In occasione della Festa della Presentazione del Signore e Giornata mondiale della vita consacrata, papa Francesco, nella celebrazione della S. Messa nella basilica di San Pietro a Roma, sabato 2 febbraio, ne ha delineato il profondo significato.
Papa Francesco nell’omelia ha spiegato che
la festa della Presentazione di Gesù
al tempio è la festa dell’incontro tra
Gesù e il suo popolo. La novità del Bambino incontra la tradizione del tempio;
la promessa trova compimento; Maria e Giuseppe, giovani, incontrano Simeone e
Anna, anziani. Tutto, insomma, s’incontra quando arriva Gesù. Gesù –
continua il Papa, – và incontrato ogni giorno della
vita, non ogni tanto. Seguire Gesù non è
una decisione presa una volta per tutte, è una scelta quotidiana. Quando
accogliamo Gesù come Signore della vita, centro di tutto, cuore pulsante di ogni
cosa, allora Egli vive e rivive in noi. E accade anche a noi quello che accadde
nel tempio: attorno a Lui tutto s’incontra, la vita diventa armoniosa. Con Gesù
si trova la forza di andare avanti e di restare saldi. L’incontro col Signore è
la fonte.
Per questo papa Francesco ha sottolineato
l’importanza di ritornare con la memoria
a ripensare agli incontri decisivi avuti
con Gesù, ravvivare il primo amore. L’incontro con il Signore,
chiarisce il Papa, non è un fatto privato
tra noi e Dio, ma sboccia nel popolo credente, accanto a tanti fratelli e
sorelle, in tempi e luoghi precisi. La vita consacrata sboccia e fiorisce nella
Chiesa, se si isola, appassisce.
Non bisogna camminare da soli, ma è necessario che i giovani e gli anziani camminino insieme, così facendo i giovani ritrovano le radici e gli anziani
raccolgono i frutti. E’ importante chiedere al Signore la grazia di riscoprire il Signore vivo nel popolo
credente e far incontrare il carisma
ricevuto con la grazia dell’oggi. Il brano del vangelo letto nella festa della Presentazione del Signore ci dice ancora che
vi è una duplice chiamata: una chiamata secondo la Legge, ed è quella di Maria
e Giuseppe che si recano al tempio per compiere ciò che essa prescrive; ed una seconda chiamata secondo lo
Spirito, che è quella di Simeone e Anna. Due
giovani accorrono al tempio chiamati dalla Legge, due anziani mossi dallo
Spirito.
Il Papa evidenzia che questa duplice chiamata: secondo la Legge e secondo
lo Spirito, alla vita consacrata ed alla vita spirituale dice che “Tutti siamo
chiamati ad una duplice obbedienza: alla legge, nel senso di ciò che dà buon
ordine alla vita, e allo Spirito che fa cose nuove nella vita. Così nasce
l’incontro col Signore: lo Spirito rivela il Signore, ma per accoglierlo
occorre la costanza fedele di ogni giorno. Anche i carismi più grandi, senza
una vita ordinata, non portano frutto. D’altra parte, le migliori regole non
bastano senza la novità dello Spirito: legge e Spirito vanno insieme”.
Papa Francesco sottolinea che Dio ci chiama ad incontrarlo attraverso la
fedeltà a cose concrete: Dio s’incontra
sempre nella concretezza, per questo è fondamentale la preghiera quotidiana, la
Confessione, una carità vera, l’ascolto della
Parola di Dio ogni giorno, la prossimità soprattutto ai più bisognosi
spiritualmente o corporalmente. Queste , sono cose concrete, dice il Papa, come
nella vita consacrata l’obbedienza al Superiore e alla Regola che, se si
mettono in pratica con amore, lo Spirito sopraggiunge e porta la sorpresa di Dio come al tempio e a Cana, l’acqua della quotidianità si trasforma allora nel vino della novità, e la vita che sembra più vincolata,
diventa in realtà più libera.
Infine, come Simeone che non vede il Messia in mezzo a prodigi ma nella semplicità di un Bambino tra le braccia
dei suoi genitori, riconosce la salvezza e in Lui vede il senso ultimo della sua vita, così, evidenzia il Papa, la vita consacrata deve avere questa visione semplice e
profetica, dove si tiene il Signore davanti agli occhi e tra le mani e non
serve altro. La vita è Lui, la
speranza è Lui, il futuro è Lui. La vita consacrata è questa visione profetica
nella Chiesa: è sguardo che vede Dio presente nel mondo, anche se tanti non se
ne accorgono; è voce che dice: “Dio basta, il resto passa; è lode che sgorga
nonostante tutto, come mostra la profetessa Anna.
La vita consacrata
dunque, quando è vissuta autenticamente dentro l’incontro con Dio, diventa lode che dà gioia al suo popolo,
visione profetica che rivela quello che conta, e così fiorisce e diventa richiamo per tutti contro
la mediocrità, contro i cali di quota nella vita spirituale, contro la
tentazione di giocare a ribasso con Dio,
contro l’adattamento ad una vita comoda e mondana, contro il lamento, le
lamentele, l’insoddisfazione e il piangersi addosso, contro l’abitudine “al si
fa quel che si può”e al “si è fatto sempre così”. Queste non sono frasi secondo
Dio.
La vita consacrata, continua il Papa, non è sopravvivenza, ma è vita
nuova, è incontro vivo con il Signore nel suo popolo. E’ chiamata
all’obbedienza fedele ogni giorno e alle sorprese inedite dello Spirito.
Tanti e diversi possono essere gli spunti da poter cogliere e meditare in questa omelia di Papa Francesco, ma ciò che sicuramente subito si evidenzia è l’ importanza di una vita intrisa di preghiera e di ascolto. E’ fondamentale dunque una vita di preghiera quotidiana, di ascolto della parola di Dio per saper scorgere quello che davvero conta per vivere la gioia autentica: abbracciare Gesù, affinchè la vita consacrata, come la vita del cristiano, non diventi tempo che passa, ma sia sempre tempo d’incontro.
Letizia Franzone