Domenico Danzuso, il grande critico catanese di teatro musicale e di prosa, dedicò buona parte dei suoi scritti e dei suoi progetti al Cigno etneo. L’omaggio a “Micio” avviene oggi attraverso la riduzione teatrale che l’affermato e autorevole giornalista e scrittore Filippo Arriva ha tratto dal libro di Danzuso “Bellini e le sue donne”, un avvincente saggio che ha il fascino del racconto.
Da qui – informa una nota stampa – il progetto di un monologo arricchito di musiche inedite, un recital di parole e note, che il Teatro Massimo Bellini ha sviluppato per il ricco e variegato cartellone del Bellini International Context, promosso dalla Regione Siciliana-Assessorato Turismo, Sport.
L’omaggio a Domenico Danzuso
L’appuntamento è per domenica 17 settembre alle ore 21 al Teatro Sangiorgi. L’operazione ha coinvolto anche rinomati compositori e interpreti. Voce recitante sarà un’attrice versatile come Evelyn Famà. Le musiche originali, composte da Giuseppe Giacalone e Adriano Murania, saranno eseguite da Idyllic Trio. La formazione è composta da Giuseppina Vergine (arpa), Laura Farneti (flauto), Elena Sciamarelli (violoncello).
Racconta lo stesso Arriva nelle note di sala: “Sembra che tutto sia accaduto in un’altra era. Quella in cui ancora si sorrideva, si telefonava con il ‘fisso’ e si scriveva pestando su una Olivetti. Un mondo in cui è ancora viva l’immagine di Domenico Danzuso, per gli amici ‘Micio’, che entrava nelle ampie stanze della redazione de ‘La Sicilia’ per consegnarmi un pezzo scritto su leggerissimi fogli di carta velina. Un po’ curvo, occhiali spessi, a passo lento faceva il suo ingresso, salutato allegramente da tutta la stanza con nove colleghi – ero il decimo e più giovane – che in coro chiedevano: ‘Micio, comu sta Bellini?’. Riconoscimento, con un pizzico di affettuosa ironia (quella catanese d’un tempo), di un rapporto diretto con il musicista catanese. Quello che solo un critico speciale avrebbe potuto coltivare”.
Domenico Danzuso e l’articolo su Bellini e le sue donne
Il resto, come si suol dire, è storia. “Nel settembre del 1985 – continua Arriva – immaginai per il giornale un supplemento di 4 pagine da pubblicare la domenica 22 settembre, anticipo del 23, data della ricorrenza belliniana. Telefonai a Micio proponendo la quarta di copertina per un suo articolo sul tema, ‘Bellini e le donne’. In particolare sull’uso spregiudicato che il musicista faceva di signore e signorine (purché ricche). Rimase in silenzio qualche secondo. Attesi che la richiesta prendesse corpo. ‘Ma sì, va bene. E speriamo che non ci lincino’. Si riferiva al plotone di melomani che tiene Bellini sull’altarino di casa, accanto a sant’Agata”.
Non sarebbe seguito alcun linciaggio. Perché “Micio raccontò una storia tra musica e lenzuola, con quel garbo, quel pudore, quel rispetto che veniva da un’altra epoca. Attento a usare la parola sesso, chiedendo sempre scusa al lettore quando disfaceva qualche letto. Il supplemento ottenne un gran successo e l’articolo sulle donne del compositore divenne un delizioso libro”.
Quasi quarant’anni dopo ecco la trasposizione teatrale per il Bic. Narra ancora Arriva: “Quando il maestro Giuseppe Calanna, fomentatore e ricercatore di idee originali, mi chiese un possibile recital su Bellini, mi venne in mente di realizzare un omaggio a Micio Danzuso. E proposi la lettura di quello scritto, quel Bellini e le sue donne ricco di storie, eros, malinconia e velato di pudore. E quello scritto ho un po’ ridotto, aggiustando leggermente una prospettiva che dal lettore passa allo spettatore. Senza nulla aggiungere, soprattutto lasciando la galanteria, lo stile e la cultura viva che il mio amico Micio aveva nella penna, ma soprattutto nel cuore”.
Domenico Danzuso, per cinquant’anni critico dello spettacolo
Nato nel 1922, Domenico Danzuso è scomparso nel dicembre del 2000 dopo esser stato per cinquant’anni critico degli spettacoli di prosa e lirica sul quotidiano La Sicilia. E anche su riviste come Dramma, Sipario, Prima Fila, Hystrio. Noto e stimato nel mondo teatrale italiano, è stato insignito di numerosi premi. Tra essi quelli intitolati a Ennio Flaiano e Salvo Randone e la Lente d’oro. Danzuso ha inoltre firmato con Giovanni Idonea alcuni tra i più importanti contributi sulla storia teatrale etnea, come il libro Musica, musicisti e teatri a Catania. È stato anche docente di Storia dello spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti. E consigliere d’amministrazione dell’Istituto Bellini, oggi Conservatorio, proboviro dell’Assostampa, socio del Lions e della Scam.
Anche le musiche originali sono un tributo alla sua statura di intellettuale legato tanto alla lirica che alla prosa. L’ispirazione di Giacalone muove dallo stato d’animo comune ai siciliani ed anche a Bellini. Ossia quella vena malinconica tanto affine alla ‘saudade’ che traspare in Romeo e Julieta no Brazil. Mentre Nice Tea è un gioco di parole inglese-italiano (un bel tè) fra “Nice” (protagonista dell’aria da camera “Vanne o rosa profumata”) e “Tea” (nome di una varietà di rose). Qui il tema della romanza riecheggia continuamente sulla struttura di Chovendo na roseira di Jobim, celebre compositore brasiliano. In Rosso Sirius i temi della Sinfonia in Do minore di Bellini (qui elaborati sulla struttura di Profondo Rosso e Sirius) scandiscono la sua ultima notte di sofferenza.
Adriano Murania rivisita invece in chiave rock il genere classico e reca omaggio alle donne di Bellini e alle donne in generale. In Norma Queen, ad esempio, l’eroina romantica s’interseca con un’altra ‘donna’ di Bellini, la Regina Elisabetta II, ammiratrice delle sue opere. I personaggi s’intrecciano e si trasformano, immaginando i Queen accompagnare la Sinfonia di Norma. Mentre in Nothing else Bellini sono i Metallica a cimentarsi nell’aria “Ah, non credea mirarti”.
Brani cameristici che si alterneranno faranno da sfondo al testo di Filippo Arriva, poliedrico giornalista, scrittore, autore teatrale e televisivo, sceneggiatore. Arriva è stato dal 1982 al 1995 al quotidiano “La Sicilia”. Poi capo ufficio stampa e relazioni esterne del San Carlo di Napoli e quindi capo ufficio stampa dell’Opera di Roma, negli anni delle direzioni del Maestro Riccardo Muti.
Ha scritto numerosi soggetti e testi per il cinema, la radio e la televisione. Tra le sceneggiature La Lupa, regia di Gabriele Lavia, Labyrinthus, regia di Mimmo Paladino. Tra i documentari e programmi per le reti Rai: La Grande Storia – 1946, Il Gattopardo privato, Novecento di Pippo Baudo, I Teatri raccontano: San Carlo, Scala, Fenice, Luciano Damiani scenografo; Nessun dorma di Massimo Bernardini e Meraviglie di Alberto Angela.
Ha scritto numerosi testi teatrali. Tra questi: Dossier droga, Vita, miseria e dissolutezze di Micio Tempio, poeta, Il caso Notarbartolo, Il Maestro e Marta, La Traviata sono io con Alessio Boni, Frammenti di un discorso amoroso sull’opera erotica di Micio Tempio. Ha scritto i versi dello Stabat Mater musicato da Giovanni Sollima e Istoria di Sant’Agata, sempre con musica di Sollima.
Evelyn Famà, diplomata al Teatro Stabile di Catania, affina presto qualità interpretative e canore. Ha lavorato con importanti registi, quali Baliani, Penchenat, Nekrosius, Ronconi, Puggelli, Pugliese, de Robilant. Ha vinto il Premio Internazionale Salvo Randone, il premio Hystrio alla vocazione e il Festival Nazionale del Cabaret di Torino. Lavora per il cinema e la tv, ed è stata coprotagonista nel film Rai Il Figlio della luna. Ha lavorato in coppia comica con Nino Frassica in Un Milione di giorni, nel film di Alessandro Di Robilant Mauro c’ha da fare. E anche nel documentario Istituto Luce Candidato ai Nastri D’Argento La storia vergognosa.
Idyllic Trio si compone di elementi della prestigiosa orchestra del Teatro Massimo Bellini. La condivisione di numerose performance musicali ha permesso di corroborare il loro affiatamento. Le tre musiciste hanno esperienze di altissimo livello sia solistiche, sia in formazioni cameristiche sia in orchestre importanti (Scala di Milano, Fenice di Venezia, Opera di Roma).
Giuseppe Giacalone comincia da autodidatta lo studio di fisarmonica, chitarra e basso elettrico e si avvicina presto alla musica brasiliana e al jazz collaborando accanto a solisti quali Fresu, Trovesi, Randisi, Woods, Ibrahim, Lovano, Girotto, Wheeler, figurando in numerose incisioni. Ha scritto le musiche per l’opera Plenilunio di Ponz de Leon in prima mondiale al Teatro Greco di Tindari, nonché musica e testo del brano “Il Flessibile” su cui viene realizzato un cortometraggio vincitore del Premio Filmagogia alla 79 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Attualmente e professore d’orchestra presso il Teatro Massimo Bellini.
Adriano Murania, polistrumentista, arrangiatore compositore, prima di conseguire il diploma di violino è docente di musicoterapia presso il Policlinico di Messina e si laurea in Scienze Biologiche. Ha effettuato tournée in tutto il mondo e incisioni discografiche sia in formazioni musicali classiche sia pop. Ha collaborato, tra gli altri, con Stewart Copeland, Carmen Consoli, Mario Venuti, Franco Battiato, Paolo Buonvino, Nicola Piovani, Claudio Baglioni, Michael Nyman, Giovanni Sollima, per le colonne sonore di diversi film e per la serie tv La mafia uccide solo d’estate.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento di posti. Info: www.bellinicontext.it e www.visitsicily.info