano i potenziali ospiti non immuni, non alla scomparsa del virus. Questo infatti continua a circolare in misura meno appariscente e può sempre causare nuovi episodi epidemici quando il virus muta o quando le nuove nascite riforniscono la popolazione di soggetti non immuni. L’eradicazione di un germe è un obiettivo diverso e più difficile dell’arresto di un episodio epidemico. Il vaccino è tanto più fondamentale quanto più la malattia è grave. Nel caso del Covid-19, la vaccinazione è di particolare importanza per adulti e anziani, nei quali la malattia ha una letalità relativamente elevata; meno nei bambini, nei quali la malattia è quasi sempre asintomatica.
Roberta La Terra