La parrocchia-santuario di Vena ha salutato il Capodanno del 2021 in chiesa con l’ospite
diocesano più illustre, il vescovo mons. Antonino Raspanti, che vi ha celebrato, di pomeriggio, il suo primo pontificale dell’anno. Il parroco-rettore, prima dell’inizio della Messa, ha evidenziato come Vena sia periferia, piccolo borgo lontano dal capoluogo della Diocesi, ma anche essa stessa centro perché sede del primo nucleo cristiano. Ha quindi ringraziato il vescovo il quale – ha rivelato – qualche giorno prima, in un breve colloquio, gli aveva chiesto della vita del santuario in questo periodo di disagio a causa della pandemia; e lui gli aveva risposto, con amarezza, di essere isolato e di celebrare Messa per pochissime persone. L’indomani ha ricevuto la comunicazione telefonica della venuta, nel pomeriggio di venerdì 1 gennaio, a Vena di mons. Raspanti. Che, rispondendo ai saluti e ai ringraziamenti del parroco, prima della celebrazione eucaristica, ha detto, con semplicità ed efficacia: “Sapendo che eri solo, sono venuto a farti compagnia”. Un esempio di cura, vicinanza e solidarietà. E si è detto contento di essere lì, con i fedeli convenuti (per l’occasione, non i soliti cinque ma diverse decine) e ai piedi della Madonna della Vena, alla quale ha affidato la Comunità diocesana.
Nel giorno dedicato alla solennità di Maria Santissima Madre di Dio, mons. Raspanti, nella sua omelia, ha indicato la Madonna come modello di vita, sottolineando le parole del Vangelo che la ricordano “… custodire queste cose meditandole nel suo cuore”. Maria che fu protagonista e spettatrice di avvenimenti straordinari, solo in parte compresi subito; avvenimenti confrontati con le parole dell’Angelo che le aveva predetto quale sarebbe stata la sua missione, nella storia della salvezza e secondo il piano di Dio.
“Anche noi – ha affermato il Vescovo – abbiamo la nostra missione da compiere, come comunità e come singoli”. Ha ricordato il tristissimo momento che vive tutto il pianeta a causa della pandemia, dalla quale tutti ci chiediamo come uscirne ma, soprattutto, cerchiamo di capirne il senso. “Non ho la risposta”, ha detto mons. Raspanti, confermando però la presenza di Dio nel mondo e la necessità di rapportare tutto a Lui. In questa prospettiva “niente è sprecato”. E la Croce di Cristo, il più grande atto di amore, di giustizia, di verità e di pace non si perde, è eterno. Così “cercare il bene sulla terra fa parte del dono di Dio”. Affidarsi a Maria ricorda il gesto che fece lo stesso Gesù sulla Croce, quando chiese a sua mamma di essere, appunto, la madre di tutti.
Indicando a modello ancora Maria, il vescovo ha concluso invitando ciascuno a “scoprire la propria missione riflettendo e meditando, con l’assistenza dello Spirito Santo”.
La santa Messa è stata “cantata” dal coro parrocchiale “Mater Divinae Gratiae” di Presa e assistita, con servizio d’onore, dai cavalieri “Milites Christi”.
Dir Pep