Cesi / Formare i giovani nel mondo digitale, strategie e sfide della Pastorale

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Incontro Cesi su formazione giovani digitali

A Caltanissetta si è tenuto sabato 13 aprile 2024 l’incontro di formazione delle consulte regionali degli uffici per la cultura, le comunicazioni sociali e la pastorale giovanile organizzata dalla Conferenza Episcopale Siciliana.
Il tema trattato, “Potenzialità e rischi del web per la pastorale quotidiana”, è stato il punto di partenza per un’attenta analisi dei fenomeni digitali.
Ne dà notizia una nota dell’ufficio Comunicazioni sociali della diocesi.

Presenti all’incontro il vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti, presidente della CESi, don Gaetano Gulotta, direttore dell’ufficio regionale per la pastorale giovanile e don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio regionale per le comunicazioni sociali.

In collegamento da remoto erano invece il vescovo di Trapani mons. Pietro Maria Fragnelli, delegato dell’Ufficio Regionale per i Giovani, ed il vescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto, delegato ufficio regionale delle comunicazioni sociali.

vescovo Raspanti e don Di Noto
Il vescovo Raspanti e don Di Noto

L’uso dei social nella pastorale giovanile

A condurre i due momenti formativi: Don Fortunato di Noto, responsabile del centro ascolto regionale della CESi, e l’ispettore Luigi Lombardo, della Polizia di Stato.
Don Fortunato, fondatore e presidente dell’associazione Meter, da trentacinque anni si occupa di intervenire in difesa dei minori. Ha introdotto il primo dei due temi L’uso dei social nella pastorale delle nostre realtà ecclesiali: vantaggi e svantaggi”.

A colpire sono principalmente i dati che emergono dal report che l’associazione Meter ha presentato per il 2023. E che mostra come il numero di abusi su minore non solo è in crescita, ma travalica i confini del reale e si spinge su internet.
Dal dark web ad archivi compressi, sono numerose le cartelle segnalate alla polizia postale che contengono foto e video di minori.

Abusi anche sui giovani disabili

Il report ha inoltre evidenziato come molti sono anche i giovani disabili che vengono contattati sui social network. Vengono circuiti e indotti alla realizzazione di materiale pornografico.
In questi giovani e giovanissimi, che già per naturale condizione versano in situazione di vulnerabilità, è purtroppo sempre più presente il fattore abusante. Anche legato alla scarsa o inesistente capacità di comunicare le proprie esperienze e i propri disagi.

Ancora l’accento è stato posto sul fenomeno della “pedomama”, ovvero quando le donne, spesso madri, abusano sessualmente o permettono che qualcuno abusi dei neonati. Non secondario l’aumento dei casi in cui siano minori ad abusare di altri minori, in violenze spesso di gruppo.

Raspanti: I giovani esprimano potenzialità navigando in sicurezza

Il vescovo Raspanti: “Come comunità, il nostro obiettivo deve essere quello di assicurare che i giovani non solo navighino in sicurezza, ma anche che trovino in Internet uno spazio per esprimere le loro potenzialità, scoprire opportunità educative e stabilire connessioni umane positive. Vogliamo garantire che i giovani siano equipaggiati per affrontare le sfide del mondo digitale, mantenendo un equilibrio tra innovazione e tradizione”.

Oggigiorno a dare un contributo negativo a questa realtà è anche il fenomeno dell’IA, capace di modificare immagini e rendere un innocente bambino protagonista di foto scandalose e sessualmente allettanti.

Come ha ribadito lo stesso don Fortunato: “La società deve essere più consapevole che il dramma c’è e devasta ogni anno centinaia di minori. Solo azioni preventive e sensibilizzanti, unite a quelle formative, possono ridurre il fenomeno e portarlo alla sua scomparsa”.

Prevenzione online e offline

Di “Buone prassi di prevenzione online e offline” ha parlato invece il dott. Luigi Lombardo, ispettore della Polizia di Stato. Nel suo intervento, puntuale e dettagliato, ha riportato la sua esperienza personale. Gli spunti di prevenzione proposti sono sicuramente tanti, ma resta fondamentale conoscere la realtà del web in cui i giovanissimi vivono.

Dalle challenge che mettono a repentaglio la loro vita al bisogno di accettazione sociale: tutto si riversa in contenuti social.
L’approvazione, il disagio, il non sentirsi abbastanza, l’aver bisogno di farsi parte di qualcosa spingono ogni giorno centinaia di giovani a mettersi a nudo davanti ad uno smartphone. A scoprire i propri limiti con sfide sempre più pericolose e letali che conducono alcuni di loro alla morte. Il valore della vita stessa diventa un dato relativo alla possibilità di raccogliere qualche like in più.

 

 

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