“Crisci ranni” tradotto dal siciliano significa: “cresci forte, diventa grande”. Ossia crescere in valori, saggezza e umanità. Una tradizione e un auspicio che la Caritas di Noto ha preso alla lettera, tant’è che lo ha reso il titolo di un cantiere educativo a 360 gradi che ha coinvolto dal 2010 ad oggi migliaia di bambini, adolescenti e giovani.
La Caritas della barocca cittadina della Sicilia orientale, la cui diocesi comprende anche l’altrettanto bella Modica, ha ripreso e riproposto l’antico rito collettivo del sabato di Pasqua, in cui i padri alzano al cielo i figli urlando proprio questo augurio – “Crisci ranni” – mentre le campane delle chiese suonano a festa.
Il progetto va avanti tutto l’anno e prevede, in collaborazione con le scuole, accompagnamento allo studio, incontri con psicoterapeuti e altri esperti su temi di grande interesse per i giovani, corsi di formazione per educatori e durante l’estate il Grest, cuore del progetto, che quest’anno coinvolgerà per un mese e mezzo 200/250 ragazzi dai 4 ai 13 anni.
Oltre a Modica, che ospita il Grest in un parco pubblico recuperato al degrado in zona Vignazza, esperienze simili sono state aperte a Ispica, Scicli, Noto, Avola. Quest’estate il Grest si svolgerà dal 20 giugno al 3 agosto, con un centinaio di giovani educatori (liceali e universitari) che in questi giorni stanno partecipando ad un corso di formazione. Tutto a prezzi molto popolari, per consentire a chiunque di vivere l’esperienza. Per chi non può permettersi nemmeno la quota simbolica, provvede la Caritas.
“Sicilia. Centro di gravità permanente”
Il tema centrale intorno a cui ruoteranno gli incontri con i testimoni, i laboratori, i giochi di gruppo, le gite al mare, lo sport sarà “Sicilia. Centro di gravità permanente”. “Presenteremo personaggi come lo scrittore Andrea Camilleri o la cantautrice Rosa Balistreri, che hanno portato avanti la sicilianità nel mondo e ci hanno resi fieri di questa appartenenza – dice al Sir Cristian Modica, tra i responsabili di “Crisci ranni”. Faremo un legame con il fatto di vivere al Sud, visto non solo come una limitazione ma come una risorsa, a seconda di come la si vive”.
Le attività saranno soprattutto gioco, laboratori, sport, musica, canto, incontri con i genitori, dalla mattina alla sera, in collaborazione con la Casa dell’Arca di Modica.
“Gli educatori volontari ci daranno una mano – prosegue. A loro sarà dedicato un Grest parallelo agli inizi di settembre, totalmente gratuito, per trascorrere un tempo estivo in maniera generativa e produttiva. Importante è lo stare insieme, la relazione, che può renderci migliori e può essere uno strumento di crescita e di coinvolgimento di tutti. Teniamo molto al fatto che gli adolescenti possano essere i fratelli e sorelle maggiori dei bambini che incontriamo. Inoltre vogliamo dare alle famiglie gli strumenti per discutere sulla genitorialità, con tutti i pro e le difficoltà di questo periodo storico. Ed è anche occasione di incontro con le diversità”.
Le storie di integrazione sono tante e belle
Nel tempo Crisci Ranni ha acquisito, infatti, anche un valore di inclusione e integrazione degli immigrati presenti sul territorio, compresi i migranti non accompagnati che vivono in comunità. L’anno scorso hanno avuto i ragazzi dell’Ucraina, qualche albanese e tutto il Nord Africa e qualcuno dal Sud America e dall’Africa (Gambia e Senegal).
Tra le tante belle storie di integrazione quella di Nuha, 25 anni, fuggito dal Gambia da solo e ancora minorenne. Ha partecipato al Grest a 17 anni, quando viveva in comunità. Ha stretto legami talmente forti con i ragazzi del Grest che al momento di lasciare la comunità, al compimento dei 18 anni, è scoppiato a piangere. Non voleva andare in un altro paese o città, magari in un’altra regione. Non voleva dover ricominciare tutto da capo. La Caritas l’ha sostenuto. Ora vive da solo in un appartamento e lavora come aiuto cuoco in un ristorante stellato. Una famiglia lo ha preso a cuore, lo considera come un figlio. Un gruppo di persone è andato addirittura in Gambia per conoscere i familiari.
“Nuha è sempre disponibile e pienamente integrato – racconta al Sir Fabio Sammito, direttore di Caritas Noto. Durante l’esperienza del Grest non si percepiscono differenze tra stranieri e italiani. Il focus sull’accoglienza e l’integrazione è una parte importante del nostro lavoro. Molti di coloro che partecipano, italiani e stranieri, negli anni tornano per fare volontariato come educatori”. Così è accaduto per Sara, Mohammed e chissà quanti altri. Il campo estivo è stato “il punto di aggancio”.
La collaborazione con la comunità per minori migranti, che ospita al momento 17 adolescenti, è cruciale. Quest’estate parteciperanno alle attività una decina di ragazzi. “Quando arrivano in Italia sperimentano la solitudine, sono in difficoltà perché non conoscono l’italiano, non possono lavorare – spiega Sammito. Con noi riescono ad allacciare legami forti e sperimentano la possibilità di sentirsi utili, uguali ai coetanei”.
Patrizia Caiffa