Il segretario generale delle Nazioni Unite ha partecipato, a Roma, al seminario su “Proteggere la terra, nobilitare l’umanità” promosso dalla Pontificia Accademia delle scienze sociali in collaborazione con Religions for peace. Grandissima attesa per l’enciclica sull’ambiente come per il discorso che Papa Francesco pronuncerà all’Assemblea Generale dell’Onu a settembre.
I problemi sono vasti e urgenti e l’azione per risolverli deve essere globale. Per questo l’Onu chiama i leader religiosi: l’umanità ha bisogno di un orientamento spirituale e morale per ridare un cuore e una luce alle sue numerose zone d’ombra. È questa la “mission” che ha portato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon in Vaticano dove ha incontrato papa Francesco e ha partecipato al seminario su “Proteggere la terra, nobilitare l’umanità. Le dimensioni morali dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile”, promosso dalla Pontificia Accademia delle scienze sociali in collaborazione con Religions for peace. Molti e dolorosi i temi al tappeto: l’immigrazione e le tragedie consumate nel Mar Mediterraneo, il cambiamento climatico e gli effetti che sta avendo soprattutto sui poveri, sulla sicurezza, sulla pace nel mondo. “Per trasformare le nostre economie – ha detto Ban Ki-moon nella sua trasferta in Vaticano – dobbiamo prima trasformare il nostro modo di pensare e i nostri valori. In questo, le religioni del mondo sono in grado di fornire una leadership di valore”.
Il leader delle Nazioni Unite ha espresso grande riconoscenza a papa Francesco che lo ha incontrato a margine dell’incontro. “Sradicare la povertà estrema, porre fine all’esclusione sociale dei deboli e degli emarginati, proteggere l’ambiente – ha detto Ban Ki-moon – sono valori pienamente coerenti con gli insegnamenti delle grandi religioni. Papa Francesco è una delle voci morali più appassionate del mondo su questi temi, e plaudo la sua leadership”. “Condividiamo la fede nella dignità di tutti gli individui e il sacro dovere di prendersi cura dell’umanità. E crediamo che quando le persone si uniscono verso un obiettivo comune, il cambiamento è possibile”. C’è grandissima attesa alle Nazioni Unite per il discorso che il Pontefice pronuncerà all’Assemblea Generale a settembre. Come c’è grande attesa per l’enciclica sull’ambiente che – ha annunciato Ban Ki-moon ai giornalisti – uscirà probabilmente a giugno. E rivolgendosi ai leader delle grandi religioni, ha detto: “La vostra influenza è enorme. Voi parlate al cuore toccando le speranze e i bisogni più profondi dell’umanità”. “Siamo la prima generazione che può porre fine alla povertà, e l’ultima generazione che può evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici. Le generazioni future ci giudicheranno duramente se non riusciamo a mantenere le nostre responsabilità morali e storiche”. Le parole di Ban Ki-moon scorrono forti come un appello urgente: “Abbiamo una opportunità senza precedenti per creare un futuro più sostenibile e una vita di dignità per tutti”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite era reduce da un vertice con il premier italiano Matteo Renzi che si è svolto a bordo della nave militare San Giusto, al largo del canale di Sicilia. Era presente anche l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica Estera, Federica Mogherini. “Distruggere le barche – ha detto ai giornalisti in Vaticano – non è la strada giusta. Dobbiamo fermare gli scafisti”. Perché i Paesi da cui provengono i migranti “basano la loro economia sulla pesca” e “se si distruggono le barche – ha sottolineato il segretario Onu – si distrugge la loro economia”. Occorre quindi “affrontare le cause” che spingono i migranti a lasciare la loro terra e, anche se ciò “richiede più tempo”, la strada da seguire è quella di “garantire stabilità”. Le Nazioni Unite – ha assicurato Ban Ki-moon – “sono pronte a lavorare con l’Unione europea” per fermare i criminali nel Mediterraneo e affrontare l’emergenza migrazioni. “Bisogna condividere le responsabilità”, ha poi aggiunto. “Serve una robusta soluzione di ricerca dei migranti e salvataggio. Lo scorso vertice di Bruxelles ha fatto il primo passo”, però – ha concluso Ban Ki-moon – “sono necessari corridoi umanitari e mezzi d’immigrazione legali”.
Maria Chiara Biagioni