Benedetto XVI, la forza di un libro

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“Siamo partiti con un milione e 200 mila copie. Solo in Italia la Rizzoli per la distribuzione ne ha assunte 280 mila senza diritto di resa. Sono certo che entro pochi mesi le vendite di questo libro avranno superato quelle del primo volume su Gesù di papa Benedetto XVI”: questi sono i “numeri” che danno l’idea di cosa significhi un libro del Papa sul piano editoriale mondiale oggi. Ne ha parlato il 10 marzo, alla conferenza stampa in Vaticano per la presentazione di “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana (Lev). Sinora sono stati siglati contratti di distribuzione mondiale con una trentina di editori, altri seguiranno a breve. “Il 50% del compenso all’autore – ha spiegato don Costa – verrà destinato dal Papa stesso a sostenere la nuova Fondazione Joseph Ratzinger-Benedetto XVI per promuovere gli studi teologici. L’altro 50% verrà invece destinato ad opere varie, tra cui la carità del Papa”.

Una delle prove più forti. “L’importanza storica della risurrezione si manifesta nella testimonianza delle prime comunità che hanno dato vita alla tradizione della domenica come segno identificativo d’appartenenza al Signore”: lo ha detto, nel discorso di presentazione del libro del Papa su Gesù, il prefetto della Congregazione dei vescovi, card. Marc Ouellet, canadese, già arcivescovo del Quebec e segretario del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio. Circa la risurrezione, considerata nei suoi aspetti “storici”, il cardinale ha citato le parole dirette del testo: “Per me – scrive il Santo Padre – la celebrazione del Giorno del Signore, che fin dall’inizio distingue la comunità cristiana, è una delle prove più forti del fatto che in quel giorno è successa una cosa straordinaria, la scoperta del sepolcro vuoto e l’incontro con il Signore risorto”.

Assurde teorie. Il cardinale ha anche spiegato che “il Papa insorge contro le elucubrazioni esegetiche che dichiarano compatibili l’annuncio della risurrezione di Cristo e la permanenza del suo cadavere nel sepolcro. Egli – ha proseguito – esclude queste assurde teorie osservando che il sepolcro vuoto, anche se non è una prova della risurrezione, di cui nessuno è stato diretto testimone, resta un segno, un presupposto, una traccia lasciata nella storia da un evento trascendente. ‘Solo un avvenimento reale – scrive il Papa – d’una qualità radicalmente nuova era in grado di rendere possibile l’annuncio apostolico, che non è spiegabile con speculazioni o esperienze interiori, mistiche’”.

Dialogo con tutti. Riflettendo sugli aspetti teologico-culturali del volume di Benedetto XVI e anche sulle conseguenze nei rapporti ecumenici e interreligiosi, il card. Ouellet ha sottolineato che “grazie all’esempio che dà e ai risultati che ottiene, questo libro eserciterà una mediazione tra l’esegesi contemporanea e l’esegesi patristica, da un lato, come anche nel necessario dialogo tra esegeti, teologi e pastori, da un altro. In quest’opera – ha proseguito – vedo un grande invito al dialogo su ciò che è essenziale del cristianesimo, in un mondo in cerca di punti di riferimento, in cui le differenti tradizioni religiose faticano a trasmettere alle nuove generazioni l’eredità della saggezza religiosa dell’umanità”. Secondo il cardinale, il volume sarà anzi occasione di una crescita del “dialogo” con le altre religioni. “Dialogo dunque all’interno della Chiesa – ha detto – dialogo con le altre Confessioni cristiane, dialogo con gli ebrei il cui coinvolgimento storico in quanto popolo nella condanna a morte di Gesù viene una volta di più escluso. Dialogo infine con altre tradizioni religiose sul senso di Dio e dell’uomo che emana dalla figura di Gesù, così propizia alla pace e all’unità del genere umano”.

Getsemani: la “paura abissale”. “Sono stato colpito dalla forza di questo libro, che va a fondo su diverse questioni essenziali”: è stato il commento dello scrittore e germanista Claudio Magris, docente all’Università di Trieste di letteratura tedesca, chiamato, insieme al card. Ouellet, a presentare il volume di Benedetto XVI. “In particolare mi sembrano importanti – ha spiegato – le parole del Papa a proposito del metodo storico-critico dell’esegesi. Egli afferma che il metodo storico stesso non può dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio, ma può dimostrare che la fede non è una cosa impossibile e può essere vissuta anche utilizzando la ragione”. Secondo Magris, è molto interessante “anche lo stile di Benedetto XVI che nel libro dialoga con alcuni dei principali teologi ed esegeti come ‘fratello maggiore’ più che come ‘padre che si impone’”. Un altro aspetto che Magris ha evidenziato è la descrizione delle “due nature, umana e divina, di Gesù. La prima non viene assorbita dalla seconda e Gesù fino alla fine, nel Getsemani, giustamente ‘resiste’ di fronte al sacrificio, provando – scrive il Papa – una ‘paura abissale’. Solo assumendo l’angoscia di tutti di fronte alla morte – ha poi commentato Magris – Gesù può offrirsi in sacrificio supremo per tutti”.

a cura di Luigi Crimella