Una storia che comincia nel 1974 per svilupparsi fino ai giorni nostri con uno sguardo rivolto al futuro, raccontando una comunità di volontari che accompagna e indirizza le persone più fragili del territorio dell’arcidiocesi di Catania verso una piena ripresa della propria esistenza.
La Caritas Diocesana di Catania -illustra una nota stampa – che nell’ultimo anno ha effettuato oltre 350mila interventi – celebra i suoi cinquant’anni di servizio, incarnando le molteplici modalità di aiuto ai più bisognosi, grazie anche all’8xmille alla Chiesa Cattolica, alle donazioni di cittadini, aziende e alla collaborazione con le associazioni del terzo settore.
Se ne è discusso al Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania, dove si è tenuto l’incontro “Mezzo secolo d’amore – 50esimo anniversario della Caritas Diocesana di Catania” che ha rappresentato un’occasione per rivivere assieme i momenti più significativi della storia dell’organismo diocesano della carità alla presenza delle istituzioni civili e religiose. Tra questa il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, e l’arcivescovo, mons. Luigi Renna.
“Oggi ‘cantiamo’ una storia – ha evidenziato l’arcivescovo –, che ‘cammina sulle gambe’ degli uomini e delle donne che sono o sono stati direttori, vicedirettori, volontari che nei centri diocesani, dove assicurano una costante prossimità ai fratelli più poveri o nelle comunità parrocchiali. Sono il popolo di Dio che incarna la virtù più grande”.
Cinquant’anni della Caritas diocesana di Catania:la povertà è aumentata
L’incontro, moderato dalla giornalista Adelaide Barbagallo, ha vissuto anche un momento dedicato alla comunicazione della solidarietà con Salvo La Rosa e Giuseppe Castiglia.
E ha portato all’attenzione del pubblico le testimonianze di volontari e beneficiari che sono state introdotte dall’intervento del direttore della Caritas, don Nuccio Puglisi.
“Sono passati cinquant’anni – ha detto il direttore – e i bambini poveri che allora avevano dieci anni oggi ne hanno sessanta. Ma molti di loro sono ancora poveri perché, semplicemente, tutti continuiamo a chiamarli così. Celebrare questo anniversario significherà ammettere che, in cinquant’anni, la povertà è aumentata nelle connotazioni di povertà più subdole, invisibili, ‘digitali’”.
Una povertà che si evolve e che si intensifica in maniera preoccupante. L’ultima rilevazione dei servizi Caritas, diffusa lo scorso maggio, ha evidenziato in maniera strutturata le difficoltà economiche e sociali della città. +119mila interventi effettuati tra il 2019 e il 2023, passati da 237mila a 356mila, facendo segnare un +34%.
Numeri che testimoniano l’impegno di centinaia di volontari.
Cinquant’anni della Caritas di Catania: l’Help Center pronto soccorso sociale
L’Help Center, in piazza Papa Giovanni XXIII, è un pronto soccorso sociale che garantisce ascolto, colazione, cena, vestiario, prodotti per l’infanzia, servizi igienici e cambio vestiario. In campo, oltre ai servizi a bassa soglia, anche forme di supporto più complesse destinate a indirizzare gli ospiti verso la ripresa autonoma. Cioè le accoglienze per donne vittime di violenza con minori, le consulenze dedicate al disbrigo delle pratiche burocratiche. Poi il sostegno economico per il pagamento delle utenze, l’attività di consulenza legale e psicologica e la mediazione bancaria tramite il microcredito.
“In un memorabile discorso alle Caritas italiane – ha concluso mons. Renna – San Paolo VI ebbe a dire: ‘Al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica’. Cosa può significare: che la Caritas ogni anno ci consegna un rapporto sulle povertà del Paese e forma i volontari? Anche, ma non solo. Ad ogni comunità insegna che è chiamata a rivivere l’esperienza degli Atti degli apostoli, che ‘vendevano i loro beni e li distribuivano ai poveri. E tra loro non c’era nessuna persona bisognosa”.