Come immaginato, Francia e Danimarca non si sono fatte male nello scontro diretto tra le prime due forze del Gruppo C dei Mondiali 2018, pareggiando per 0-0: con questo risultato, Galletti e nordeuropei passano il turno, volando agli ottavi di finale e aspettando l’esito delle partite del Girone D, dove la Croazia sembra sicura del primo posto, mentre l’Argentina si gioca tutto contro la Nigeria. Il risultato a occhiali tra gli uomini di Deschamps e quelli di Hareide fa paradossalmente mangiare le mani più al Perù che all’Australia: questi ultimi erano infatti ancora in corsa per il passaggio del turno, ma la partita di oggi ha dimostrato come gli uomini di Gareca fossero nettamente più competitivi dei Socceroos anche in ottica qualificazione.
I peruviani, infatti, si sono giocati il passaggio agli ottavi nel loro sfortunato debutto contro i danesi, quando sono stati sconfitti 1-0 (rete di Poulsen), pur avendo gettato al vento quasi una decina di potenziali palle-gol e, soprattutto, dopo aver sciupato un rigore sul punteggio di 0-0. La sensazione, netta, è che una squadra così organizzata tatticamente come quella andina meritasse di fare più strada a Russia 2018: il calcio sa essere spesso crudele e poco generoso.
FRANCIA E DANIMARCA NON SI FANNO MALE
Deschamps opta per un turnover molto consistente, cambiando addirittura sei giocatori rispetto al successo sul Perù. Lloris, Pavard, Umtiti, Matuidi, Mbappè e Pogba guardano la partita dalla panchina, preservandosi per un ottavo di finale che sicuramente sarà ben più impegnativo. Dall’altra parte, Hareide lancia l’atalantino Cornelius dal primo minuto, senza che però la sua presenza si faccia notare più di tanto. Il vantaggio del Perù, infatti, blocca entrambe le squadre che pensano più che altro a mantenere le energie e a non farsi male. Mandanda nel primo tempo esce bene su Eriksen, mentre tra i francesi prova a farsi vedere Dembelè: nel secondo tempo, il fantasista danese del Tottenham continua a provarci, con Fekir che dall’altra parte crea un solo grattacapo a Schmeichel.
PERÙ, LA VITTORIA DEI RIMPIANTI
Il Perù ritrova invece all’ultima giornata (e soprattutto a eliminazione ormai compiuta), quel killer instinct sotto porta che tanto sarebbe servito al debutto contro la Danimarca. Le squadre si schierano a specchio (4-2-3-1 per entrambe) e l’Australia prova subito a partire meglio, con Rogic sugli scudi. Mentre l’Australia si sforza di costruire, forse andando anche contro la propria naturale impostazione, il Perù la punisce: al 18′ Guerrero mette una bella palla in mezzo, raccolta dall’altro lato da Carrillo che si coordina splendidamente, battendo con un bel diagonale il portiere avversario.
Al 50′, gli ultimi sussulti australiani di recupero del match vengono definitivamente spenti dal bomber Guerrero, bravo a capitalizzare un’azione di Cueva da sinistra, anticipando il marcatore in area e freddando il portiere con un tocco da rapace. E’ il timbro del Perù su una partita che neanche un totem come il vecchio Tim Cahill riesce a far svoltare: i sudamericani, tra tanti rimpianti, salutano alla grande Russia 2018.
Giorgio Tosto