Nella monumentale Basilica di S. Maria Assunta dell’Abbazia di Praglia (PD), sabato 20 novembre scorso, Mons. Claudio Cipolla, ha ordinato Presbiteri due monaci: Dom Paolo M. Censori e Dom Alfio Giuseppe Catalano. Quest’ultimo è figlio della nostra chiesa diocesana, essendo nato e cresciuto a Giarre. Lo scrivente ha avuto la gioia di donargli per la prima volta Gesù Eucarestia nel 1991, nella Parrocchia Regina Pacis.
Dom Alfio è nato a Catania il 6 agosto 1982. Dopo la maturità classica, conseguita nel Liceo Classico “M. Amari” di Giarre, è stato alunno della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del sacro Cuore di Roma. Qui nell’anno 2007 ha conseguito la laurea in Medicina e chirurgia. Nel 2008 ha ottenuto l’abilitazione.
Dom Alfio e la chiamata
Per quelle insondabili vie che solo il mistero della divina chiamata conosce, il 2008 segna una svolta decisiva nella vita del neo dottore. Ed egli inizia un cammino di discernimento vocazionale nell’Abbazia di Praglia. Dopo l’anno di noviziato nel 2010, emette la professione semplice e nel 2013 quella solenne.
Dotato di arguta intelligenza e di inclinazione allo studio, l’Abate lo invia, come alunno, al Pontificio Istituto Biblico di Roma, mentre risiede alla Badia Primaziale di Sant’Anselmo, sul colle Aventino a Roma. Nel 2020 consegue la licenza in Sacra Scrittura ed inizia i corsi per il conseguimento del dottorato. Viene ordinato Diacono il 21 novembre 2020.
Sabato scorso, a Praglia, a rappresentare la diocesi acese, oltre i familiari, parenti ed amici, erano presenti don Domenico Massimino, don Mario Fresta e il sottoscritto, tutti e tre legati da particolari vincoli all’ordinando.
Al Cap. LXII della regola di San Benedetto si legge: “Se un abate desidera che uno dei suoi monaci sia ordinato sacerdote o diacono per il servizio della comunità scelga in essa un fratello degno di esercitare tali funzioni. Ma il monaco ordinato si guardi dalla vanità e dalla superbia e non creda di poter fare altro che quello che gli ordina l’abate, tenendo sempre presente che d’ora in poi dovrà essere maggiormente sottomesso alla disciplina”.
Dom Alfio presbitero
Con la professione monastica, Dom Alfio, ha fatto dono della sua vita al Signore. Con l’ordinazione presbiterale è il Signore a fare un dono a Dom Alfio, perché prolunghi nel tempo l’opera della salvezza attraverso la celebrazione dei santi misteri, l’annunzio della Parola e la testimonianza della vita. Sono certo che saprà custodire questo inestimabile dono, con la sua caratteristica serietà e pietà che lo contraddistingue.
Dal nostro giornale giungano a questo figlio esemplare della nostra Chiesa diocesana gli auguri più cari e più santi di un fecondo ministero presbiterale, a lode di Dio e per il bene della santa Chiesa. Ad multos, plurimosque annos, caro Dom Alfio!
Don Roberto Strano