La chiusura dell’ufficio postale di via Fiume, nel quartiere Borrello, a Belpasso, è una delle eredità negative che ha lasciato il Covid-19 nella città etnea. Se nel corso della pandemia era giustificata, adesso non lo è più.
Se lo chiedono le 50 persone al giorno (all’incirca) assembrate, costrette a trattenersi in fila, uno vicino all’altro, sotto il sole cocente e se lo chiedono il sindaco di Belpasso, Daniele Motta e l’on. Giuseppe Zitelli, da sempre molto vicino alla sua città di nascita.
L’amministrazione comunale di Belpasso, – si legge in una nota del Comune – contestualmente all’interrogazione parlamentare all’ARS dell’ on. Zitelli, si è trovata costretta ad inviare una lettera alla Procura e al Prefetto, nonché alla sede centrale di Poste Italiane,
come ultimo di una serie di azioni nella speranza di sollecitare la riapertura del distaccamento postale di Borrello. La prima missiva, infatti, inviata tempestivamente a Poste Italiane, non ha sortito alcun tipo di reazione.
“In un primo momento c’erano tutte le condizioni per chiudere alcuni uffici postali – ha dichiarato Giuseppe Zitelli – ma adesso non capiamo perché tali uffici non stanno riaprendo.
Ho personalmente fatto un’Interrogazione Parlamentare in cui ho chiesto a Poste Italiane di intervenire ed iniziare a riaprire con moderazione tutti gli uffici, non solo la sede di Borrello del Comune di Belpasso ma anche quelle di Catania e provincia, Non vorremmo che il covid sia diventata una scusa per protrarne la chiusura. Questo è un disservizio che come istituzioni non possiamo accettare. C’è da dire che Poste Italiane ha comunque dato seguito alla mia Interrogazione riaprendo l’ufficio postale di via Plebiscito a Catania, ma per altre realtà come Belpasso alle parole non sono ancora seguiti i fatti e intanto continuano a verificarsi assembramenti”.
Sulla stessa linea il sindaco Daniele Motta: “È inammissibile che in una cittadina di 30 mila abitanti ci siano attivi solo due uffici postali di cui uno serve anche i territori di Misterbianco, Motta S.Anastasia e Camporotondo Etneo, quindi è come se ne avessimo addirittura solo uno! Questa situazione non garantisce l’osservanza di tutte le misure anti contagio previste. Si creano ovvi assembramenti nella sede centrale quando invece le frazioni del nostro territorio dovrebbero poter essere servite da un giusto punto di riferimento postale. Continueremo a batterci finché la situazione non verrà definitivamente risolta”.