Catania / Promosso dall’Ordine architetti il workshop Aretè: proposte d’intervento per la riqualificazione del centro storico della città

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La conclusione del workshop Aretè | abitare lo spazio urbano restituisce alla città un “Manifesto di impegno civico” che auspica il coinvolgimento delle parti sociali, delle istituzioni e degli attori economici e professionali del territorio per le azioni di rigenerazione urbana del centro storico della città di Catania. workshop aret+¿
Otto giorni di studio e approfondimento – si legge in una nota stampa – fortemente voluti da Ordine e Fondazione degli Architetti di Catania, presieduti rispettivamente da Giuseppe Scannella e Paola Pennisi, con l’obiettivo di fornire soluzioni concrete e attuabili per il recupero e la tutela di una parte della città che aspetta ancora di essere rigenerata e rilanciata.
Rimuovere ostacoli per liberare spazi da restituire alla collettività: i lavori del workshop Aretè sono stati presentati dai visiting architect: Paolo Colonna (Renzo Piano Building Workshop – RPBW), Andrea Viganò e Chiara Toscani (studio Cino Zucchi Architetto) Michele Versaci (studio Carlo Ratti Associati). Le proposte d’intervento offrono una rinnovata visione della città guidata dalle esigenze di riqualificazione e di messa in sicurezza degli edifici storici. L’opportunità viene dalla futura dismissione dei complessi ospedalieri presenti nell’area: il progetto pilota prevede infatti la realizzazione di un edificio residenziale che possa essere la base per una modalità di intervento finalizzata allo sviluppo sociale sostenibile del tessuto urbano.

I partecipanti al workshop
I partecipanti al workshop

Inseriti in questa cornice si sviluppano inoltre i tre punti fondamentali, dal punto di vista urbanistico, ipotizzati nel masterplan del workshop: la creazione di una passeggiata archeologico-naturalistica lungo il fronte della colata del 1669, con la riqualificazione di tutte le parti che adesso versano in stato di degrado e abbandono; la realizzazione di una piazza sulla collina di Montevergine che diventi polo d’attrazione per il quartiere e la città; la ricostituzione dei fronti stradali che conferiscano nuovamente dignità storica agli edifici, rispettandone altezze e alle proporzioni.
Sul fronte della prevenzione antisismica bisognerebbe intervenire in particolare sul quartiere Antico Corso – emerge dalle analisi – creando dei “vuoti” che consentano adeguate vie di fuga in caso di emergenza. Lo stato dell’edilizia esistente, “spesso di scarsa qualità”, impone una riflessione sull’utilità di procedere in alcuni casi alla demolizione e alla ricostruzione, poiché un adeguamento antisismico sarebbe impraticabile o eccessivamente oneroso.
All’evento di presentazione dei progetti presso l’auditorium De Carlo al Monastero dei Benedettini hanno preso parte inoltre Giovanni Fiamingo (Inarch Sicilia), Carlotta Reitano (presidente Comitato tecnico-scientifico Fondazione), Maurizio Spina (Università Catania).
Presenti assieme alla nutrita schiera dei professionisti e degli studenti che hanno partecipato al workshop anche i resident architect: Antonio Iraci, Alessandro Villari, Fabio Guarrera, Marco Alì, Laura Santagati e Sabrina Tosto.

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