Chiesa e coronavirus / Verso la Quaresima: nell’emergenza si fa viva l’umanità che si dona agli altri

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Una quaresima particolare quella che stiamo vivendo in questo 2020, costretti dalla pandemia a vivere distanti l’uno dall’altro, almeno un metro, e completamente isolati quanti risultano positivi al contagio. La pandemia ci ha imposto uno stesso impegno da rispettare per evitare il suo espandersi inesorabile in tutto il mondo.

Ora andiamo incontro alla Settimana Santa, nella quale di solito ci concentriamo per vivere da uomini rinnovati dalla grazia, liberandoci dal peccato e assumere su di noi la vita nuova che ci viene offerta con la remissione dei peccati, riscattati dalla morte e resurrezione di Cristo.

Abbiamo sperimentato, in questo tempo di isolamento, attraverso tutte le risorse che ciascuno ha saputo mettere in circolo, la ricchezza dell’ingegno umano nelle sue diverse manifestazioni e abbiamo riconosciuto, mai come adesso, quante cose ci uniscono e di quante meraviglie siano capaci gli uomini!

Abbiamo visto iniziative di solidarietà, di donazione di sé, di ricerca operosa per alleggerire la pesantezza dei lunghi giorni da passare in casa e come sollevare il morale dalla tristezza che la malattia ci ha imposto e dai molti lutti a cui assistiamo, impotenti dinnanzi al dilagare del contagio del virus sul mondo intero. Musicisti, artisti, piccoli, grandi, giovani e meno giovani, esperti in ogni campo, ognuno ha offerto la propria capacità creativa per dare un senso a qualcosa di imprevedibile e di assolutamente nuovo per tutti noi.

Accanto a tanta umanità ferita e sconvolta, oltre alle cure sanitarie e alle misure utili a ridurre al minimo i danni che la pandemia ha provocato e continua a produrre, ci ha tenuti insieme la preghiera, sotto la guida paterna e amorevole del Papa, dei Vescovi e dei nostri Parroci e Sacerdoti, che in molti modi ci hanno stimolati ad alzare lo sguardo al cielo, a non perdere la speranza.

L’invito a guardarci dentro ci fa ritrovare quella forza interiore che trova luogo nel profondo del cuore. Possiamo tirar fuori il meglio di noi stessi, la volontà di reagire, di ricominciare, di riconoscere miserie e limiti ma anche tutta la nostra capacità di amare, di renderci utili, di provare compassione, di tendere la mano e di metterci in cordata, perché l’unione fa la forza e l’amore salva la vita. Sono certa che ciascuno ha fatto di tutto per dare il meglio di sé e alleggerire la fatica di chi soffre di più o è più debole, facendo emerge quella sete di bene che abita in ciascuno di noi.

Ci unisce questo desiderio profondo che si fa preghiera del cuore, di ogni cuore assetato di amore e si fa speranza, perché insieme, siamo forti, insieme nel bene sostenuti dall’amore reciproco, ce la faremo a riemergere e a ripartire con occhi nuovi e con spirito solidale a vincere le sofferenze di questo tempo e attendere una rinascita che ci offre una umanità più animata da spirito di solidarietà e bene collettivo. Una speranza per tutti i popoli e le Nazioni che hanno sperimentato in questo tempo l’amicizia nello stato di necessità perché nessuno può farcela da solo.

Il mio augurio che, con la salute del corpo e l’armonia dei cuori, siano abbattute le diffidenze e le sfide, le guerre e le povertà, si aboliscano le armi e gli uomini imparino a vivere in amicizia ovunque si trovino. E’ un sogno? Se siamo in molti a sognarlo, prima o poi diventerà realtà. E sarà una nuova Pasqua per un mondo rinnovato dall’amore di amicizia tra i popoli. Auguri a tutti gli uomini del mondo: buona pasqua!

Teresa Scaravilli

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