“L’Anello Debole” è il titolo del Rapporto su Povertà ed Esclusione Sociale, redatto dalla Caritas Italiana, presentato giovedì 30 novembre nella chiesa Cuore Immacolato di Maria ad Acireale. Il momento storico che si sta vivendo rivela sempre più la presenza di anelli deboli della famiglia umana. Questi, sganciati da meccanismi di solidarietà e accompagnamento, rischiano di isolarsi e staccarsi dal resto della società. Superata la fase positiva di riscoperta del senso di empatia nei confronti di chi stava soffrendo a causa della pandemia, si osserva nuovamente il riaffiorare di sentimenti e atteggiamenti discriminatori e intolleranti verso chi sta peggio.
Anello Debole / Presentazione del Rapporto
L’incontro di giorno 30 novembre si è svolto in due momenti. Nella prima parte si è discusso sulla situazione della povertà in Italia attraverso la visione di brevi video della prima presentazione del Rapporto, avvenuta a Roma lo scorso 17 ottobre. La seconda parte invece ha visto protagonisti padre Giovanni Mammino e Walter Cerreti, responsabile della Comunità Sant’Egidio di Catania.
Il titolo del Rapporto è emblematico. L’Anello Debole perché, dalle indagini effettuate dagli operatori Caritas, si è notato che la povertà non riguarda più soltanto coloro che non hanno nulla. Essa purtroppo si sta diffondendo tra la popolazione. Da una vecchia povertà si sta passando a nuove povertà, come conseguenza della pandemia e della guerra. Interessante infatti è stato il contributo di Federica De Lauso che ha illustrato i dati riguardanti la povertà. I dati Istat dimostrano che 1 milione e 400mila di bambini in Italia sono poveri. Inoltre nel corso di 10 anni, dal 2001 al 2021, la povertà è raddoppiata nei lavoratori. Numeri che dovrebbero far riflettere non solo chi è impegnato nei centri Caritas, ma tutti. “E’ un rapporto preoccupante che ci deve aiutare a scegliere e a vivere consapevolmente delle settimane, mesi che richiederanno tanta solidarietà”, ha affermato il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI.
Caritas Italiana / Il Rapporto Anello Debole sulla povertà
Il Rapporto su Povertà ed Esclusione Sociale in Italia (clicca qui per leggere il testo integrale del Rapporto) si compone di cinque contributi. Nella prima parte vengono presentati i dati relativi alle persone che, nel 2021, si sono rivolte ai Centri di Ascolto e alle Caritas. La seconda e terza parte si soffermano sulla povertà ereditaria, rilevata attraverso due tipi di ricerca empirica. Una ricerca quantitativa realizzata su un campione rappresentativo di utenti Caritas. Poi, una di tipo qualitativo sui vissuti delle famiglie in povertà intergenerazionale. Nel quarto contributo, viene illustrata un’indagine transnazionale condotta in 10 paesi europei sul tema della transizione scuola-lavoro dei giovani che vivono in famiglie in difficoltà. Infine, l’ultima parte comprende una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà.
L’ Anello Debole / La povertà educativa ed ereditaria
Ecco che in questo contesto, la Caritas diocesana di Acireale , guidata da don Orazio Tornabene, esorta le comunità parrocchiali ed in particolare i volontari Caritas a vivere l’Avvento della fraternità, cammino illuminato dalla via del Vangelo. La Parola di Dio, infatti, entra nella storia di donne e uomini, interpellando il cuore di ciascuno. Vi è purtroppo una forte povertà educativa ed ereditaria. La maggior parte dei poveri in Italia lo è anche perché non ha ricevuto un’adeguata istruzione. “Davanti ai poveri non si fa retorica ma ci si rimbocca le maniche”, ha dichiarato papa Francesco lo scorse 13 novembre, in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri.
La speranza, l’arma per combattere la povertà
Come possiamo quindi prenderci cura degli anelli deboli, in modo da evitare rotture e lacerazioni all’interno delle comunità? E’ necessario attivare dei percorsi di inclusione. Le azioni più efficaci ruotano attorno a tre parole chiave: ascoltare, accompagnare, dare fiducia alle persone. Una relazione che sia capace di dare speranza, fiducia, che lenisca la solitudine, capace di dare sguardi diversi e sostegno. Speranza è la parola più adatta. I poveri hanno bisogno di speranza. Qui rientra la seconda parte dell’incontro nella quale padre Giovanni Mammino presenta il libro “Vangelo in periferia”, a cura della Comunità di Sant’Egidio, una raccolta di catechesi e un metodo di incontro con gli ultimi.
Vangelo in periferia / Un testo che da speranza
Il libro racconta l’esperienza vissuta da alcuni giovani, ambientata in una periferia romana degli anni ’70. Viene narrata una forte esperienza nell’ambito della carità. Un gruppo di giovani studenti decide di andare in frontiera rischiando fallimenti e delusioni. La frontiera è quella che viene chiamata periferia urbana e umana. L’obiettivo di questi giovani ragazzi è l’annuncio del Vangelo, la promozione umana nelle scuole e nei quartieri, creare una famiglia con i poveri che non si conoscono, coltivando il desiderio di cambiare se stessi e la città. Il motto principale sta nella frase “Non c’è nessuno così povero da non poter aiutare un povero”.
L’opera della Caritas e della Comunità di Sant’Egidio per arginare la povertà
Quest’opera è la parabola di una chiesa in missione. Catechesi molto dirette, fedeli ai testi biblici, riguardanti la vita quotidiana di donne, ragazzi, uomini che sopportano lavoro precario e fatica, bisognosi di punti di riferimento. la chiesa e la Bibbia possono essere centro della vita e antidoto allo spaesamento. E’ questa l’intuizione che sta alla base della Comunità di Sant’Egidio, la rivoluzione biblica, il vangelo e la Bibbia per tutti, nessuno escluso. Una proposta di carità capace di creare ponti tra le periferie urbane e umane, le periferie esistenziali del nostro tempo.
La povertà in Italia / Le parole di don Orazio Tornabene
Alla luce di tutto ciò sorge una domanda: le nostre comunità cosa insegnano ai giovani di oggi? Perché i giovani non hanno lo stesso desiderio dei protagonisti del libro di combattere le ingiustizie? Così don Orazio Tornabene, a conclusione dell’incontro, si rivolge agli operatori Caritas: “Ricordo le tre vie della carità che indica papa Francesco. La via degli ultimi, la via del Vangelo e la via della creatività. La carità non è nella logica del fare, ma in quella dell’essere”.
Maria Catena Sorbello