La Biennale di Venezia Cinema 2023, giunta all’80esima edizione, è stata un’edizione vincente in sintonia con lo scenario odierno e il mondo sociale distopico del contemporaneo, con un cinema che fa sognare e pure riflettere. Emma Stone è Frankenstein al femminile per Yorgos Lanthimos, Sofia Coppola con Priscilla. E Bradley Cooper, regista e attore, racconta Leonard Bernstein.
Venezia 80: alla ricerca della bellezza
Cinque anni fa, una nuvola rosa passava sul Lido. Le piume Valentino di Lady Gaga, certo, ma insieme a loro quell’onda mélo sospinta dall’opera prima fieramente pop di Bradley Cooper, che prendeva uno “standard” della tradizione cinematografica americana con A Star is Born per farne un instant classic della contemporaneità. Quest’anno è arrivata al Lido, senza il suo regista e protagonista, l’opera seconda di, e con, Cooper, il nuovo capolavoro Maestro, disponibile solo in alcune sale selezionare dal 22 novembre e su Netflix il 20 dicembre.
La mostra quest’anno ha presentato una selezione di film importanti, che hanno riempito le sale del Lido con voci da tutti i continenti applauditi da un pubblico giovane e attento, sebbene si sia notata l’assenza sul red carpet delle star statunitensi, in sciopero a Hollywood. La Giuria presieduta da Damien Chazelle e composta da Saleh Bakri, Jane Campion, Mia Hansen-Løve, Gabriele Mainetti, Martin McDonagh, Santiago Mitre, Laura Poitras e Shu Qi ha consegnato i vari premi della 80esima edizione della mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 9 Settembre.
L’atteso film Maestro di Bradley Cooper
Un’altra indagine musicale intelligente e sincera. Biopic di Leonard Bernstein, il primo vero direttore d’orchestra americano, e pure autore di classici pop come West Side Story. È un anti-TÁR, o un post-TÁR, anche per come sceglie di raccontare la figura del creativo che nel privato invece non fa altro che distruggere, e distruggersi. Maestro è “anti” nella struttura in linea con il film con Cate Blanchett, Coppa Volpi a Venezia lo scorso anno. Mantiene l’andamento “sinfonico” di Tar, per poi diventare un mélo molto più tradizionale.
Ma ormai la cifra di Cooper pare, appunto, arrivare a più pubblico possibile, anche con un film fortemente che si pone come profondamente classy con protagonista la moglie di Leonard, Felicia Montealegre, Carey Mulligan, che dopo la Emma Stone di Poor Things prenota anche lei un Oscar. Una donna che ha dovuto metter da parte la carriera d’attrice e l’appagamento di amante per Leonard, con la sua doppia vita nemmeno segreta e il suo bisogno, consapevole o meno, di distruggere per creare.
Il Leone d’oro a Poor Things e gli altri premi
Subito dopo la prima proiezione di Poor Things non ci sono stati molti dubbi sul Leone D’Oro di Venezia 80. E così è stato. Yorgos Lanthimos, regista di The Lobster, La Favorita e Il Sacrificio del Cervo Sacro, ha conquistato pubblico e critica con il suo film folle, ambizioso e creativo, costruito intorno all’idea di un Frankenstein al Femminile. Un premio assolutamente meritato per l’autore greco che ha sempre portato sullo schermo un cinema anticonvenzionale e provocatorio con uno stile personale originale e ricercato. Al lido in grande stile anche Sofia Coppola per la presentazione, nel Concorso ufficiale di Venezia 80, del suo atteso Priscilla, dedicato alla storia d’amore tra Elvis e Priscilla Presley.
Non sono mancate le sorprese come la coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla giovane attrice Cailee Spaeny, protagonista di Priscilla nel film di Coppola. La Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile invece è andata a Peter Sarsgaard per il suo ruolo nel film Memory di Michel Franco accanto a Jessica Chastain. Grande soddisfazione per Matteo Garrone che non ha nascosto l’emozione per i premi ricevuti per Io, Capitano già nella sale dal 7 Settembre 2023. Oltre al Leone d’Argento per la miglior regia, il giovane protagonista Seydou Sarr è stato premiato con il premio Marcello Mastroianni come attore emergente.
Giuliana Aglio