Tutto come previsto, anzi come scontato. Perché sin dalla vigilia – vuoi per il tracciato delle tappe precedenti che difficilmente avrebbe favorito una selezione, vuoi per la maggior lunghezza e l’altimetria variabile dell’ultima – era sin chiaro che quella conclusa a Giarre sarebbe stata la tappa decisiva di questa quarta edizione de “Il giro di Sicilia”.
Tutt’altro che facile, invece, il pronostico sul vincitore, sbucato dal gruppo a dispetto di un manipolo di favoriti, tra cui Vincenzo Albanese. E, soprattutto, il ragusano Damiano Caruso, del quale in tanti pronosticavano il bis dopo il successo dell’anno precedente. Fisicamente condizionato dalla caduta del giorno prima a Termini Imerese? Forse.
Giarre, Lutsenko conquista l’ultima tappa del Giro di Sicilia
Il beneficio d’inventario è d’obbligo se solo si pensa che il ragusano della Bahrain, Victorious aveva imposto il ritmo animando gli ultimi chilometri della tappa. Qui però a fare la selezione sono state la salita di Scorciavacche e il guizzo del kazaco Alexey Lutsenko. Questi, oltre a rompere il digiuno di vittorie da oltre un anno, con questo piazzamento ha ridato linfa alla squadra di Giuseppe Martinelli. Squadra orfana di Vincenzo Nibali, che proprio nella competizione siciliana aveva conseguito a Mascali l’ultima vittoria della sua carriera. E orfana anche di Miguel Ángel López (licenziato per un sospetto caso di doping), nonché debolmente supportata dall’innesto di Mark Cavendish non ancora nella sua miglior condizione.
Ma forse il bello del ciclismo sta proprio nell’imprevedibilità di una tenzone caratterizzata dalla fatica e dal clima. Dalle tattiche di squadra o dai guizzi più o meno astuti o calcolati dei singoli. Tant’è che Lutsenko, quando ha capito che a una ventina di chilometri dall’arrivo i compagni di fuga meditavano forse di contendersi il titolo sulle ultime pedalate, ha preso in mano il coraggio e nella testa il controllo della fuga, involandosi da solo verso la conquista della maglia giallorossa sul traguardo di piazza Duomo. Con un vantaggio di ben 1’33” su Louis Meint Jes della Intermarché–Circus Wanty, che si aggiudica il primato della classifica a squadre.
L’ottimo piazzamento di Vincenzo Albanese al Giro di Sicilia
Formazione guidata dall’ex ciclista palermitano Biagio Conte, già vincitore del “Giro dell’Etna” nel 1997, nonché fido gregario di Mario Cipollini nel mitico “treno” della Saeco. Sebbene terzo, sia sul traguardo di Giarre sia sul podio della classifica generale, l’altro favorito Vincenzo Albanese trionfa nella classifica a punti aggiudicandosi la maglia ciclamino del miglior piazzato in tutte le tappe.
Grande spettacolo di pubblico per una competizione internazionale che per la prima volta si conclude a Giarre (Giro d’Italia e altre gare erano state soltanto in transito), la quale ha avuto anche un risvolto promozionale per il territorio, grazie alle iniziative locali e alle oltre due ore di ripresa televisiva in diretta della Rai. Unica nota negativa, purtroppo, le didascalie in lingua inglese.
Tra le iniziative locali, quella della Confcommercio giarrese che – malgrado qualche sacrificio imposto dalle limitazioni al traffico – ha voluto omaggiare la corsa con addobbi di palloncini gialli e rossi lungo il percorso cittadino e sulle vetrine degli esercizi commerciali.
La stessa si è resa inoltre partecipe dell’evento premiando, con la targa “Giarre città del commercio”, il più giovane dei ciclisti, Fernando Diego Pescador Castro, promettente talento della GW Shimano Sidermec, squadra a trazione colombiana diretta da quello scopritore di talenti che è il torinese Gianni Savio, noto conoscitore del movimento ciclistico sudamericano, ove ha ricoperto anche il ruolo di commissario tecnico delle nazionali colombiana e venezuelana.
Paolo Amato