Chi l’ha visto / Era Ettore Majorana quel barbone che viveva tra Caltagirone e Mirabella Imbaccari?

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Ettore Majorana

La raccontiamo come la stiamo vivendo dall’altro ieri pomeriggio, quando, all’indirizzo di posta elettronica del giornale (lavocedelljonio@hotmail.it), arriva una mail firmata Luca Russo, che annuncia la probabile identificazione del fisico catanese Ettore Majorana, scomparso nel 1938, in un barbone che viveva nelle campagne tra Caltagirone e Mirabella Imbaccari, negli anni ’60 e ’70. Identificazione che, peraltro, non è recente eppure è poco conosciuta.

Ettore Majorana faceva parte di quel gruppo di giovani scienziati, guidati dal prof. Enrico Fermi, conosciuti come “i ragazzi di via Panisperna”, doveva aveva sede a Roma il laboratorio nel quale lavoravano. I risultati di questi studi risultarono preziosi (ma neanche su questo le notizie sono assolutamente certe) perché le Potenze occidentali arrivassero prima di quelle del blocco sovietico alla fissione dell’uranio e quindi alla bomba atomica, i cui lanci sul Giappone nel 1945 posero fine alla Seconda Guerra Mondiale.

L’identità di Ettore Majorana scoperta da Luca Russo

Sarebbe una grande scoperta, persino grottesca, dato che darebbe una risposta semplice e così vicina alla città natale dello scienziato, Catania, da sembrare di per sé poco credibile. Ma Luca Russo, trentottenne che lavora in un autonoleggio dell’aeroporto di Palermo, ci crede anche se sa di non potere dare per certa l’identificazione.Ettore Majorana

“Vi voglio raccontare – esordisce il giovane nella speranza di essere letto da quante più persone possibili – una storia che potrebbe essere di fantasia o quasi una spy story internazionale che, per strani casi del destino, riguarda proprio la vostra zona (cioè il Catanese, ndr).

Ettore Majorana, un barbone malvestito…

“Verso la fine degli anni ‘60 e i primi del ‘70 un uomo avanti negli anni si aggirava per le campagne tra Mirabella Imbaccari e Caltagirone con fare goffo ed aspetto trasandato. Guardandolo – riconosce Luca Russo – lo avreste etichettato per quello che appariva, come un barbone,vestito male, scuro e brutto in viso; ma posso dirvi che quest’uomo trascurato e senza dimora era proprio il fisico sperimentale Ettore Majorana, scomparso nel 1938 quando salì a Palermo su un piroscafo con destinazione Napoli, ma nella città campana non scese”.

Questa affermazione circa l’identità del misterioso personaggio, che Luca Russo dà qui per certa, non è supportata da alcuna prova. In effetti, dal giorno stesso della scomparsa dello scienziato, che all’epoca aveva 32 anni, sono state avanzate tutte le ipotesi possibili. Dal suicidio all’omicidio, col cadavere inghiottito dal mare, al sequestro da parte di Servizi più o meno segreti di qualche Potenza straniera, all’allontanamento volontario.

Luca Russo cita, a sostegno della sua clamorosa affermazione, la testimonianza di Ernesto Scibona, che abitava a quel tempo, con la sua famiglia, a Mirabella Imbaccari e aveva un a proprietà nelle campagne indicate.
“Ernesto – afferma – in quegli anni fu testimone dei fatti ed insieme alla sua famiglia si avvicinò e prese confidenza con questo barbone.
Lo fecero per compassione ed umanità, ma pian piano divennero – gli Scibona – sempre più meravigliati di come quell’uomo misterioso fosse in realtà gentile ed intelligente.Provinciale 37

Ettore Majorana come un barbone, ma gentile ed erudito

“Ernesto – precisa Luca – ricorda ancora quanto gentile ed erudito si mostrasse quell’uomo, di animo umile e schivo, tanto che rifiutava soldi e proposte di alloggio. Quel barbone lo si incontrava sempre sulla strada Provinciale 37 Mirabella-Caltagirone (incrocio Contrada Baldo sottano) appoggiato ad una casa cantoniera dell’Anas. E ogni tanto si spingeva fino alla contrada Gigliotto. Negli anni gli fu permesso di alloggiare anche dentro la casa cantoniera. Di fatto viveva lì e attorno; vestiva perlopiù un vecchio cappotto grigioverde e un cappello con paraorecchie, indumenti che sembravano di fattura straniera”.

Non mancano, nel racconto del giovane palermitano, elementi che fanno pensare e meritano un approfondimento. “Trascorreva il tempo a scrivere su dei fogli e leggeva dei libri. Aveva sempre vestiti puliti (portati da chi?). Dopo svariati mesi, durante i quali il barbone aveva accettato solo il loro cibo, cominciò ad aprirsi e a parlare di sé”.

Ettore Majorana braccato dai Servizi segreti?

Luca Russo, a questo punto, rivela altri particolari quanto mai interessanti raccontati da Ernesto Scibona. “L’uomo si sentiva braccato dai Servizi segreti, non conosceva la situazione del momento politico e sociale dell’Italia. Tanti anni prima aveva subito una delusione amorosa e soprattutto custodiva tanti grandi segreti che, per il bene di tutti, diceva di non potee raccontare. Disse di chiamarsi proprio Ettore Majorana!”.

Questa rivelazione fu lanciata per la prima volta nel 2006, perché la famiglia di Scibona non aveva mai sentito quel nome. E soltanto nel 2006 Ernesto, vedendo una foto del fisico catanese, capì chi fosse il barbone che gli aveva rivelato la propria identità.

Luca Russo chiude la propria mail aggiungendo che, insieme al prof. Umberto Bartocci e a tanti altri “majoranologi” indaga da sul caso della scomparsa di Majorana. E conclude: “Adesso chiedo a tutti voi lettori se avete ricordi legati a questa figura, magari ne avete sentito parlare ai vostri padri o nonni. Chi può aiutarmi a rendere questa storia, che può sembrare di “fantasia”, davvero reale con fatti e riscontri può contattarmifamiglia.russo.capaci@gmail.com  La storia e la giustizia vi diranno GRAZIE”.

L. V.

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