Compiono 125 anni le Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, le “Scalabriniane”. Da quel 25 ottobre 1895 sono le “suore dei migranti”.
Sarà un Giubileo tutto particolare quello di quest’anno, in piena pandemia di Covid-19. Per questo motivo le comunità missionarie dei 27 Paesi del mondo si sono organizzate con eventi online e momenti di raccoglimento e preghiera.
Le iniziative (che dureranno per tutto un anno) – si legge in una nota delle Scalabriniane – partono a Piacenza, dove oggi si è tenuta una celebrazione eucaristica nella Cattedrale della città, nello stesso luogo dove è possibile vedere le spoglie mortali del fondatore, il beato Giovanni Battista Scalabrini.
Quel 25 ottobre di 125 anni fa, alla presenza del cofondatore, il venerabile padre Giuseppe Marchetti, quattro suore pioniere, la beata Madre Assunta Marchetti (cofondatrice) Carolina Marchetti, Angela Larini e Maria Franceschini, emisero i primi voti. “Ancora echeggia forte nel nostro cuore l’appello che ci ha rivolto papa Francesco, dicendo ‘Vi incoraggio a mettere il vostro carisma sempre più a servizio della Chiesa’ espressione che alimenta la memoria storica, facendo incrociare il passato e il presente, non rimanendo solo dentro a questa celebrazione, ma abitando nel cuore delle migrazioni, ‘non solo come memoria del passato, ma come profezia per l’avvenire’, nell’attenzione alle sfide del nostro tempo, seguendo Gesù Cristo, “sempre in cammino” verso i migranti e i rifugiati – spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale – Nella grazia di questo tempo giubilare vogliamo proseguire il cammino confermate nella fede e nella speranza, camminando umilmente con il nostro Dio”.“Il volto di Gesù Cristo è nei tanti migranti che, nel mondo, fuggono o si rifugiano. È un volto che soffre, ma pieno di speranza – prosegue suor Neusa – Le Scalabriniane hanno sempre accolto a braccia aperte, nel profondo spirito di quel Gesù che ha sempre chiesto di aprire i cuori e di guardare il mondo con gli occhi puri. Lo facciamo da 125 anni e continueremo a farlo, con quella stessa passione delle nostre prime suore, in obbedienza al mandato evangelico – ero forestiero e mi avete ospitato”.
La celebrazione religiosa è avvenuta alla presenza di monsignor Luigi Chiesa, vicario del vescovo di Piacenza, Adriano Cevolotto.