Blue Economy / Il punto sull’Italia

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La Blue Economy in Italia è un settore con ampie possibilità di sviluppo e ha visto addirittura un incremento rispetto al periodo pre-Covid. Tre quarti del globo sono costituiti da acqua, per cui la Blue Economy ha degli ottimi presupposti per il suo sviluppo. Questa modalità economica si basa sul riutilizzo dei rifiuti, ispirandosi a quanto avviene negli ecosistemi, contemplando prospettive di lungo periodo.

Blue Economy / Il punto sull’Italia: Nord e Sud

Il XI Rapporto sull’Economia del Mare dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare di Informare con il Centro Studi Tagliacarne–Unioncamere è stato pubblicato a maggio 2023. Questo documento descrive come in Italia vi siano 228 mila aziende del settore della Blue Economy con quasi 914 mila impiegati. Il solito schema Nord-Sud risulta totalmente capovolto. Il report mostra come siano proprio il Centro e il Mezzogiorno a detenere il 61% della ricchezza del settore nel 2021. Qui hanno sede oltre il 74% delle imprese della Blue Economy. Il Lazio è prima per numero di imprese blu per un ammontare di 35.241 enti. Seguono Campania (32.449) e Sicilia (28.640).

Le politiche in atto possono propendere affinchè il perno dell’economia europea si sposti verso sud. Gli 8000 chilometri di costa lungo il Mediterraneo rappresentano certamente una possibilità di sviluppo per delle aree sovente escluse in passato dal processo di industrializzazione.

Blue Economy / Il punto sull’Italia: qualche dato

Andando più nel dettaglio si può osservare come un’azienda blu su dieci sia guidata da da under 35 e più di una su cinque è amministrata da donne. Guardando ai settori implicati il 47,8% delle aziende blu si occupa di alloggio e ristorazione. Il 15,1% si adopera per quanto riguarda sport e attività ricreative, il 14,6% contribuisce alla filiera ittica e circa il 12% ha a che fare con la cantieristica. La Blue Economy è riuscita ad avere una maggiore resilienza, superando meglio le difficoltà rispetto ad altri settori e addirittura osservando un incremento del 4,4 % rispetto al periodo pre-Covid, a dispetto di una decrescita dell’1,2% del totale delle aziende nel medesimo arco temporale.

La Blue Economy si propone di assicurare la tutela del mare nel lungo periodo, mitigandone lo sfruttamento delle risorse. Un altro importante focus riguarda la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica, il cui perno è spesso l’intelligenza artificiale, associata a tecnologie avanzate e ad un ampio utilizzo di Big Data.

Blue Economy / Il punto sull’Italia: E la Sicilia?

La Sicilia riveste un ruolo di primo piano a livello nazionale nell’ambito della Blue economy. Il suo valore corrisponde nella regione a 3,5 miliardi di euro (il 4,3% del totale). Palermo si dimostra al sesto posto fra le province italiane per valore aggiunto ricavato dall’economia del mare (corrispondente a  1,2 miliardi di euro) e avendo 29.500 impiegati risulta la quinta a livello occupazionale. Seguono Catania e poi Messina, provincia che conta 139 imprese in questo settore, con più di 13.000 addetti. Il valore aggiunto diretto del messinese corrisponde a ben 543 milioni di euro.

“La nostra iniziativa politica é finalizzata a ridare valore a tutto il pescato siciliano. Puntando al recupero di alcune varietà di pesce che sono state inspiegabilmente abbandonate. Stiamo cercando inoltre di rilanciare l’acquacoltura tipica della nostra terra e lavoreremo per realizzare una filiera completa. Dall’allevamento e dalla pesca alla trasformazione, conservazione e commercializzazione del prodotto, per portare le nostre eccellenze ittiche sulle tavole di tutto il mondo. E lo faremo attraverso mirate campagne di marketing delle produzioni di eccellenza che hanno straordinarie potenzialità per la promozione del territorio, con il valore aggiunto, per la pesca, di rappresentare la storia e l’anima tradizionale della Sicilia”. Così Luca Sammartino, Assessore dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, si è espresso al riguardo.

                                                                                 Maria Maddalena La Ferla

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