“La cultura è una sorgente di umanità cui attingere per dotarci di un nuovo, indispensabile, dinamismo”. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia d’inaugurazione di Agrigento Capitale italiana della cultura 2025.
“La connessione tra cultura e natura – che avete posto al centro del vostro programma – è quanto mai attuale, incalzante”, ha osservato il Capo dello Stato, sottolineando che “la Valle dei Templi, meravigliosa scenografia vivente che domina queste terre da oltre duemila anni, diventa così l’icona più affascinante di quel binomio cultura-natura che si pone davanti al nostro tempo come una prova decisiva”.

Dopo aver rammentato che “la nostra Costituzione è stata lungimirante, affiancando, nell’articolo 9, la promozione della cultura alla tutela del paesaggio”, Mattarella ha ammonito: “Mai come adesso comprendiamo l’urgenza di un riequilibrio, di un nuovo sviluppo che potrà essere veramente tale solo se sarà sostenibile sul piano ambientale e sociale. Mai come adesso abbiamo coscienza del fatto che l’opera delle istituzioni e le politiche pubbliche sono importantissime, e tuttavia non basteranno se non verranno sostenute da una corale responsabilità dei cittadini”. “La percezione del bene comune è cultura”, ha proseguito: “È cultura il sapere di chi è aperto alla conoscenza del mondo, di chi ha sete di conoscere altri uomini, di chi sa che la vita è frutto dell’incontro. La cultura, cioè, è la vita”.
Agrigento capitale della cultura insieme a Gorizia e Nova Gorica
Il Capo dello Stato ha poi ricordato che “in questo stesso anno l’Italia condividerà con la Slovenia la responsabilità di essere Capitale europea della Cultura con Gorizia e Nova Gorica. Una scelta di altissimo valore in un’area storicamente gravata da conflitti che oggi hanno saputo tradursi in collaborazione e amicizia nell’Unione europea”.

Avviandosi verso la conclusione, Mattarella ha rilevato come “il tema decisivo che investe la cultura è come farne perno di comunità. Come far diventare la conoscenza, l’arte, la cultura, un bene comune, un patrimonio davvero condiviso. Una risorsa sociale che fa crescere e protegge i beni più preziosi: la libertà, l’eguaglianza dei diritti, il primato della persona, di ogni persona, la solidarietà”.
“Viviamo un tempo in cui tutto sembra comprimersi ed esaurirsi sull’istante del presente. In cui la tecnologia pretende, talvolta, di monopolizzare il pensiero piuttosto che porsi al servizio della conoscenza”, l’osservazione di Mattarella, spiegando che “la cultura, al contrario, è rivolgersi a un orizzonte ampio, ribellarsi a ogni compressione del nostro umanesimo, quello che ha reso grande la nostra civiltà. Ad Agrigento, in Sicilia, in tutto il nostro Paese, nella nostra amata Italia”.
“Guardiamo con speranza a questo anno da vivere insieme con la voglia di accogliere, di conoscere, di dialogare, di compiere un percorso affascinante, in compagnia gli uni degli altri”, l’esortazione finale del presidente.
Alberto Baviera