Le batterie al sale potrebbero rappresentare un elemento interessante nel futuro dell’accumulo di energia, garantendo una sostenibilità superiore a quella dei sistemi attuali – poichè ideali per le energie rinnovabili – grazie alle loro caratteristiche di sicurezza e stabilità.
Le batterie al sale sono il futuro dell’accumulo di energia? Caratteristiche e vantaggi
Dette anche “batterie al sale fuso”, utilizzano di fatti un elettrolita costituito da sali fusi e sono ordinabili nella categoria delle batterie termiche (che includono anche quelle a contenuto di nichel e cloruro di sodio, il cosiddetto “sale da cucina”), ovvero quelle in grado di accumulare energia sotto forma di calore. Il fatto di impiegare sali fusi come elettrolita al posto di solventi organici, conferisce loro maggiore sicurezza: la possibilità di incendio o esplosione è inferiore rispetto alle batterie tradizionali. Inoltre, non si deteriorano anche ad alte temperature.
I costituenti più importanti di questa tecnologia sono l’anodo, il catodo e l’elettrolita al sale fuso. Nel corso del processo di carica gli ioni si muovono dall’anodo al catodo attraverso l’elettrolita, accumulando energia. Durante la scarica, cioè nel corso dell’utilizzo della batteria, accade la reazione inversa, per rilasciare energia. Le batterie al sale sono funzionali per l’immagazzinamento di energia derivata da fonti intermittenti, quali sole e vento e vengono usate anche per la mobilità elettrica. Hanno tendenzialmente una durata maggiore (circa 20 anni) rispetto alle batterie tradizionali e non hanno bisogno di manutenzione. Inoltre non sono nocive per l’uomo e sono riciclabili.
Le batterie al sale sono il futuro dell’accumulo di energia? Confronti e svantaggi
I limiti che le riguardano sono diversi, come ad esempio le tempistiche necessarie alla ricarica. Infatti, dopo essere state completamente scaricate, necessitano di 10-12 ore per arrivare alla temperatura interna ideale per l’inizio di un nuovo ciclo di ricarica. Ciò rende la batteria al sale poco adeguata a ricariche rapide o usi sporadici. Se l’utilizzo non è quotidiano o frequente, ha la tendenza allo scaricamento e ha bisogno di periodi più lunghi per essere nuovamente funzionante.
Il nichel, fondamentale costituente delle batterie al sale, risulta scarsamente reperibile, analogamente al litio. Però le batterie al sale hanno tuttora costi maggiori rispetto a quelle al litio. Inoltre non si rivelano adatte all’immagazzinamento saltuario dell’energia e nell’ambito di impieghi di piccola scala (ad esempio nei telefoni e negli smartphone).
Le batterie al sale sono il futuro dell’accumulo di energia? Storia e mercato
Anche se sta trovando più larga applicazione di recente, questo tipo di batteria ha le sue radici nel Sudafrica degli anni 80′ dell’Ottocento. L’azienda Zeolite battery research (Zebra) è stata l’ideatrice della Zebra battery, per poi subire una serie di sconvolgimenti aziendali che hanno reso più lenti gli investimenti nello sviluppo di questa innovazione sul mercato. Nel 1938 l’azienda italiana Elettra ha poi prodotto in maniera seriale questo tipo di tecnologia chiamandola “FZSoNick”, utilizzata al tempo da diverse compagnie di pullman. Fra le aziende attualmente occupate nella produzione di batterie al sale vi è la cinese CATL, stimata come la più grande produttrice di batterie sul piano globale. Nel territorio italiano opera invece AMG Italian Energy Storage che, seppur molto giovane, sta dando un contributo importante nella diffusione di questo tipo di tecnologia.
Le batterie al sale sono oggetto di costanti ricerche e migliorie, in modo da renderle sempre più funzionali in futuro. Gli sviluppi dovrebbero apportare una maggiore densità energetica, una più elevata efficienza e una mitigazione dei costi. Potrebbero quindi potenzialmente divenire una parte fondamentale del panorama energetico sostenibile, arricchendo i sistemi e le possibilità esistenti. Sia le batterie a litio che al sale racchiudono comunque vantaggi e svantaggi a livello pratico che vanno valutati contestualmente in base alle circostanze. Quelle al sale risultano performanti precipuamente per l’accumulo su larga scala, in particolare di energia da fonti rinnovabili. Le batterie al litio, d’altro canto, sono più adatte ad applicazioni portatili e per la mobilità elettrica.
Maria Maddalena La Ferla