La serie degli anni del XX secolo che finiscono con l’8 prosegue con il 1928, l’anno in cui Fleming scoprì la penicillina ed in cui una delle più grandi eruzioni dell’Etna distrusse completamente Mascali. Ma è anche l’anno in cui un giovane sacerdote spagnolo “vide” qualcosa di particolare, un qualcosa di cui quest’anno ricorre il 90° anniversario. Ancora una volta ci affidiamo alle sagge parole del nostro Nino Ortolani.
“C’ero anch’io nel 1928” può dirlo solo un ultranovantenne che ha vissuto gli anni della ripresa dopo la grande tragedia del secolo: la prima guerra mondiale. La faticosa ripresa della vita sociale italiana ha visto qualche anno prima una consultazione elettorale fortemente contestata da Matteotti, che venne per questo assassinato dalle squadracce fasciste.
Ma la storia è formata anche da tanti piccoli avvenimenti della vita quotidiana che scorre nel silenzio delle case. Il due ottobre del 1928, nel silenzio di un ritiro spirituale, un giovane sacerdote della diocesi di Madrid “vide” l’Opus Dei. Josemarìa Escrivà aveva ventisei anni, e a mezzogiorno “vide” quello che cercava da ragazzo con una preghiera incessante: “Domine ut videam”. Dei pochi dettagli usati dal Fondatore, per raccontare quanto è successo in quella occasione, l’unica espressione usata è stata: “vide”.
Questa istituzione della Chiesa, divenuta “Prelatura personale Santa Croce e Opus Dei” nel novembre del 1982 per volontà del papa Giovanni Paolo II, ha compiuto novanta anni. Essa è una porzione della Chiesa e non “una chiesa nella Chiesa che rema per conto proprio”, come falsamente è stata presentata. È un “albero buono” che negli ultimi decenni ha dato buoni frutti ben visibili: la beatificazione nel 1982 seguita dalla canonizzazione nel 2002 del fondatore San Josemarìa; la beatificazione del primo prelato mons. Alvaro Del Portillo nel 2014 e la beatificazione di Guadalupe Ortiz, numeraria dell’Opus Dei, che avverrà a maggio del 2019 essendo stato riconosciuto un miracolo ottenuto per sua intercessione. Tanti miracoli sono avvenuti nella storia dell’Opus Dei nei novanta anni trascorsi, ma il più importante è avvenuto il due ottobre 1928, quando quel giovane sacerdote “vide” che tutti i fedeli, e non solo i consacrati con i loro “voti”, possono e debbono tendere a “santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e santificare gli altri con il loro lavoro”, secondo una espressione tanto cara a San Josemarìa. E tutto ciò per la semplice vocazione alla santità ricevuta nel Battesimo.
Nino Ortolani