Calcio / Ventura e la Giovine Italia: ecco i volti del cambio generazionale

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gagliardini-2L’Italia è un paese per vecchi? A leggere dati e statistiche, sembrerebbe inevitabilmente di sì. Eppure le eccezioni esistono, almeno nel mondo del calcio.

Estate 1978: l’Italia di Bearzot si appresta a volare in Argentina per disputare uno dei Mondiali più controversi della storia, contando come spesso accaduto sul fortissimo blocco della Juventus. Tra i bianconeri sorprende la convocazione di Antonio Cabrini, ventenne terzino sinistro di belle speranze che quell’anno si era affacciato al grande calcio. Dopo sole 15 presenze in campionato e 10 apparizioni in Under 21, il selezionatore azzurro non esita a lanciarlo nella mischia, facendolo esordire con la maglia dell’Italia nella gara inaugurale del Mondiale, a Mar del Plata contro la Francia. La carriera di quello che divenne uno dei più forti terzini della storia ha ampiamente reso onore all’intuizione del commissario tecnico, poi campione del Mondo quattro anni dopo in Spagna.

Trovare analogie con la situazione attuale è forse una forzatura, ma quella vicenda ci insegna che chi è giovane e forte può e deve avere una chance ad altissimi livelli, anche senza esperienze pregresse. Il compiacimento è dunque d’obbligo per la chiamata in azzurro, in vista del doppio impegno tra poco meno di due settimane contro Liechtenstein (12 novembre, qualificazioni mondiali) e Germania, (amichevole, martedì 15 a San Siro) di Roberto Gagliardini, centrocampista classe ’94 lanciato quest’anno nell’Atalanta da Gasperini e autore di prove maiuscole che stanno contribuendo al grandissimo campionato degli orobici.

Da sottolineare poi la presenza tra i convocati di Matteo Politano, ventitreenne attaccante esterno che grandi cose sta facendo a Sassuolo, senza dimenticare di ragazzi come il mediano laziale Cataldi, il difensore del Genoa Izzo e ancora il terzino granata Zappacosta. L’ultimo arrivato, in ordine temporale, è Gianluca Lapadula, autore solo pochi giorni fa del primo gol in Serie A con la maglia del Milan: lui, Gagliardini e Izzo sono stati chiamati dal ct Ventura per sopperire agli improvvisi forfait di Gabbiadini, Marchisio e Barzagli.

Lapadula, con i suoi 26 anni, è il più “vecchio” dei ragazzi appena nominati: tutti gli altri sono nati dal ’92 in poi. Un gruppo al quale vanno aggiunti gli habituées  Donnarumma (’99), Romagnoli (’95), Bernardeschi ( ’94), Rugani (’94), Belotti (’93) e ovviamente Verratti (’92). Una Giovine Italia che ha il compito di prendere il testimone da quel gruppo che, splendidamente guidato da Conte a Euro 2016, è forse riuscito a superare i propri limiti sfiorando una semifinale che sarebbe stata meritata. Ventura, dopo un inizio all’insegna della continuità, ha forse cominciato a realizzare che è arrivato il momento di osare, di dare la propria impronta al gruppo: anche spinto da infortuni eccellenti, squalifiche e forfait dell’ultimo minuto, il ct ha accelerato il processo di inevitabile rinnovamento, avendo coraggio a portare con sé chi, come Gagliardini e Lapadula, ha sinora giocato poco e nulla nella massima serie.

Il piccolo Liechtenstein è chiaramente l’avversario ideale per lasciarsi andare a sperimentazioni riguardanti uomini e modulo: Italia potrebbe presentarsi in in campo con un inedito 4-4-2 (o 4-2-4, in proiezione offensiva), con De Rossi e Verratti a condurre i giochi a metà campo e Bonaventura-Candreva a supportare sulle fasce il duo avanzato composto da Belotti e Immobile. I “gemelli del gol”, forgiati entrambi in questi anni proprio da Ventura, sembrano per caratteristiche tecniche la coppia offensiva ideale di un’Italia rinnovata, piena di entusiasmo e pronta ad aprire un ciclo innovativo sia negli uomini, che nei moduli.

No Team For Old Men: parafrasando un famoso film dei fratelli Cohen, con l’eccezione di totem come Buffon, Bonucci e De Rossi, prepariamoci al primo assaggio di questa rivoluzione targata Ventura.

Gabriele Pulvirenti

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