Cesi / Il ruolo di sostegno delle Caritas in Sicilia

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Caritas, convegno Siracusa

In Sicilia sono aumentate le povertà materiali ed emergono anche altri preoccupanti disagi. Quali la crescita della dispersione scolastica aggravata dalla difficoltà dei ragazzi a seguire le lezioni in DAD prima, e dal gestire il ritorno a scuola in presenza adesso. O le difficoltà relazionali, come la paura di un abbraccio, le solitudini e le chiusure in sé stessi.

Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso del Convegno regionale organizzato dall’Ufficio per la Carità della Conferenza episcopale siciliana a Siracusa, il 22 e il 23 aprile scorsi.
Le Caritas di Sicilia – si spiega in una nota illustrativa – si sono ritrovate per riflettere, insieme anche al direttore di Caritas italiana don Marco Pagniello, sulla consegna che Papa Francesco ha affidato loro in occasione del 50esimo di Caritas. Cioè percorrere la via degli Ultimi, del Vangelo e della Creatività. L’incontro è stato occasione per guardare al cammino fatto in questi ultimi anni e sino ad oggi. E anche per ripensare i servizi Caritas offerti nel nostro territorio.

Il sostegno delle Caritas in Sicilia

Per Giuseppe Paruzzo, delegato Caritas di Caltanissetta e direttore dell’Ufficio regionale per la Carità, “è stato questo un periodo che ha visto costantemente impegnata la nostra Chiesa siciliana nel far fronte all’improvviso aumento della povertà durante i mesi di lockdown del 2020, nel trovare continue risposte agli effetti della pandemia che ancora oggi sono evidenti. E, attualmente, a gestire quasi trecento accoglienze di chi fugge dalla guerra in Ucraina”.Convegno Caritas

È ancora il delegato Paruzzo a spiegare che ciò che attualmente differenzia gli interventi è anche la tipologia di persona che chiede aiuto. “Non sono solo i poveri che già conosciamo a rivolgersi ai nostri centri di ascolto – dice. Ma anche famiglie che prima del lockdown avevano una stabilità economica, venuta meno a causa delle restrizioni che hanno impedito il poter lavorare o cercare un impiego. Tale difficoltà ha riguardato non solo chi lavorava a giornata o in nero, ma anche lavoratori dipendenti e autonomi. Per questo motivo – aggiunge Paruzzo – tante Diocesi, anche attraverso il Progetto Policoro, si sono impegnate con progetti in questo ambito perché – continua – anche la mancanza o la perdita del lavoro è una forma grave di povertà”.

Le Caritas in Sicilia danno sostegno morale e materiale

Tra i dati delle Caritas di Sicilia risultano circa 200 tirocini attivati negli ultimi due anni, con 127 realtà aziendali coinvolte. Sono, poi, 1300 i giovani che hanno proposto le loro idee imprenditoriali per far crescere la terra di Sicilia. Per loro sono stati promossi momenti di formazione e avviati, tra le altre cose, anche percorsi di creazione di impresa.

Per Paruzzo, “è in poche parole che si riesce a racchiudere il grande impegno della nostra Chiesa siciliana dalla pandemia all’emergenza ucraina. Cioè ascolto, accoglienza, promozione della persona che caratterizzano il nostro agire sulla Via degli Ultimi, del Vangelo e della Creatività”.

Il “solco delle tre vie” indicato da Papa Francesco, dunque, caratterizza servizi e attività.
“È indubbio che la nostra attenzione sia da sempre rivolta soprattutto a chi ha bisogno. Ma lo facciamo con un ascolto ed uno sguardo che sia inclusivo. Con un’azione che non sia solo assistenza ma promozione, camminando noi stessi insieme a chi ci chiede aiuto, per ridare dignità.
È questa cura – per la Caritas di Sicilia -, questo accompagnare i nostri poveri che trasforma le parole del Vangelo in quotidianità, in Amore. La creatività poi c’è sempre stata. Non aveva ancora il nome che le ha dato Papa Francesco ma era lì, nel nostro stile di lavoro. Nel non volerci arrendere al “si è sempre fatto così”.

Incisivo in lockdown il sostegno delle Caritas in Sicilia

Ecco allora che in pieno lockdown le Caritas di Sicilia hanno avuto la forza ed il coraggio di trovare nuove soluzioni per garantire ogni giorno circa 2500 pasti. O permettere a quasi 12.000 famiglie di accedere a beni primari (spesa, vestiti, prodotti igiene, materiale scolastico, ed altro)”.

Per monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, “la crisi sanitaria causata dal Covid e quella umanitaria scaturita dalla guerra ci hanno fatto sperimentare la fragilità dei nostri sistemi, non solo quello sanitario. L’8×mille alla Chiesa Cattolica ha supportato e sostiene tuttora coloro che vivono in condizioni di difficoltà e disagio”.

Per il presule “l’intervento della Caritas è concreto e fattivo. Come è richiesto di fronte alle difficoltà reali e urgenti delle persone, e capace di offrire sostegno a tuttotondo. Sempre più spesso e sempre con maggiore competenza, i volontari Caritas delle diocesi di Sicilia si offrono e si spendono con grande impegno umano e fraterno, alla luce degli insegnamenti del Vangelo di Cristo. A loro il grazie della Conferenza episcopale e delle Chiese tutte di Sicilia”.

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