Azione Cattolica / “La pace in azione” festa diocesana ad Aci San Filippo

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Aci San Filippo giornata della pace

Domenica 16 febbraio, si è svolta ad Aci San Filippo la Festa diocesana della Pace. Momento “speciale” del cammino annuale, organizzato dall’équipe ACR in collaborazione con l’équipe Adulti diocesane.

Ogni giorno sperimentiamo la difficoltà, spesso l’impotenza, di fronte alle sorti del mondo e dell’uomo. Ci sentiamo tristi e turbati, quasi in preda alla tentazione di pensare che “ormai non c’è più nulla da fare”. Ma è proprio la Speranza “che non delude”, a confermarci nella consapevolezza che il Signore, qui e ora, continua ad accompagnarci. E che niente del bene possibile andrà perduto, nella logica dei “vasi comunicanti” in cui è immersa la Storia della Salvezza.
Proprio nei momenti in cui il buio sembra avvolgere la terra – lo abbiamo visto tante volte! – germogliano segni di un mondo nuovo. Segni nutriti dalla forza del Vangelo che percorre le nostre strade, solo a condizione che noi non poniamo ostacoli alla sua diffusione.

Essere operatori di pace

L’impegno  che l’Associazione continua a rinnovare ogni giorno è quello di spendersi come singoli e come comunità per essere concretamente operatori di pace. Tanto più in questo anno nel quale celebriamo il Giubileo. Evento, questo, che in origine rappresentava l’occasione in cui ristabilire il giusto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con tutta la creazione. E implicava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.

L’invito di Papa Francesco in questo anno giubilare è proprio quello di vivere la pace ripartendo dalla Speranza e dal Perdono. Queste esperienze stanno al cuore del Giubileo e devono caratterizzare l’agire di ogni operatore di pace. Un invito a convertirci per essere sempre più capaci di riconciliare e rappacificare senza condannare. “La Pace in Azione” – slogan di quest’anno – comporta la decisione di essere artigiani di Pace, in tutti gli ambienti di vita.

Più che  “parlare” della Pace come semplice assenza di conflitto, occorre realizzare un impegno concreto, quotidiano. Un impegno fatto di gesti semplici e autentici che costruiscono relazioni giuste e solidali.Giornata della pace, foto di gruppo

Hanno partecipato 250 ragazzi provenienti da 14 parrocchie della diocesi

E’ stato un grande segno di speranza la partecipazione di più di 250 ragazzi dell’ACR, provenienti da 14 parrocchie della diocesi che hanno preso parte all’evento, accompagnati da educatori, giovani e adulti. Grandi e piccoli hanno vissuto con entusiasmo e coinvolgimento le attività proposte.

Divisi in gruppi in base all’età, bambini e ragazzi, hanno svolto laboratori e giochi pensati per mettere la Pace in azione. E hanno sperimentato in prima persona come si possa essere costruttori di armonia, da protagonisti, nella vita di tutti i giorni.I Piccolissimi hanno partecipato all’attività “Il mondo nelle mie mani”, realizzando un lavoretto che simboleggiava il loro ruolo attivo nel portare la pace. Con le loro piccole mani hanno espresso il valore del dare e dell’agire, comprendendo che anche i gesti più semplici possono contribuire a un mondo più armonioso. Con entusiasmo e impegno, hanno scoperto l’importanza di non restare indifferenti, ma di agire concretamente per la pace.Azioni di pace

L’attività dedicata ai bambini di 6-8 anni, intitolata “Azioni di Pace”, li ha coinvolti in un’esperienza interattiva per riflettere sui modi di costruirla. Con l’obiettivo di far emergere le molteplici alternative per affrontare i conflitti in modo pacifico, divisi in squadre, hanno analizzato diverse situazioni e valutato le possibili reazioni, scegliendo quella più adatta a promuovere la pace stessa. Il percorso seguito rappresentava le difficoltà nel raggiungerla. E a due a due – perché la pace si costruisce insieme – trasportavano una palla fino a un cestino, simbolo della scelta giusta.Illumina la pace

 Illumina la Pace

Il gruppo dei 9/11 anni, durante l’attività intitolataIllumina la Pace”, ha partecipato a un maxi Gioco dell’Oca, indicativo di un messaggio importante. Cioè, ciascuno può essere portatore di luce e pace, anche attraverso piccoli gesti quotidiani. Nel percorso del tabellone, i partecipanti, divisi in tre squadre, si sono trovati ad affrontare diversi imprevisti che li hanno messi alla prova con piccole sfide di logica (sudoku, cruciverba…). Il gioco non si è limitato alla competizione. Ogni tappa rappresentava anche un’occasione per fermarsi e riflettere su situazioni di buio”, come litigi, esclusione o momenti di difficoltà personale, che possono presentarsi nella quotidianità dei ragazzi. Attraverso il confronto e il dialogo, il gruppo ha cercato di trovare soluzioni pratiche per trasformare il buio in luce”.Chiamati alla pace

Chiamati alla Pace

I 12-14 anni, divisi in cinque gruppi, hanno partecipato a un laboratorio intitolato Chiamati alla Pace”. In esso hanno realizzato oggetti di scena legati al cinema, con risorse distribuite in modo diseguale. Potendo chiedere aiuto alle altre squadre –  libere tuttavia di condividere o meno i materiali – hanno riflettuto sull’importanza della solidarietà e della condivisione. L’attività ha trasmesso un messaggio chiaro: la pace si costruisce non solo evitando i conflitti, ma anche attraverso gesti concreti di aiuto reciproco, imparando a riconoscere e sostenere le persone in difficoltà.Staff

Contemporaneamente, anche gli adulti hanno riflettuto su come costruire la pace, sullo sfondo di un mondo lacerato e per certi versi angosciante, in cui parlarne sembra inutile se non addirittura utopistico. Attraverso la lettura del messaggio della Pace di Papa Francesco, e l’ascolto della testimonianza di Gemma Calabresi, vedova del commissario Calabresi, ucciso nel 1972 in un attentato terroristico, i partecipanti hanno sentito la necessità di seminare e far crescere piccoli germi di pace in cui ognuno è chiamato a “costruire il proprio metro quadrato di pace”.
Non si tratta di raggiungere un traguardo definitivo e acquisito una volta per tutte, ma di camminare insieme con i fratelli, in un percorso che richiede l’impegno di ciascuno, contribuendo alla sua costruzione e mettendo al centro la persona.Giornata pace Aci San Filippo

Il messaggio di Papa Francesco

Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”, prega Papa Francesco nel messaggio per la 58ª giornata mondiale della pace.  È, il suo, un invito al perdono come percorso di liberazione in primis dall’egoismo, dall’avidità, dalla paura della fragilità, come unica strada verso la libertà. Libertà di amare, di accogliere l’altro nell’intera complessità della sua storia, di continuare a vivere, anche dopo che il dolore ha prostrato l’anima. Tutto nella pienezza dell’incontro con Cristo, che proprio sulla croce, nelle sue ultime parole terrene, chiede al Padre, per noi, la grazia del perdono.

La relazione tra l’esercizio del Perdono e l’esperienza della Pace diviene il percorso “obbligato” in ogni ambito dell’esistenza. Dalla famiglia come luogo di riconciliazione, alla formazione delle giovani generazioni ad opera della scuola e degli altri soggetti educativi. 

Dopo aver vissuto con entusiasmo e partecipazione le diverse attività della giornata, grandi e piccoli si sono uniti in un corteo gioioso e coinvolgente, un momento simbolico di condivisione e testimonianza.corteo

Un corteo che inneggia alla Pace

Con cartelloni colorati, striscioni e sorrisi, si è camminato insieme per le strade del quartiere, portando il messaggio che la Pace è un impegno di tutti e che, per essere davvero realizzata, deve partire dal cuore di ciascuno. Perciò le voci si sono unite in un unico grido carico di speranza: Pace!.

Il corteo si è concluso davanti alla maestosa Basilica di San Filippo dAgira, per riempire la chiesa in cui don Orazio Sciacca, responsabile dell’Ufficio diocesano della Pastorale Giovanile, ha presieduto la celebrazione della Santa Messa. Ai presenti, ancora una volta il celebrante ha ricordato “che la Pace non si dice ma si fa, e che siamo chiamati a costruirla insieme!” E’ una sfida non semplice, da sperimentare per vivere da beati: essere quella goccia indispensabile nell’oceano, come diceva Santa Teresa di Calcutta.
Ognuno deve fare la propria parte, colorando il mondo e la società di sorrisi, di belle parole e soprattutto di belle azioni, proprio come il tema della giornata ci ha suggerito.

L’entusiasmo e l’energia vissuti non si fermano con la conclusione della giornata. Ogni piccolo atto di pace è un seme che, se coltivato con cura, può crescere e trasformare il futuro di tutti e di ciascuno, creando un mondo più accogliente e fraterno.

 

A cura dell’AC diocesana