Carmelo Patti / Intervista al musicista internazionale

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Carmelo Patti intervista musicista

L’intervista di oggi ha come protagonista Carmelo Emanuele Patti, musicista di 27 anni residente a Milano, già noto alle platee internazionali. Oltre a dimostrare che non tutte le categorie sentono, fortunatamente, la crisi allo stesso modo, siamo felici di appurare come, talvolta, seguire le proprie passioni paghi.

Carmelo Patti / Intervista al musicista di fama internazionale

Carmelo, parlaci di te.

“Mah… detta così, inizierei dalla fine. Per prima cosa vi dico che ho fatto una scelta in questo periodo, se volete un po’ bohemien e poco razionale. Ho rinunciato ad un po’ di lavoro per trasferirmi in Olanda, dove mi sto perfezionando in Composizione e Arrangiamento. La vita dell’artista è fatta di momenti in cui si cerca razionalmente di cogliere le buone occasioni e seguire le regole che detta il mercato del lavoro, altri in cui si lascia da parte qualche certezza per seguire, anche un po’ in maniera irrazionale, ambizioni e sogni. Tutto questo rientra comunque in un’ottica orientata ad accrescere il proprio livello e, di conseguenza, collocarsi meglio nel mercato del lavoro conquistando più prestigio. Non so se posso essere un buon esempio per le rubriche della Voce dell’Jonio!”

Come mai proprio l’Olanda?

“A parte il discorso lavoro, che in questi ultimi anni fortunatamente non mi è mancato, penso che in questo momento in Italia, e lo dico con grande dispiacere, non ci siano molti stimoli per un artista che ha bisogno continuamente di nuova linfa per andare avanti. Questa è una delle ragioni che mi ha spinto a puntare, per ora temporaneamente, al nord Europa”.  

Carmelo Patti / Intervista. Andiamo con ordine: innanzitutto, quando è iniziato il tuo amore per la musica e quando hai scelto di seguire questa passione?  

“Ho iniziato a 5 anni a suonare il violino e dopo qualche anno di lezioni alla scuola Civica di Milano, i miei genitori mi hanno incoraggiato a tentare l’ammissione al Conservatorio di Milano“.

A che età ti sei diplomato? Insomma quanti anni dura?

“Ho proseguito i miei studi fino a diplomarmi in Violino a 19 anni. Non ricordo momenti senza violino e senza musica. Penso che sia una condicio sine qua non della mia vita. Al Conservatorio, oltre al Diploma di Violino, il cui corso dura 10 anni, ho studiato Composizione, Musica Elettronica e Jazz, raggiungendo il titolo di Diploma di II Livello equiparato ad una Laurea Magistrale. Al Conservatorio ho iniziato a suonare in piccole formazioni da camera. Poi in orchestra e da lì ho cercato continuamente, fino ad oggi, di trasformare la mia passione in professione. 

Mi sono anche laureato in Tecnologie per la Comunicazione Musicale all’Università degli Studi di Milano (facoltà di Informatica e Comunicazione). Ora sto frequentando un Master di II Livello al Codarts (Hogeschool Voor de Kunsten) di Rotterdam, dove mi sto perfezionando in Composizione e altre discipline come l’arrangiamento jazz e la direzione d’orchestra. Questa non è la mia prima esperienza all’estero. Nel 2010 ho seguito un corso a Parigi di Violino Jazz nella scuola di un importante violinista jazz di fama mondiale”.

Cosa significa per te essere musicista oggi? 

“Credo che significhi cercare di essere molto versatili e adattarsi al mercato del lavoro con tutte le competenze che questo richiede. Purtroppo non è più possibile, a parer mio, concentrarsi in una sola disciplina. Bisogna cercare di ampliare i propri orizzonti conoscitivi, cercando di approfondire i diversi ambiti che il mondo della musica offre. Questo modo di pensare mi ha portato negli anni a vivere esperienze lavorative importanti come musicista. In musical di rilievo nazionale e internazionale (come La Bella e la Bestia e Shrek), tour in famosissimi teatri italiani e esteri, partecipazioni in dischi di jazz e pop di un certo spessore (Faletti, Vecchioni). Ma anche esperienze come compositore e arrangiatore di musica per spot commerciali e cinema. 

Fare il musicista non è certo una professione semplice poiché richiede molta dedizione e sacrificio, che spesso non vengono ripagati a sufficienza. Il consiglio che do continuamente a me stesso e che posso dare ad altri che scelgono questa professione è quello di cercare di superare le difficoltà. Se ne incontrano tante ma, con la gioia che la musica ci regala ogni giorno, possiamo superarle puntando sempre in alto, senza lasciarsi mai distruggere sogni e ambizioni”.

Annamaria Distefano