Chiesa / Il sinodo non è un parlamento

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cammino sinodale

Nell’omelia per l’apertura del cammino sinodale, lo scorso dieci ottobre, Papa Francesco così diceva: “Chiediamoci, con sincerità, in questo itinerario sinodale: come stiamo con l’ascolto? Come va “l’udito” del nostro cuore? Permettiamo alle persone di esprimersi, di camminare nella fede anche se hanno percorsi di vita difficili, di contribuire alla vita della comunità senza essere ostacolate, rifiutate o giudicate?

Fare Sinodo è porsi sulla stessa via del Verbo fatto uomo: è seguire le sue tracce, ascoltando la sua Parola insieme alle parole degli altri. È scoprire con stupore che lo Spirito Santo soffia in modo sempre sorprendente, per suggerire percorsi e linguaggi nuovi. È un esercizio lento, forse faticoso, per imparare ad ascoltarci a vicenda – vescovi, preti, religiosi e laici, tutti, tutti i battezzati – evitando risposte artificiali e superficiali, risposte prêt-à-porter, no. Lo Spirito ci chiede di metterci in ascolto delle domande, degli affanni, delle speranze di ogni Chiesa, di ogni popolo e nazione. E anche in ascolto del mondo, delle sfide e dei cambiamenti che ci mette davanti. Non insonorizziamo il cuore, non blindiamoci dentro le nostre certezze. Le certezze tante volte ci chiudono. Ascoltiamoci”.

Il cammino sinodale è guidato dallo Spirito Santo

Sta qui, a mio modesto parere, la chiave ermeneutica del cammino sinodale. Esso, infatti, come ha detto lo stesso Papa, è guidato dallo Spirito Santo e dalla Parola di Dio, la quale “[La Parola] ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una “convention” ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico. Perché non sia un parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito”.

cammino sinodale
Foto Sir/Marco Calvarese

Mons. Piero Coda, teologo e membro della commissione teologica del Sinodo 2021-2023, definisce il Sinodo l’avvenimento più importante dopo il Concilio, motivando tale affermazione perché “per la prima volta dopo duemila anni viene coinvolto il popolo di Dio” ed evidenziando che “la partecipazione non è cosmesi, ma questione di identità”.

E’ significativo che, come preghiera per il cammino sinodale, si sia scelta l’antica preghiera Adsumus, Sancte Spiritus (attribuita ad Isidoro di Siviglia) storicamente usata nei Concili, nei Sinodi e in altre riunioni della Chiesa per centinaia di anni. Questa preghiera di invocazione deve salire incessante al cielo, perché lo Spirito ci aiuti e ci orienti alla partecipazione, alla comunione e alla missione.

La preghiera per il cammino sinodale

“Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo: siamo tutti riuniti nel tuo nome. Vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori. Insegnaci tu ciò che dobbiamo fare, mostraci tu il cammino da seguire tutti insieme. Non permettere che da noi peccatori sia lesa la giustizia, non ci faccia sviare l’ignoranza, non ci renda parziali l’umana simpatia. Perché siamo una sola cosa in te e in nulla ci discostiamo dalla verità. Lo chiediamo a Te, che agisci in tutti i tempi e in tutti i luoghi, in comunione con il Padre e con il Figlio, per tutti i secoli dei secoli. Amen”.

In ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa, illuminati dalla Parola di Dio, guardando con realismo la nostra storia, vogliamo vivere questo cammino, con fiducia e ottimismo. E’ questo il senso del segno della lampada, che durante la celebrazione di mercoledì venti ottobre, il Vescovo consegna ad ogni comunità parrocchiale. Il segno di una Chiesa che splende della luce del Suo Signore per essere, nel territorio, luce delle genti.

Don Roberto Strano

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