Riprende l’appuntamento settimanale con la rubrica del Sir e della Commissione nazionale valutazione film Cei sulle uscite al cinema nel fine-settimana, anticipate per il ponte di Ognissanti al 31 ottobre. Ecco quattro film scelti: il fantasy da brivido per ragazzi “Il mistero della casa del tempo”, la commedia a tinte familiari “Ti presento Sofia”, il thriller tecnologico “Millennium. Quello che non uccide” e il dramma storico sulla conquista della Luna “First Man”.
“Il mistero della casa del tempo”
“The House with the Clock in its Walls” è il titolo originale del film, che prende le mosse dall’omonimo romanzo per ragazzi (in Italia con il titolo “La pendola magica”) di John Bellairs del 1973. La storia: un bambino di 10 anni rimane orfano e si trasferisce dallo zio materno, Jonathan, nell’America degli anni ’50; l’uomo vive in una casa ammantata di mistero e magia, che rivela soprese e insidie… Un trama di certo avventurosa e dalle tinte fantasy, cui il regista Eli Roth – impostosi all’attenzione del pubblico con horror per adulti come “Hostel” e “Knock Knock” – imprime anche un risvolto da brivido. Il tutto, comunque, all’interno di una proposta di taglio educational. Un thriller fantasy a misura di bambino dove emergono temi importanti come il bisogno di famiglia, il rapporto padre-figlio e il desiderio di essere compresi e perdonati. Film dalla suggestiva confezione, con scenografie fantastiche ma verosimili, che regalano un coinvolgimento bello e ricco d’atmosfera. Da sottolineare le interpretazioni trascinanti di Jack Black e Cate Blanchett.
Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile, brillante e adatto a tutti i tipi di pubblico.
“Ti presento Sofia”
Ha uno stile solido ed eclettico il regista Guido Chiesa, noto per film d’autore come “Il partigiano Johnny” e “Io sono con te”, nonché per il ciclo di commedie “Belli di papà” e “Classe Z”. Proprio sul binario comico si inserisce l’ultimo film “Ti presento Sofia”, presentato ad Alice nella Città, sezione educational nell’ambito della Festa del Cinema di Roma; il film interpretato da Micaela Ramazzotti e Fabio De Luigi è scritto dallo stesso Chiesa con Nicoletta Micheli e Giovanni Bognetti. È la storia di un padre separato, Gabriele, con una figlia di 10 anni, Sofia. L’uomo si rimette in gioco nelle relazioni sentimentali e un giorno fa la conoscenza della bella Mara; l’unico problema è che la donna non sopporta i bambini… Tema difficile, quello delle famiglie separate e della condizione dei minori, qui reso con una dose abbondante di umorismo e sfumature da commedia degli equivoci. La regia di Chiesa è una garanzia, anche se in questo caso non sembra così compatta. Bene la performance della Ramazzotti rispetto a quella di De Luigi, incerto e monotono.
Dal punto di vista pastorale, il film è complesso e problematico, di taglio comunque brillante.
“Millennium. Quello che non uccide”
Torna Lisbeth Salander, hacker enigmatica e geniale ideata dallo scrittore svedese Stieg Larsson con la sua trilogia “Millennium”, che è stata portata sullo schermo nel 2009 con protagonista Noomi Rapace (Hollywood nel 2011 ne ha fatto anche un remake firmato David Fincher). Dopo la morte di Larsson, il progetto è ripartito con David Lagercrantz, da cui ora è tratto un nuovo film “Millennium. Quello che non uccide” diretto da Fede Álvarez. A vestire i panni di Lisbeth è stata chiamata l’attrice del momento, la britannica Claire Foy conosciuta per la serie “The Crown” (la regina Elisabetta II). La talentuosa attrice aderisce con accuratezza al difficile personaggio, che presenta i tratti della giustiziera dark, positiva ma dai metodi controversi, nonché dalla psicologia fortemente spigolosa. C’è da dire che questo nuovo episodio della serie “Millennium” presenta atmosfere algide molto belle, che ben si adattano alla suspense e allo sfondo da thriller. Va rilevato però che le dinamiche narrative e lo stile di racconto si posizionano più sul binario di un action alla ‘007’ o ‘Mission: Impossibile’ piuttosto che al mondo sfaccettato e vertiginoso ideato da Larsson.
Dal punto di vista pastorale, il film è complesso e problematico, con una necessaria attenzione per i minori per le scene più cruente.
“First Man”
È il più giovane regista della storia degli Oscar ad aver vinto la prestigiosa statuetta come miglior regista. Parliamo di Damien Chazelle, classe 1985, autore statunitense che si imposto all’attenzione mondiale con il folgorante “Whiplash”, ma soprattutto per il pluripremiato “La La Land”. Nel 2018 ha inaugurato la Mostra del Cinema di Venezia con un suo film “First Man. Il primo uomo”, che ricostruisce lo straordinario anno dello sbarco sulla Luna, il 1969, seguendo la vicenda dell’astronauta Neil Armstrong, a partire dal libro firmato da James R. Hansen. A dare il volto ad Armstrong è un bravissimo Ryan Gosling, misurato e credibile, affiancato dalla britannica Claire Foy, nei panni della moglie Janet.
Film di matrice tipicamente americana, che mostra l’impresa di un grande uomo e le sue fragilità; un racconto allo stesso tempo umano ed eroico. Opera suggestiva ed emozionante, dove la regia è puntuale e incisiva. Nell’insieme, un film godibile che rientra nell’orizzonte del grande racconto mainstream a stelle e strisce.
Massimo Giraldi e Sergio Perugini