Catania / Pogliese sospeso, le prospettive per la città

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Pogliese

Il 24 gennaio scorso, tramite una nota della prefettura di Catania, la città ha visto il proprio sindaco Salvo Pogliese venire sospeso dalla propria carica. La condizione è dettata da una serie di eventi che hanno radici nella condanna per peculato pronunciata dal Tribunale di Palermo, datata 2020.

Catania / Pogliese sospeso, un sunto della questione

A confermarlo è stato lo stesso Salvo Pogliese tramite un post sulle sue pagine social. A causare la sospensione, la “mannaia” della legge Severino notificata dalla prefettura di Catania. Il provvedimento è ritornato in vigore per precedenti vicende giuridiche del primo cittadino del comune etneo. La vicenda cui si fa riferimento risale al 23 Luglio 2020, quando il Tribunale di Palermo condannò in primo grado per peculato a 4 anni e 3 mesi di reclusione il sindaco nell’ambito del processo  sulle “spese pazze” dei capigruppo dell’Assemblea Regionale Siciliana dal 2008 al 2013. Tra i condannati erano presenti diversi esponenti dell’allora Pdl. Giulia Adamo, Livio Marrocco, Rudi Maira dell’Udc, Cataldo Fiorenza, del gruppo misto, e naturalmente il già citato Pogliese.

Per effetto proprio della legge Severino, la prefettura catanese sospese il sindaco dalla sua carica per 18 mesi, già all’indomani della sentenza. Ma la difesa di Pogliese, a seguito di un ricorso al tribunale civile, ne permise il ritorno in carica già nel dicembre del 2020. Più precisamente, fu fatta leva sull’effettiva legittimità costituzionale della legge Severino in seno alla Corte Costituzionale. Tale richiesta sospese quindi la sentenza precedente in attesa di una pronuncia. Quella pronuncia è alla fine arrivata il dicembre scorso, autorizzando il Tribunale di Catania a procedere secondo giudizio, data l’infondatezza delle questioni sollevate sulla legittimità costituzionale della legge secondo i giudici della Corte. Due mesi dopo, la prefettura ha quindi avanzato le proprie disposizioni, sospendendo il sindaco in ottemperanza alla legge citata.

Catania / Pogliese sospeso, le prospettive per la città

Salvo Pogliese si è più volte difeso pubblicamente sulle sue pagine social, rispettando le decisioni delle magistrature ma puntando il dito verso una legge secondo alcuni, tra cui proprio il sindaco sospeso, inefficiente. Aldilà delle vicende giuridiche della persona, che verranno esaminate da organi competenti, molti concordano sul fatto che lasciare senza primo cittadino il comune fino a data da destinarsi, ancora una volta, sia quantomeno deleterio.

E sebbene i primi giorni si vociferasse, senza conferma alcuna, delle possibili dimissioni del sindaco, adesso sembra piuttosto improbabile una simile eventualità. Con le elezioni regionali sempre più vicine, uno scenario di elezioni comunali anticipate spaventa in molti. In mancanza della figura istituzionale, è l’attuale vicesindaco Roberto Bonaccorsi a dover subentrare alle mansioni di Pogliese. Assieme alla giunta precedente, sarà proprio lui a cercare di mettersi alla guida della città, almeno fino a maggio di quest’anno. Tra meno di cinque mesi, si terrà un referendum abrogativo sulla stessa legge Severino, così la situazione per l’attuale amministrazione potrebbe trovare qualche sbocco. Ma solo su questo agitato fronte.

Catania / Le prospettive per la città

L’amministrazione Pogliese ha ereditato molteplici problemi da parte dei precedenti governi cittadini. Primo tra tutti, quel mostro dell’emergenza rifiuti che sembra non placarsi mai. Ad oggi la città continua a vivere i disagi delle microdiscariche, complici i concittadini non avezzi alla collaborazione, della mancata cura delle strade da parte degli operatori e la recente incuria di alcune piazze e luoghi pubblici, anche al centro. A peggiorare la qualità del servizio, o ad annullarlo completamente, contribuiscono anche questioni come quella del “Lotto Centro”, andato deserto in fase di gara.

“Il mostro” dell’emergenza rifiuti

A poco serve in tal senso la pratica della raccolta porta a porta, praticata quindi ancora a chiazze di leopardo per tutta la città. In tal senso passi avanti erano stati già annunciati, come la distribuzione del servizio di raccolta in zone periferiche non incluse nel programma precedentemente. Ma ancora non basta a migliorare le pessime performance del capoluogo etneo, che messo in paragone con gli altri comuni in provincia arriva produrre solo l’11% in differenziata nell’anno passato.

Correlata proprio alle percentuali di differenziazione dei rifiuti, è poi la questione delle discariche sature. Sebbene sia un problema decisamente di portata maggiore, molteplici problemi sono quelli sollevati proprio sullo smaltimento dei rifiuti già presenti. Proposte recenti come quello della creazione di ulteriori centri di raccolta “sostenibili” locali grazie ai possibili fondi Pnrr, o gli accordi per dislocare al di fuori dell’isola il surplus raccolto da ogni ditta, potrebbero costituire almeno un buon palliativo. Altre, come quella dell’inizio della costruzione di termovalorizzatori, ormai vetusti e tutt’altro che sostenibili, fanno paura.

Soprattutto Legambiente Catania ha più volte fatto notare come il progetto in questione graviti ormai ben “al di fuori delle normative europee” e non apporterà più benefici dei costi che si sosterranno per mantenerlo. Nonostante gli appelli, dentro e fuori la provincia se ne attende l’arrivo.

Catania / Le prospettive per la città

Proprio parlando di fondi Pnrr, nonostante le molteplici possibilità di impiego per progetti di miglioramento, l’amministrazione non ha recapitato alcun progetto. Intanto, la scadenza per la presentazione di progetti da finanziare è prevista per febbraio. Molteplici sono gli appelli per spingere verso una risoluzione in tal senso. Sul settore dell’istruzione, a beneficiarne sarebbero gli edifici pubblici del settore, comprendendo non solo la riqualificazione del patrimonio edilizio preesistente, ma permettendo la creazione di ulteriori servizi collaterali. Sul tema sono soprattutto le sezioni Cgil e FCL Cgil di Catania a fare appello.

“Catania ha bisogno di fondi per asili, scuole innovative, mense, palestre, e anche di manutenzione straordinaria e questi bandi concedono esattamente queste possibilità – spiegano la segretaria confederale della Cgil, Rosaria Leonardi, e la segretaria generale della FLC Cgil, Cettina Brunetto. Come sindacato ci mettiamo a disposizione non soltanto nella corretta ottica della contrattazione con le istituzioni ma anche e soprattutto perché il difficile momento storico non ci permette di poter fallire gli obiettivi. I lavoratori dell’istruzione conoscono bene i problemi della scuola e sono pronti a segnalare tutte le esigenze della città”.

Ma sul piano della riqualificazione urbana sono ancora molti i temi sul banco. La spesa sociale ed i servizi sociali, la mobilità e la sostenibilità ambientale, le infrastrutture e la pulizia urbana, la zonazione sismica, le politiche abitative e la zona industriale. Il 23 Gennaio l’amministrazione ed i sindacati maggiori Cgil, Cisl, Uil e Ugl avevano avviato una serie di dialoghi. Ma proprio le vicende giuridiche del primo cittadino hanno allargato i tempi per la concertazione.

Catania / Pogliese sospeso, le prospettive per la città

D’altronde i progetti già finanziati non mancano, al di la dell’affaire Pnrr. I progetti Pogliese Sospesofinanziati con l’aiuto dell’EU, determinando l’indebitamento anche relativo della comunità, riguardano soprattutto mobilità pubblica, ecosostenibilità dell’edilizia cittadina, conversione smart delle operazioni per i privati cittadini. O ancora il sostegno delle aree disagiate della metropolitana, sebbene ambigui, come la prosecuzione dell’Orto Sociale di Librino.

Ma si tratta di progetti per lo più varati ben prima dell’amministrazione Pogliese. E nonostante le potenzialità della città, ormai metropoli, la zona sembra vivere da troppo tempo una fase di stasi, e non solo dovuta all’epidemia di Covid. Fin troppe volte è stata tentata la rivendicazione di vaghi success, come l’arrivo del Frecciabianca. Ora, forse fino alla prossima primavera, la comunità dovrà anche fare i conti con la mancanza, anche formale, di un primo cittadino.

        Andrea Chiantello

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