Catania / Presentato oggi progetto del consorzio Il Nodo per combattere la dispersione scolastica e favorire l’integrazione dei ragazzi dei quartieri disagiati

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 Sono 2500 ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, in condizioni di povertà, minori immigrati di prima e seconda generazione, minori stranieri non accompagnati e 300 famiglie con specifiche peculiarità di disagio segnalate dai servizi sociali (famiglie disgregate, monoparentali, genitori disoccupati o in stato di detenzione) i destinatari del progetto C’ENTRO – Anch’io a scuola, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”. Un progetto – si legge in una nota stampa de Il Nodo – presentato oggi al palazzo degli Elefanti che vede il coinvolgimento di 32 partner della provincia di Catania, con il Consorzio Il Nodo capofila, di cui 11 istituti scolastici e 7 comuni. “Un progetto che ha un enorme valore strategico – ha esordito l’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo – perché mette in rete la scuola, la famiglia e il territorio rappresentato da enti e associazioni”. 




da sx Fabrizio Sigona, Giuseppe Lombardo, Barbara Mirabella, Antonino Naso , Gabriele Spina, Alfio Petrone, Nunzia Leotta

Partito lo scorso 27 novembre, il progetto C’ENTROAnch’io a scuola entra oggi nella fase operativa e avrà durata di 30 mesi, durante i quali metterà in campo una serie di azioni grazie alla collaborazione di 200 insegnanti di istituti medie e superiori (I.C. Dusmet – Doria, I.C. P.S. Di Guardo – Quasimodo, I.S. Fermi –Eredia di Catania; I.C. Galileo Galilei di Acireale; I.C. G.B. Nicolosi, I.S. M. Rapisardi, IST. F. De Sanctis di Paternò; I.C. Giovanni Paolo II, di Belpasso; I.C.S. O. Gravina De Cruyllas di Ramacca; I.C.S. L. Da vinci di Castel di Judica; I.C.S. G.Blandini di Palagonia) e 35 operatori degli enti coinvolti (Il Nodo, Futura 89, Daite Società, Prospettiva, Project-Form, Arci Ibla Major, KOINE’, Manitese Sicilia, A.S.D. Sagittarius Baseball, A.P.A.S. Associazione di Pubblica Assistenza Paternò, ASD Centro Polisportivo Ramacca, Eurispes Sicilia; e ancora, USSM, ASP e Università di Catania), molti dei quali presenti oggi in conferenza stampa. Tra gli altri, sono intervenuti per i saluti il sindaco di Paternò, Antonino Naso e l’assessore al ramo Nunzia Daniela Leotta e il presidente del Consiglio comunale etneo Giuseppe Castiglione.  Presenti anche i referenti dei poli territoriali Glauco La Martina (coop. Prospettiva) polo Catania 2, Agata Lopes (Arci Ibla Major) polo Sud Simeto e luigi Gravina (Project Form) Polo Calatino.

“Il progetto“C’ENTRO – Anch’io a scuola – ha introdotto il presidente del Consorzio Il Nodo, Fabrizio Sigona – promuove mirate azioni di sostegno scolastico, anche nella fase di passaggio da un ciclo all’altro, attraverso attività da svolgersi sia in orario scolastico che extrascolastico a scuola e in altri contesti formativi”. “Duemila e 500 ragazzi che verranno accolti e portati per mano in tantissime attività – ha sottolineato l’assessore Barbara Mirabella –allo scopo di rafforzare un percorso di integrazione e colmare un gap non solo formativo”. 

Il territorio di intervento del progetto è costituito dai quartieri Barriera, Canalicchio, Librino, San Giovanni Galermo di Catania; il quartiere Piazza Dante di Acireale, i comuni di Paternò, Belpasso, Biancavilla, Ramacca, Palagonia e Castel di Iudica.

“Quartieri in cui emerge chiaramente la forte correlazione tra povertà materiale ed educativa – ha spiegato il direttore del progetto Gabriele Spina – che determinano forme di marginalizzazione sociale, dove si riscontra l’alta incidenza del fenomeno della dispersione, che si attesta intorno al 26%, e l’insistenza di grosse difficoltà socio-economiche che incidono negativamente sul livello di qualità della vita, soprattutto dei giovani”. Deprivazione e povertà economica e culturale, che incidono fortemente sulla situazione di disagio generale in cui vivono i giovani, sfociando in fenomeni quali lo sfruttamento precoce nel mercato del lavoro, il coinvolgimento in attività illegali, bullismo e violenza nelle relazioni tra pari, nonché abbandono e dispersione scolastica.

Più d’uno gli obiettivi specifici: dal ridurre la dispersione scolastica e garantire l’inclusione sociale all’integrare il ruolo educativo della famiglia e della scuola intervenendo sui problemi comportamentali, relazionali, emotivi e cognitivi che provocano difficoltà di apprendimento. “Coinvolgere le famiglie nel percorso scolastico dei figli – ha proseguito Spina –significa rafforzare il loro ruolo educativo e più in generale rafforzare la “comunità educante” composta da famiglie, scuola e le altre figure coinvolte nella crescita dei ragazzi”.

Insegnati e operatori, nel corso di questi due anni e mezzo, porteranno avanti 5 azioni: Benessere a scuola con l’obiettivo di creare di un clima di fiducia nei ragazzi (Tutoring, Spazio ascolto, School lab); Ragazzi al Centro prevedendo la costituzione dei 4 centri di aggregazione giovanile (C.A.G.) ad alta densità educativa, in cui rendere disponibili nuovi contesti educativi e formativi (officina dei compiti, laboratori creativi, attività sportive, eventi); Traghetto, cioè’ l’accompagnamento individualizzato alla scuola superiore rivolto agli allievi con maggiore gap formativo. Fondamentale sarà la figura del mèntore che instaurerà una relazione one-to-one con il ragazzo; Riformo, una serie di eventi formativi qualificanti per i docenti e operatori sociali coinvolti nel progetto; Family Care, azioni tese a sostenere la famiglia dal punto di vista educativo e psicologico: Laboratori di discussione.

A incidere fortemente sul disagio sociale è prima di tutto l’elevato tasso di disoccupazione che, nella provincia di Catania, è pari al 19,4% (Istat 2016), e che determina un peggioramento delle condizioni di vita della popolazione.  Dai dati relativi al 2015, nella provincia di Catania il tasso di dispersione scolastica, che colpisce soprattutto la fase di passaggio alla scuola superiore, è del 38,6%: si tratta di 14000 ragazzi che i sistemi educativi non riescono a trattenere e che diventano invisibili andando ad alimentare il bacino dei Neet (non in education, employment or training), che costituiscono il 41,4% della popolazione giovanile (Osservatorio statistico consulenti del lavoro 2016).

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