Riprendendo dall’inizio del XX secolo gli eventi degli anni che finiscono con l’8, il nostro Nino Ortolani prosegue il discorso dei ricordi iniziato qualche settimana fa. Ci troviamo stavolta davanti ad un evento catastrofico che segnò il 1908 e gli anni successivi, ed ebbe conseguenze anche nel nostro territorio: il disastroso terremoto che colpì Messina e Reggio Calabria, ma non solo.
“All’unnici dicembri a vintunura, Jaci ballava senza sono”. È l’inizio di una poesia dialettale che recitava mia zia quando si parlava del famoso terremoto di Messina del 1908. “Ero di pochi mesi”, raccontava, “e i miei genitori, che avvertirono la scossa, credettero inizialmente che ne fossi io la causa”. La data citata non è sicuramente esatta (e fa riferimento a qualche altro sisma che ha colpito il nostro territorio), visto che il terremoto di Messina si verificò il 28 dicembre del 1908, ma serve ugualmente a dare la percezione delle sensazioni provate in tale circostanza. Certi eventi si imprimono nella mente come foto indelebili, così gli ultranovantenni ci possono fornire dettagli dei primi trent’anni del secolo scorso perché da loro vissuti o perché conservati nella loro memoria come preziosi album di famiglia.
Monsignor Arista è stato tra i primi ad arrivare a Messina per portare i primi soccorsi; qualche bambino è stato adottato da famiglie acesi; e tanti altri particolari si potrebbero aggiungere con altre notizie riportate dalle pagine ingiallite dei giornali dell’epoca.
Poco si conosce degli effetti sulla costa ionica della nostra isola del maremoto che ha fatto seguito a quel terremoto. “Il mare si è ritirato oltre l’isola Lachea e i faraglioni, per scaraventarsi con furia fino alla chiesa”, mi raccontava mia madre. Erano ricordi non vissuti in prima persona ma ascoltati da chi si trovava a pescare al largo e si è trovato improvvisamente a riva. Tanti dettagli di natura scientifica e dati ricavati dalla stampa locale si trovano nel libro “Acitrezza e il suo parroco tra Ottocento e Novecento” (di Gaetano Cacciola) relativamente al terremoto – maremoto del 1908 e altri eventi analoghi. Significative, ad esempio, le seguenti citazioni: “Durata del terremoto: 22 secondi! Vittime umane del terremoto: 200.000! La mattina del 28 dicembre fu visto un bagliore di lampo, […] fu sentito come un soffio di vento accompagnare il principio delle convulsioni del suolo a Messina.”
Questo disastroso evento di inizio secolo è stato come un segnale dei lutti delle due grandi guerre. Finita la seconda, tremenda, guerra mondiale è cominciato lo scontro tra le due grandi potenze denominato “guerra fredda” e, di seguito, la lunga, strisciante, subdola ma non meno sanguinosa, terza guerra mondiale di cui non si vede ancora la fine, ma della quale arrivano nelle nostre spiagge i cadaveri portati dal mare.
Nino Ortolani