La Diocesi di Catania, in collaborazione con AFPS (Associazione dei Fotografi Professionisti Siciliani) giorno 11 ottobre 2021 ha tenuto presso il Museo diocesano di Catania il primo corso di formazione per fotografi e videomakers. L’obiettivo è stato in primo luogo quello di porre l’attenzione sull’ordine e il clima di raccoglimento da tenere nelle celebrazioni religiose durante l’attività fotografica. La positiva accoglienza riscontrata dai professionisti partecipanti alla prima edizione rende auspicabile il rinnovamento del corso nell’anno 2022.
Abbiamo incontrato Francesco Sciacca, fotografo e presidente di AFPS che ci ha illustrato l’iniziativa.
Catania / Le celebrazioni nel debito clima di raccoglimento: un “flashback” all’origine dell’iniziativa
“L’iniziativa nasce da quella che da sempre è condizione imprescindibile per le celebrazioni religiose: il debito clima di raccoglimento e di preghiera. Io e i miei colleghi del direttivo operiamo professionalmente da decenni e abbiamo avvertito, particolarmente negli ultimi anni, la necessità di fare qualcosa per mantenere questa condizione fondamentale pertanto ho esposto al clero, trovando conferma e condivisone da parte loro, un’esigenza avvertita sul campo nel corso del tempo. Abbiamo ritenuto che un buon punto di partenza fosse quello di attenzionare aspetti quali l’ordine e l’”educazione” nel corso delle celebrazioni da parte degli operatori fotografici. Notavamo spesso che durante le funzioni non vi era il sufficiente raccoglimento confacente al contesto sacro.
Questo accadeva in presenza di operatori poco curanti dei momenti di celebrazione e quindi dei dovuti momenti di silenzio dettati dalla funzione stessa. La Santa Messa, officiata in particolar modo in occasione di battesimi, cresime, diventava quasi una Santa Messa “in scena” con colleghi non formati a determinati tipi di accorgimenti.
Ed ecco pertanto l’idea di indire, con la collaborazione della diocesi di Catania, un corso di formazione per fotografi professionisti che rappresentasse un buon punto di partenza per iniziare un percorso formativo ed “educativo” degli operatori fotografici.”
Catania / Le celebrazioni nel debito clima di raccoglimento: i punti salienti del corso
“Conclusa la prima edizione del corso di formazione, ci si è riproposti con la Curia di ripeterlo annualmente. La prima edizione è stata molto seguita e apprezzata. Si è tenuta presso il Museo diocesano con l’intervento del vicario, Mons. Salvatore Genchi, il direttore dell’ufficio liturgico diocesano, Don Giovambattista Zappalà, il cerimoniere arcivescovile, padre Pasquale Munzone e alcuni colleghi professionisti del direttivo. Abbiamo parlato del ruolo importante assunto dai fotografi in qualità di testimoni delle famiglie durante i loro sacramenti.
Abbiamo spiegato che ci spetta in quei contesti un oneroso compito che va al di là della parte professionale. Si tratta di una vera missione: quella di poter ‘documentare’ i momenti sacri di una famiglia nel rispetto della celebrazione. In particolare Mons. Genchi e don Pasquale Munzone sono entrati nello specifico delle funzioni spiegando quali sono i passaggi in cui il fotografo può o non può operare”.
Catania / Le celebrazioni nel debito clima di raccoglimento: sensibilizzare le nuove leve
“Riteniamo che questo tipo di formazione sia fondamentale soprattutto per le nuove leve che si approcciano allo straordinario mondo della fotografia e della videografia. Talvolta, presi dal fare al meglio il mestiere, si corre il rischio di confondere il luogo di culto con set fotografico, rischiando di distrarre i fedeli presenti attenti alla celebrazione, e proprio per questa ragione la curia ha promosso questa iniziativa. È un fenomeno molto diffuso e talvolta sono soprattutto i nuovi professionisti poco sensibilizzati su questi temi.
È molto importante creare un buon dialogo anche tra il fotografo e il parroco, che a mio avviso dovrebbe instaurarsi prima del servizio stesso. Il professionista potrebbe contattare preventivamente il parroco, per prendere accordi in merito alla celebrazione che dovrà documentare. Questo è un suggerimento che abbiamo dato anche durante il corso”.
Qual è stato il riscontro da parte dei fotografi frequentanti del corso?
“I colleghi partecipanti al corso, circa una quarantina, hanno appreso piacevolmente questo genere di nozioni. Molti di loro, professionisti di lunga data, sapevano già le norme comportamentali da attenzionare durante le celebrazioni perché acquisite nel tempo; altri, invece, non ne erano a conoscenza. Per questo è importante che questo corso anche nel 2022 possa rinnovarsi soprattutto appunto per le nuove leve, cioè per i nuovi professionisti o per chi non ha potuto prendere parte all’edizione 2021”.
Catania / Le celebrazioni nel debito clima di raccoglimento: uno strumento di “garanzia”
“La Curia ha stilato una lista dei partecipanti al corso che ogni anno sarà arricchita con i nominativi dei nuovi professionisti che parteciperanno. Sarà uno stabile elenco da cui i parroci potranno attingere informazioni per capire se il fotografo deputato a quel servizio fotografico nella loro parrocchia sarà per loro una garanzia, saprà muoversi con competenza e non ‘interferire’ con la celebrazione”.
Verrà richiesta una qualifica al fotografo ingaggiato dalle famiglie?
“Già nella prima edizione del corso è stato rilasciato un attestato. Il fine non è escludere, ma includere. Sarebbe quindi auspicabile, per la buona riuscita della funzione, che il professionista si formasse adeguatamente. Deve fare un buon lavoro non solo fotograficamente, ma anche nel rispetto del luogo sacro. È dunque preferibile abbia questa competenza, anche se non vincolante”.
Un’esperienza da replicare
Abbiamo raccolto la testimonianza di due esperti professionisti partecipanti al corso: Flavia Litrico e Davide Nicosia. Flavia Litrico ci rilascia il suo positivo riscontro sui contenuti e finalità del corso: “Da parte della diocesi penso sia stato un passo abbastanza importante. Si è aperto un dialogo costruttivo tra noi e loro. Già conoscevamo in gran parte ciò che ci è stato menzionato durante il corso. Ci sono stati forniti dettagli ulteriori su come bisogna comportarsi secondo il loro punto di vista in chiesa, aspetti che tendenzialmente già erano noti alla maggior parte, ma è stato giusto ricordarli. Auspicherei che si facesse ogni anno in modo che si instaurasse un canale di comunicazione proficuo tra noi e la chiesa”.
Davide Nicosia, manifestando eguale apprezzamento, dichiara: “Già seguivamo queste regole da diversi anni, in questo modo ci siamo messi in linea con quello che ci viene suggerito dalla diocesi. Bisognerebbe, a mio parere, sensibilizzare di più sul tema del rispetto verso la funzione religiosa”.
Graziana Caruso