Cinema / Dune, la colossale versione 2021

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Cinema Dune 2021

“I sogni sono messaggi dal profondo”. Con questa frase si apre la versione 2021 di Dune, prima parte di una nuova saga che sembra entrare nei cinema a gamba tesa per la sua capacità di impatto sullo spettatore. Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonima serie di libri di Frank Herbert. I precedenti adattamenti, ossia un film diretto da David Lynch e una miniserie, avevano lasciato a desiderare, sia per via del bisogno di condensare il materiale originale in troppo poco girato, sia per via delle limitazioni tecnologiche di queste produzioni. Dune ha tutte le carte in regola per aprire una saga che potrebbe diventare un colosso del genere Sci-Fi (science fiction, ossia fantascientifico innovativo): andiamo a vedere perché.

Cinema / La trama di Dune, versione 2021

Il film ha una trama forse leggermente lenta, ma sicuramente solida, con una forte componente politica, sia nella storia trasposta che nel suo significato. La pellicola ci racconta infatti di un lontanissimo futuro dove due casate, gli Atreides e gli Harkonnen, si contendono il controllo del desertico, spoglio e inospitale pianeta Arrakis, abitato dai nativi Fremen. Tuttavia, facilmente estraibile in superficie riposa la spezia: una componente vitale per il viaggio interstellare. Il tutto viene integrato in un mondo vivo, mesmerizzante, che terrà incollati allo schermo per l’interezza dei suoi 155 minuti.

Il Cast

Il primo elemento a dare immediatamente delle basi solide a Dune è sicuramente il cast e la regia. Quest’ultima è stata affidata a Denis Villeneuve, che ha già scosso le sale con Blade Runner: 2049. Timothée Chalamet calza a pennello nel ruolo di Paul Atreides, così come è stata eccellente la scelta di Oscar Isaac per la parte del patriarca Leto Atreides. Ottima anche l’interpretazione di Rebecca Ferguson nella parte di Lady Jessica e quella di Jason Momoa nel ruolo dell’onorevole combattente Duncan Idaho. L’interezza del cast ricorda vivamente i personaggi dei libri, ma è apprezzabile anche da chi non li ha letti.

L’atmosfera, i tempi, la tecnica

Denis Villeneuve dà sicuramente un gusto monumentale alla pellicola, con un’ottima regia e un’ottima fotografia. Ogni scena nel deserto ci viene trasposta con una fotografia quasi bruciata, che ci fa sentire il sole sulla pelle. Ogni scena in cui sono presenti enormi macchinari e creature fa sentire lo spettatore alto non più di un centimetro. Il film si basa molto sul tema del sogno e della predestinazione, ma oltrepassa la regola dogmatica dei bordi sfocati e della telecamera ballerina per farci comprendere che la scena è onirica: lo spettatore vede nitidamente delle visioni sconnesse, come le vedrebbe il personaggio che le sperimenta.

 

Il film non ha tempi velocissimi: non è il classico film d’azione. Le scene d’azione sono presenti e sentite. Ma l’obiettivo è sicuramente fissato sull’intrigo, sull’incontro tra le culture esterne e quella dei Fremen, sullo sfruttamento delle risorse naturali di un pianeta conteso. L’estetica rapisce e fa sicuramente respirare l’aria calda di Arrakis.

Il futuro della saga

La distribuzione è in capo alla Warner Bros, che ha deciso di percorrere il percorso più sicuro possibile, volendo aspettare fino a dicembre per confermare o smentire il futuro della saga basandosi sugli incassi. La visione di Dune al cinema è consigliata anche per questo. E’ la prima parte promettente di una serie di film che potrebbero rientrare nel pantheon di quelle saghe da rivedere più e più volte. Chissà se al livello di Star Wars o il Signore degli Anelli.

Giorgio Lupelli

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