La “Coperta della speranza” per fratel Biagio Conte. Ognuno ne ha ricamato un pezzo.
E’ così che una trentina di anziani in pensione, di varie associazioni, l’hanno tessuta con della lana di vari colori. Poi, cucendo tutti i pezzi insieme, hanno dato vita, con effetto patchwork, alla “Coperta della speranza” da donare a Fratel Biagio.
L’idea venne a Giuseppe Puleo, responsabile Relazione Esterne del sindacato Siulp della Polizia di Stato di Palermo. Vide Fratel Biagio (il fondatore della Missione Speranza e Carità che accoglie 400 persone in difficoltà) digiunare in preghiera nella piazzetta Padre Puglisi a Palermo per i diritti dei migranti, nel 2019. Pensò allora di realizzare, tutti insieme, una coperta che ricoprisse il cuore di speranza per un mondo migliore.
La Coperta della speranza a fratel Biagio in segno di vicinanza cristiana
Il 10 marzo scorso, il Siulp sindacato Polizia di Stato e il Questore di Palermo Leopoldo Laricchia hanno donato “La Coperta della Speranza” a Fratel Biagio. Il frate è adagiato sul sagrato della Cattedrale di Palermo dall’inizio della Quaresima, in penitenza, digiuno e preghiera. Così chiede al buon Dio, con l’intercessione di Santa Rosalia e del Beato Padre Pino Puglisi, che il virus venga sconfitto e che nasca una società migliore.
“La Legalità e il Sociale – dichiara Giuseppe Puleo, sindacato Siulp – sono come una calamita che attira e attrae a sé tanta bella e brava gente … e noi oggi ne siamo l’esempio”.
“Con “La Coperta della speranza” consegnata spiritualmente a fratel Biagio, il Siulp Polizia di Stato di Palermo – spiega il segretario provinciale Francesco Quattrocchi, è orgoglioso di manifestare la sua vicinanza cristiana e il suo modo di essere vicino alla gente”.
“Ringrazio del gesto molto bello- spiega Fratel Biagio- di avere ricevuto in dono La Coperta della speranza. Come vi siete presi cura di me, spero che ogni cittadino rivolga lo stesso gesto, donando una coperta, a tutti coloro che vivono per strada. Invito tutti a rinunciare a qualcosa per aiutare chi è nel bisogno”.
La Coperta della speranza per fratel Biagio creata da trenta anziani
Nella realizzazione della coperta di lana i trenta anziani sono stati coordinati da Milena D’Alessandro e Enza Cristofalo dell’Associazione Polizia di Stato.
Al progetto hanno aderito i Gruppi di Bagheria dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato, Anps di Palermo con il Presidente Raffaele Palma. Inoltre le Associazioni delle Università delle Tre Età di Altavilla Milicia e di Bagheria, con le presidentesse Enza Lo Cascio e Mariella Di Salvo. Infine, la Fidapa di Casteldaccia, con la presidentessa Antonella Romano, l’Associazione Nazionale Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria, con i presidenti Enzo Miccoli e Rosario Clemenza.
A ben guardarlo, Fratel Biagio sembra un comune accattone, un barbone, uno di quelli che è frequente incontrare sotto i portici delle stazioni ferroviarie e delle strade.
Ma sappiamo della scelta radicale di missionario laico e delle sue iniziative. E, in questa quaresima 2021, di questa estrema testimonianza di penitenza e digiuno, perché possa nascere un’umanità nuova, solidale, fraterna, e sana.
L’appello di fratel Biagio
Alcuni giorni fa il suo appello, dal suo giaciglio di giorno e di notte fin dal Mercoledì delle ceneri, all’esterno della Cattedrale di Palermo, su dei cartoni, coperte e un sacco di iuta in segno di penitenza.
Là incontra famiglie e giovani, autorità civili e religiose, giornalisti per parlare e pregare insieme. Pur debole per il prolungato digiuno, ma forte della forza dello Spirito Santo.
“Mi rivolgo alle istituzioni, alla Chiesa, ai genitori, agli insegnanti, a tutte le professioni e ad ogni uomo e donna di questa sofferta umanità.
Bisogna uscire immediatamente da questa crisi dei valori- esorta fratel Biagio- dal mal vivere, dal proprio io, dall’orgoglio, dall’egoismo, dall’indifferenza, dall’ipocrisia.
E anche dalle false leggi, dalle false ideologie, dai poteri forti, dai propri interessi, dall’accumulare soldi e proprietà …. E’ tempo di rivedere tutti i nostri errori, le tante leggi, regole e insegnamenti sbagliati e non ispirati al bene di questa società …”.
V.C.