La pandemia ha inciso sui flussi migratori e sugli stranieri residenti, complicando la situazione occupazionale e facendo crescere le richieste in Caritas. All’Help Center della Stazione Centrale di Catania sono aumentati del 40% gli interventi tra il 2019 e il 2020.
In contrazione gli stranieri residenti censiti nell’area metropolitana etnea (-0,8% tra 2019 e 2020) che confermano una tendenza registrata a livello regionale (-1,9%).
Risulta sostanzialmente stabile il dato relativo al Comune di Catania: 13.622 stranieri residenti censiti, circa 800 unità in più rispetto al 2019. Lo rivela un’analisi della Caritas Diocesana di Catania che ha incrociato dati dell’Osservatorio Diocesano delle Povertà e delle Risorse, dell’Istat e del XXX Rapporto Immigrazione 2021 “Verso un noi sempre più grande” di Caritas-Migrantes.
In calo, a livello nazionale, i movimenti migratori (-17,4%), così come una generale flessione per movimenti interni tra comuni e da e per l’estero. Si tratta, scrivono gli autori del rapporto Caritas-Migrantes, della componente specificatamente demografica dell’impatto che il virus ha avuto sulle vite dei cittadini stranieri in Italia, che poi può essere allargato anche in riferimento ad altri importanti indicatori come la tenuta occupazionale.
La pandemia ha pesato sulle condizioni di vita anche degli stranieri
La pandemia, infatti, ha pesato fortemente anche sull’economia e quindi sulle condizioni di vita delle persone. A fronte di numeri sostanzialmente stabili in termini di popolazione straniera residente, sono cresciute le richieste degli stranieri all’Help Center della Caritas Diocesana di Catania. Nel corso del 2020, sono stati oltre 2mila – pari al 37% del totale – gli interventi effettuati per gli stranieri (extracomunitari e comunitari) tra beni primari, interventi economici, cura dell’igiene e servizi tecnologici.
Si tratta di un dato in crescita del 40% rispetto al 2019, quando gli interventi compiuti erano stati 1.239. Circa 67mila sono stati i pasti distribuiti agli stranieri nella mensa dell’Help Center che opera quotidianamente in Piazza Giovanni XXIII, pari al 40% del totale annuale che ha toccato quota 169.008.
«Molti cittadini stranieri ascoltati hanno chiesto un aiuto all’Help Center – ha spiegato Sarah Zimbili, assistente sociale e referente della struttura. Perché, nell’anno della pandemia, si sono trovati a perdere lavoro e casa. Prima riuscivano a sopravvivere tra un lavoro stagionale e l’altro, poi le chiusure e la cessazione di molte attività li ha travolti. A quel punto per alcuni di loro è stato difficile accedere alle misure attivate dal governo, perché magari non avevano contratti in regola. Mentre per altri è stato impossibile perché senza documenti e residenza».
Causa pandemia anche i lavoratori stranieri chiedono aiuto all’Help center
All’Help Center, quotidianamente, arrivano famiglie e singoli che cercano aiuti di vario genere – dagli alimenti per l’infanzia fino al disbrigo pratiche o all’orientamento al lavoro. E testimoniano la complicata situazione occupazionale dei lavoratori stranieri presenti a Catania. Lavoratori colpiti dalla chiusura di molte attività lavorative in settori strategici, come la ristorazione, l’edilizia o l’agricoltura.
«La crisi in città c’è per tutti e noi lo avvertiamo in Caritas – ha sottolineato Salvo Pappalardo, responsabile delle attività – perché continua a crescere la fetta degli italiani che chiede aiuto. E allo stesso tempo aumenta, proporzionalmente, anche quella degli stranieri. Per molti di loro, spesso per anni sfruttati nel vasto ambito del lavoro sommerso, l’incisività delle misure attivate dal governo è stata nulla o quasi».
Attualmente, a livello nazionale e secondo dati Istat, il tasso di disoccupazione dei cittadini stranieri è di cinque punti superiore a quello degli italiani (13,1% contro 8,7%).