Ci lascia all’età di 57 anni l’ex calciatore, allenatore, e dirigente sportivo Gianluca Vialli per via di un tumore al pancreas. Vialli, simbolo del calcio tra gli anni ’80 e ’90, lottava con la malattia, da lui stesso definito “l’ospite indesiderato”, dal 2017. Solo nel 2018 decise di rendere pubblica la notizia perché come disse lui “Vorrei che un giorno qualcuno mi guardasse, o mi pensasse, e dicesse: È anche per merito tuo se non mi sono arreso”.
Gianlcuca Vialli / La storia di un campione
Nato a Cremona, dopo alcuni anni a giocare in serie C per la Cremonese, riesce a debuttare in serie A nel 1984 per la Sampdoria. Squadra che lo consacrerà tra le stelle del calcio di quegli anni grazie alla vittoria, la prima per la squadra blucerchiata, nella trentottesima edizione della Coppa Italia. È in questi anni che conosce Roberto Mancini con cui instaura un sodalizio che durerà per il resto della sua vita sia dentro che fuori dal campo. Sodalizio che permetterà ai “gemelli del goal” di ottenere il primo e unico scudetto per la Sampdoria. Dopo gli anni nella Sampdoria il giocatore si trasferisce alla Juventus, squadra con cui vincerà la sua quarta coppa Italia e di cui diventerà capitano.
Gianluca Vialli / Il periodo nel Chelsea
L’ultima squadra che lo vedrà tra le sue fila sarà il Chelsea con il quale riuscirà a battere inaspettatamente il Real Madrid nella partita di supercoppa UEFA del 1998. Stagione che si rivelerà essere l’ultima da giocatore in campo. Verrà convocato per la nazionale ai mondiali soltanto nel 1986 e nel 1990, ma per via di alcune partite non al massimo della forma non riuscirà a emergere tra i giocatori. Dopo la partita di qualificazione per il campionato del mondo del 1994, infatti, deciderà di rinunciare a ulteriori convocazioni. Dopo il ritiro come giocatore, fino al 2002 Vialli assumerà il ruolo di allenatore prima per il Chelsea e poi per il Watford.
Il ritorno nelle scene
Dopo alcuni anni come opinionista e analista calcistico in televisione, il 9 Marzo 2019 viene nominato ambasciatore italiano e capo delegazione della nazionale italiana per il campionato d’Europa 2020. Anno che lo vede come consigliere ed esempio per gli azzurri che riusciranno ad aggiudicarsi il titolo di campioni d’Europa anche grazie alla guida dall’ex compagno di squadra, ora allenatore Roberto Mancini. Questo ruolo sarà ricoperto fino al Dicembre del 2022. Vialli sarà costretto, infatti, ad abbandonare di nuovo il mondo del calcio per l’acuirsi della malattia.
Le parole di Gianluca Vialli riguardo la malattia
È il 2018 quando in un’intervista al corriere della sera rivela di star combattendo un tumore. Della malattia però dice “l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa”. Nonostante per molti Vialli sia un campione momenti come questo ci ricordano che di fronte a momenti come questi siamo tutti umani con delle fragilità.
In una puntata della serie “Una semplice domanda” di Alessandro Cattelan l’ex calciatore mette a nudo le sue fragilità e confessa al presentatore “La malattia non è esclusivamente sofferenza[…]La considero anche un’opportunità, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi. Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. […] Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico: ho paura di morire”.
L’ultimo saluto di Roberto Mancini
“Speravo in un miracolo” dice lo storico amico Roberto Mancini che ricorda Gianluca Vialli prima dei funerali che si terrano a Londra in forma privata. Il membro del duo storico dei gemelli del goal racconta della vita passata insieme a Vialli come amici fraterni e parla dell’ultimo saluto avvenuto in Inghilterra pochi giorni prima dell’anno nuovo. Un saluto, secondo il ct della nazionale, gioioso. Caratterizzato da scherzi e dal buon umore che ha contraddistinto Gianluca Vialli durante tutto il corso della malattia.
Tutto il mondo dice addio a Gianluca Vialli
Tutto il mondo parla della morte di Gianluca Vialli. Il “The Guardian” gli dedica un tributo definendolo un giocatore stellare che è stato in grado di entrare nel cuore di tutti. Tutti gli stadi d’Italia si sono fermati per dedicargli un ultimo saluto. I giocatori del Chelsea, durante la partita contro il City a Manchester sono scesi in campo indossando la maglia numero 9, il numero di Vialli. Anche il mondo dello spettacolo piange l’ex giocatore della Sampdoria.
Il cantante Fedez, anch’esso reduce da un’operazione contro il tumore, in una live su Instagram ricorda una telefonata con Vialli: “conosceva il mio stesso dolore in quel momento. Mi ha dato una mano non dovuta, ma incredibile”. Ci lascia quindi, non solo un grande calciatore che ha rappresentato l’Italia nel mondo, ma anche un grande uomo. Un uomo che ha saputo affrontare la malattia con il sorriso e la voglia di vivere anche quando faceva più paura.
Francesco Guglielmino