A Treviso l’ultimo dei sedici convegni promossi dall’associazione in vista della Settimana sociale di Torino. Interventi di Maria Castiglioni, don Giampaolo Dianin, Luciano Marton, Gianfranco Refosco, e Franco Miano
Nonostante i cambiamenti, la famiglia rimane il punto di riferimento dell’intera organizzazione sociale italiana. È quanto è emerso ieri all’Auditorium del Collegio Pio X di Treviso, nel corso dell’ultimo dei sedici convegni promossi dall’Azione Cattolica italiana in vista della Settimana sociale di Torino.
La famiglia, dal Concilio in poi. Sulla “Famiglia nel Nordest dagli anni del Concilio a oggi” ha relazionato Maria Castiglioni, docente al Dipartimento di Statistica all’Università di Padova: se fino agli anni ‘70 il matrimonio era “precoce e pressoché universale, la divisione dei ruoli aderente al modello tradizionale, e i figli nascevano all’interno della famiglia, dalla metà degli anni ’70 in poi sono diminuite le persone che si sposano, lo fanno sempre più tardi, aumentano convivenze e figli fuori dal matrimonio”. Tra le cause di questi cambiamenti, l’esperta ha individuato “il passaggio dal matrimonio per interesse a quello per amore”, che ha posto “l’enfasi sull’attrazione”, assieme all’“affermazione delle scelte individuali” e alla “diffusione del lavoro della donna”. Dal ’61 al 2011, così, “calano i matrimoni”, anche se “nel Nordest il numero è più alto della media”, “aumentano quelli celebrati col solo rito civile, così come si registra un incremento dei matrimoni misti e delle seconde nozze”. Dal Concilio a oggi, ha sintetizzato la demografa, ci sono stati “grandi cambiamenti, ma anche elementi di continuità”, come ad esempio la “prossimità residenziale tra famiglie dei figli e quelle dei genitori”. Rimane, pertanto, da valorizzare la “centralità della famiglia laddove si intenda non come ostacolo ai processi di sviluppo, o vessillo ideologico. Tutte le decisioni devono fare i conti con gli effetti sulla vita delle famiglie e non solo degli individui: occorre infine – ha concluso Castiglioni – rafforzare e qualificare la sussidiarietà”.
La trasmissione della fede. Sul ruolo dei cattolici e sulla loro “incisività” si è soffermato don Giampaolo Dianin, docente di Teologia morale alla Facoltà teologica del Triveneto. “La trasmissione della fede è passata nel Triveneto, da sempre, nelle civiltà parrocchiale e familiare. In tutti questi cambiamenti, quanto il nostro essere cristiani è incisivo? Di fronte alla formazione delle giovani coppie è chiesto di aiutarli a fare scelte coraggiose controcorrente” mediante un “lavoro sugli stili di vita” e la lotta affinché “ci sia una legislazione giusta”. Tale, ad esempio, da “distinguere le convivenze dalle unioni di fatto: perché le prime non hanno nulla contro il matrimonio, mentre le altre propongono modelli alternativi”.
Tra diritti e lavoro. Ha chiesto di dare “centralità all’impresa” Luciano Marton, presidente dell’associazione “Proetica” e membro di Unindustria Treviso: “L’impresa sta soffrendo e soffre la crisi, che esplode anche in gesti disperati. Se c’è impresa, c’è lavoro, famiglia e società: occorre – ha invitato – rimettersi in cammino immediatamente, condividendo obiettivi e sacrifici, senza che la famiglia diventi una camera di compensazione delle sofferenze sociali”. Per Gianfranco Refosco, segretario generale dell’Uit-Cisl di Vicenza, in Italia impera “l’ossessione legislativa: per modificare il sistema fiscale serve una riforma che consideri la famiglia un punto di riferimento” e predisponga a suo favore “azioni di tutela” indipendenti dalle “questioni legislative: solo così – ha concluso – la famiglia da fattore critico può diventare un volano di rilancio delle politiche di sviluppo”.
Sul versante della solidarietà. Il valore della famiglia, “speranza e futuro per la società italiana, risorsa e bene di tutti” è stato sottolineato dal presidente nazionale di Azione Cattolica, Franco Miano, che ha ribadito l’impegno dell’associazione a sostegno della vita della famiglia e delle famiglie. Un incarico, questo, “a tutto campo, per genitori, fidanzati, giovani coppie”, alla luce dell’importanza di “giocare sul versante della solidarietà tra le famiglie” nell’ottica di piani convergenti per “essere capaci di accoglienza e sostegno reciproco”.
a cura di Lorena Leonardi