Non solo l’ormai consueto impegno nell’organizzazione di Magma e quindi nella promozione e distribuzione del formato breve, ma anche una nuova attività impegna l’associazione culturale Scarti ormai dal 2014. Parliamo del Sicily Folk Doc, un progetto incentrato sulla realizzazione di cinque brevi documentari interamente dedicati al folklore siciliano. Primo frutto di questo progetto A lu cielu chianau, documentario realizzato dai registi Daniele Greco e Mauro Maugeri. Al centro del racconto i bambini che durante la festa dell’Assunzione di Maria a Randazzo vengono issati su un palo alto diciotto metri e fatti sfilare in processione vestiti da angeli e santi. Un’opera presentata in numerosi festival tra cui Cannes nel 2015, e più recentemente il Festival del Cinema di Roma e l’ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove il cortometraggio ha ottenuto la menzione speciale della giuria al concorso I LOVE G.A.I. – Giovani Autori Italiani.
Il progetto, ideato e realizzato dai due registi e prodotto da Giulia Iannello per l’associazione Scarti, nel corso dell’ultimo anno si è arricchito di altri due documentari, girati l’estate scorsa e attualmente in fase di post-produzione. Ancora due racconti di feste religiose dal carattere spettacolare e dal forte valore identitario: l’intreccio di sacro e profano a Capizzi in occasione della festa di San Giacomo e la celebrazione della Madonna della Scala presso il borgo marinaro di Santa Maria la Scala, frazione di Acireale.
Partendo da una curiosità antropologica, i documentari sperimentato un linguaggio cinematografico, narrativo, emotivo ed estetico.
“L’idea che sta alla base del progetto Sicily Folk Doc è la voglia di riscoprire le tradizioni e raccontare una Sicilia che è fuori dai riflettori” – spiega Giulia Iannello – “Vengono spesso mostrate le feste più celebri e note. A noi invece interessa riscoprire quelle meno famose ma fortemente sentite dalla gente del posto. Le celebrazioni che abbiamo scelto sono infatti tutte accomunate da un forte legame identitario con la popolazione che partecipa, con gli abitanti che si riconoscono nei rituali dei festeggiamenti. A Santa Maria la Scala, per esempio, la festa coinvolge tutti i pescatori, coinvolge anche i più giovani, i ragazzi. La tradizione passa alle generazioni successive, creando un legame di continuità temporale che è tradizione popolare”.
Nel 2017 verranno girati altri due documentari che ancora una volta racconteranno la Sicilia più nascosta. Tradizioni, identità e senso di appartenenza di piccole comunità, questa volta probabilmente della Sicilia occidentale o dell’agrigentino.
“Stiamo valutando” – conclude la Iannello – “Non basta lasciarsi affascinare da una festa, serve soprattutto stabilire un legame speciale con gli abitanti e con la realtà circostante. E’ molto importante l’identificazione.”
Monica Trovato