Calcio / L’Argentina a caccia dei Mondiali 2018: Sampaoli per il dopo-Bauza

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Jorge Sampaoli
Jorge Sampaoli

Sarà Jorge Sampaoli l’uomo deputato a salvare la nazionale di calcio argentina: una corazzata che, al momento, rischia di affondare arrancando nel vagone di coda del treno che porta ai Mondiali del 2018 in Russia.

L’albiceleste del fenomeno Messi, dell’attacco atomico composto da calciatori del calibro di Aguero, Dybala, Di Maria e Higuain, una delle squadre più accreditate al trionfo finale, sta scherzando col fuoco: il rischio di sprofondare nelle sabbie mobili di un girone sudamericano quanto mai equilibrato esiste e la Federcalcio, per evitare ulteriori rischi, ha deciso di sollevare dall’incarico di ct Edgardo Bauza, al timone da soli otto mesi.

L’inopinata sconfitta contro la Bolivia, a fine marzo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Tra Bauza e la federazione argentina, infatti, il rapporto non è mai stato idilliaco, così come suggerito da alcune dichiarazioni dell’ex commissario tecnico alla testata La Capital: “se non mi hanno cacciato prima, è solo perchè abbiamo battuto il Cile. Quando abbiamo cominciato a parlare di calcio non mi hanno detto nulla, perché non hanno alcuna idea calcistica. Sapevo che da diversi mesi Sampaoli stava parlando con alcuni dirigenti e collaboratori: non mi sembra logico, né etico“.

Parole non certo distensive, ma che fanno intuire come il nome dell’attuale allenatore del Siviglia fosse già da tempo in cima ai pensieri del presidente della Federcalcio Claudio Tapia: “è lui l’allenatore che abbiamo scelto e stiamo trattando col club andaluso per il suo ingaggio”, ha precisato Tapia a ESPN. Una situazione da affrontare con estrema delicatezza perché, com’era preventivabile, il Siviglia non ha gradito le attenzioni rivolte al suo allenatore, in carica da neanche un anno.

In un comunicato stampa di fuoco, il 12 aprile scorso, la dirigenza sevillana ha precisato come Sampaoli avesse un contratto in essere fino al giugno 2018.

Abbiamo inviato una lettera all’AFA per chiedere spiegazioni in merito alle dichiarazioni attribuite al presidente, Claudio Tapia, sulle sue intenzioni di incontrare il nostro allenatore in Spagna nei prossimi giorni. In caso di conferma – precisano da Siviglia – le sue dichiarazioni sarebbero considerate da noi irrispettose, mentre qualsiasi riunione o contatto con Sampaoli sarebbe inaccettabile“.

Il richiamo della Selección, però, sembra essere più forte di qualsiasi ostacolo burocratico: l’uomo che da sempre si è ispirato a Marcelo Bielsa, sin dai suoi esordi nei campionati amatoriali argentini a metà anni ’90, diventando grande in Cile prima con la mitica Universidad e poi conducendo la nazionale alla vittoria in Coppa America, sta per toccare il punto più alto di una carriera partita da molto in basso, che ha visto un crescendo costante ed entusiasmante a dispetto di numerose difficoltà e ostacoli.

Toccherà all’erede del loco Bielsa traghettare l’Argentina ai Mondiali e, magari, mirare a un trofeo che a Buenos Aires e dintorni manca dal 1993. L’attuale quinto posto nel girone sudamericano garantirebbe all’albiceleste la garanzia di uno spareggio sulla carta abbordabile contro la vincente del gruppo Oceania (la Nuova Zelanda, con molta probabilità), ma i rischi sono dietro l’angolo.

L’Ecuador insegue a un tiro di schioppo e, il prossimo settembre, il calendario riserverà a Messi e compagni la terribile sfida del Centenario con l’Uruguay. Solo due punti separano la celeste, seconda, dai dirimpettai argentini: per uscire indenni dalla sfida a Cavani e Suarez serviranno approccio e cuore ben diversi da quelli mostrati sinora.

Giorgio Tosto

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