La CESI ha riconfermato don Carmelo Sciuto Direttore regionale dell’Ufficio della Fede e della Catechesi. Don Sciuto, parroco della Matrice Maria Ss. della Catena, è infatti da anni impegnato nello studio e promozione della catechesi. Proprio nei giorni scorsi si è riunita per la prima volta la Commissione dell’Ufficio regionale per la Dottrina della Fede e della Catechesi. L’incontro ha ufficialmente aperto il nuovo quinquennio di lavoro verso il quale si avvia l’intera Segreteria Pastorale della CESI.
Sappiamo che la sua non è una nuova nomina ma una riconferma, segno che ha svolto bene il suo servizio. Può farci un bilancio degli ultimi cinque anni?
Beh, non direi che sia solo il frutto degli ultimi cinque anni perché proprio questi sono stati fortemente segnati dalla pandemia. Forse, l’indicazione dei direttori diocesani (hanno votato una terna di nomi) e la successiva scelta dei vescovi di Sicilia, è stata dettata dalla possibilità di aiutare il cammino regionale della catechesi. Ciò grazie agli studi che ho conseguito in catechetica e all’esperienza maturata a Roma presso la CEI come aiutante di studio dell’Ufficio Catechistico Nazionale (2009-2013). In quel periodo ho avuto la possibilità di comprendere come la Chiesa italiana compie le scelte dopo averle gradualmente e comunitariamente maturare. Ho potuto osservare il cammino di tante chiese locali che si sforzano di annunciare Gesù nelle pieghe/piaghe della vita.
Tornando al quinquennio (2017-2022), l’Ufficio regionale ha approfondito il tema dell’annuncio di fede ai genitori, per aiutarli nel generare alla fede con la comunità. Ha rilanciato il tema dell’annuncio alle periferie esistenziali, creando percorsi non occasionali ma stabili di fede. Infine ha sostenuto il percorso di ripresa della catechesi nel tempo della post-pandemia in un contesto di una rinnovata sinodalità.
Quali sono state le parole del Vescovo, sia come appunto vescovo della Diocesi che come Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, nei suoi confronti?
Il nostro vescovo mi ha comunicato la nomina telefonicamente, incoraggiandomi ad intraprendere un cammino di ripartenza della catechesi in Sicilia.
La catechesi è uno dei pilastri all’interno di una comunità, insieme a liturgia e carità. In un’epoca in cui la gente si sta man mano allontanando dalla Chiesa, come intende impostare il suo ruolo?
Il ruolo del Direttore regionale non è decisionale ma di raccordo e al servizio del Vescovo delegato, nello specifico mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, e della Segreteria Pastorale, guidata da mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti. Di sicuro entrambi daranno delle indicazioni per il rilancio della catechesi in Sicilia, unitamente alle sollecitazioni che provengono dall’Ufficio Nazionale e dal Santo Padre. A me è affidato il compito di coordinare il lavoro dei 18 direttori di Sicilia per trovare quelle giuste “strategie” sinodali capaci di riannunciare Gesù Cristo nell’oggi del nostro tempo.
Riguardo la catechesi dell’iniziazione cristiana pensa di portare modifiche o cambiamenti alle “regole” consuetudinarie?
Come ho già affermato, non posso apportare nessun cambiamento. Questo è compito specifico di ogni Vescovo, primo catechista della nostra diocesi. Ogni pastore, coadiuvato dai propri organismi di partecipazione, studia la realtà della propria diocesi e cerca le soluzioni più adatte sempre in comunione con la Chiesa universale, nazionale e regionale. Certo, si è in un’epoca di cambiamenti, per cui qualche “novità” metodologica ce la aspettiamo. In questi cinque anni faremo la nostra parte per aiutare i vescovi a compierle.
Quali obiettivi si prefigge per questi cinque anni in cui è stato richiamato a svolgere il servizio di Direttore regionale dell’Ufficio della Fede e della Catechesi?
Gli obiettivi quinquennali saranno messi a tema proprio in questi giorni. La Commissione regionale infatti si è riunita con il vescovo delegato. I primi impegni in agenda saranno legati alle indicazioni provenienti da Roma, quali la verifica del documento “Incontriamo Gesù” e il rilancio del percorso rinnovato dell’iniziazione cristiana. Si aspettano inoltre le indicazioni della Segreteria Pastorale che si sta già mettendo all’opera.
Sappiamo bene che da diversi anni il catechismo è ormai un tasto dolente per i bambini. Cosa si potrebbe fare per “migliorare” ciò e quindi far si che i bambini ne vengano attratti? E per quanto riguarda la formazione dei catechisti, intende cambiare qualcosa?
La catechesi vive immersa nella vita e quindi risente dei cambiamenti in atto della società e della cultura. Aggiornare i metodi e i linguaggi dell’evangelizzazione per rendere il messaggio di Gesù Cristo capace di essere “intercettato” dall’uomo di oggi è quanto mai necessario. Per tale motivo è fondamentale che i catechisti si aggiornino e si formino. Sarà cura dell’UCR promuovere la formazione dei formatori delle varie diocesi così da essere strumento utile per le chiese locali.
Qual è il compito della catechesi nella missione della Chiesa?
L’evangelizzazione riguarda la salvezza, cioè la vita degli uomini in pienezza, la loro felicità. E’ una realtà ricca, complessa e dinamica, fatta di momenti essenziali e diversi tra loro, che vanno compresi nel loro insieme. La catechesi costituisce uno di questi momenti. Ha infatti come finalità specifica quella di far crescere, a livello di conoscenza e di vita, quella fede germinale suscitata nel credente attraverso il primo annuncio e trasmessa efficacemente mediante il battesimo. Quindi rappresenta un momento rilevante nell’ambito della formazione cristiana, il momento in cui si struttura la conversione a Cristo, in cui si pongono le fondamenta all’edificio della fede.
CESI / don Carmelo Sciuto riconfermato Direttore regionale dell’Ufficio della Catechesi
L’attuale contesto socio-culturale pone diversi interrogativi, quali la secolarizzazione avanzata, il pluralismo culturale, etnico e religioso, una mutata percezione dell’impegno sociale e civile dei cattolici. E poi ancora l’esigenza di testimoniare armonia tra fede e ragione, tra conoscenza e ricerca di Dio e infine l’esigenza di annunciare la conversione al Vangelo, la liberazione dal peccato, dall’ingiustizia e dalla povertà. Soprattutto bisogna accogliere la sfida delle “culture urbane” che vede un significativo mutamento, amplificato dai mezzi di comunicazione, degli stili di vita rispetto alla “cultura rurale” nella quale numerose strutture pastorali si erano plasmate.
Molti cristiani vivono tale condizione con responsabilità e lavorano per dare un senso all’esistenza, confrontandosi con la ricerca di verità e rimanendo aperti e disponibili alla domanda sulla presenza di Dio nella loro vita. Tutte queste esigenze motivano una riscoperta e un rilancio della catechesi oggi in Italia.
Al di là di questa nomina, chi è don Carmelo Sciuto come sacerdote?
A prescindere appunto dalla nomina della CESI come Direttore di un Ufficio regionale, don Carmelo Sciuto è un sacerdote della diocesi di Acireale dal 2000 e parroco del Santuario Matrice di Aci Catena. A servizio della sua comunità nel nome del Signore.
Maria Catena Sorbello